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Fortitudo Bologna

Nella festa della Fossa dei Leoni la Fortitudo batte Nardò 87-77

Battaglia per 40′, ma la Fortitudo ha la meglio su Nardò e conquista il quarto posto, complice la sconfitta di Cantù

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Kenny Gabriel (©Valentino Orsini)
Kenny Gabriel (©Valentino Orsini)

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA 87-77 HDL NARDÒ BASKET (24-23;20-19;24-27;19-8)

Flats Service Fortitudo Bologna: Ferrucci ne, Bonfiglioli ne, Aradori 16, Gabriel 14, Battistini ne, Bolpin 4, Panni 10, Cusin 2, Mian 19, Fantinelli 9, Freeman 13. All. Caja

HDL Nardò Basket: Smith 14, Ebeling, Nikolic 5, Pagani 2, Iannuzzi 5, Donadio 7, Mouaha, Stewart 32, Spinelli ne, Zugno 4. All. Mecacci All. Mecacci

Qui le statistiche complete

Sembrava che il “mal di big” di questo weekend avesse colto anche la Fortitudo, tanta è stata la difficoltà nel vincere la gara con Nardò, nonostante il +10 che dice il risultato finale. Contenendo uno Stewart trentellante e dovendo fare i conti con i 5 falli di Freeman anzitempo, la Fortitudo gioca una partita vibrante, concreta, vinta nonostante le percentuali bulgare di Nardò per ampi tratti di gara. Bene così. Ah, e alla fine Fantinelli chiude con 18 assist, roba da record in serie A2, così, per dire. Quarto posto agganciato grazie alla sconfitta di Cantù in casa di Brindisi, adesso l’Aquila ha finalmente iniziato a volare.

La cronaca di Fortitudo-Nardò: primo tempo

Quintetti iniziali:

Fortitudo Bologna: Fantinelli, Bolpin, Mian, Gabriel, Freeman

Nardò: Zugno, Smith, Stewart, Iannuzzi, Mouaha

Dopo aver spento le 55 candeline della Fossa dei Leoni, si comincia. Nardò parte col piede giusto e la Fortitudo deve dire solo grazie a Mian se ne primi 2′ non è ancora a secco. Il numero 16 sfonda in poco meno di 5′ la doppia cifra ma Nardò, grazie a percentuali da Eurolega dalla lunga, resta in scia. Vola qualche gentile parola per gli arbitri al Paladozza, Nardò a rimbalzo sembra l’Olympiakos e alla fine dei conti il punticino di scarto col quale la Fortitudo va alla prima pausa (24-23) è frutto di una tripla di Panni che, non si sa ne come ne perché, bacia i 24″ e muove la retina. Valla a capire la fisica.

Diventa chiaro che la partita si giocherà ad ampi tratti dai 6,75m. L’Aquila non riesce a decollare, Nardò fa leva sui suoi stranieri e la Fortitudo tutto ciò che può fare è alzare l’intensità in difesa: la combo rubata di Panni-tripla di Aradori fa esplodere un Paladozza gremito. Per fermare Smith probabilmente non basterebbe nemmeno la Muraglia cinese, e diventa anche chiaro che Nardò non ha nessuna intenzione di tornare in terra pugliese col sacco vuoto. La corsa matta e disperatissima di Fantinelli con 5″ alla pausa lunga vale il +2 biancoblù: 44-42.

Secondo tempo

Uno-due immediato di Freeman al rientro sul parquet, ma alla Effe urge una scossa nelle retrovie, data la facilità con la quale i pugliesi trovano il canestro. Stewart sembra essere uscito da Space Jam e la squadra di Mecacci ritrova dopo diverso tempo il vantaggio, trascinata dalle triple del suo americano (25 punti, 5/8 da 3). Scricchiola qualcosa in casa biancoblù, Stewart arriva al trentello ma deve fare i conti con la garra di Panni, che prima sbombarda, poi difende. Gli ospiti si illudono di poter chiudere sul +4, ma la bomba sulla sirena di Fantinelli vale il 68-69. 10′ per decidere tutto.

Rientro di carattere per i padroni di casa: 5-0 immediato che fa alzare in piedi anche i passanti su Piazza Azzarita. Nardò non vuole saperne di mollare la presa e anzi rimette il naso avanti 75-76, con 5′ ancora da giocare. La schiacciata di Freeman è ossigeno per l’Aquila, a secco da tempo immemorabile, e si risveglia dal torpore Mian, a secco da quasi 2 quarti. Fuori Freeman per falli, gran bagarre negli ultimi giri di lancette, tra liberi e poco altro la Effe ritocca fino al +10 (87-77), sul quale si chiude la sfida. Attilio Caja“, canta la Fossa, ringraziando il buon Artiglio del regalo di compleanno.

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