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Fortitudo, le prime parole di Pietro Aradori: “La Virtus? A me piace parlare a quattr’occhi, ma ci vuole personalità e non tutti ce l’hanno”

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Da separato in casa a colpo di mercato il passo è breve, anzi, brevissimo. Dopo i presunti dissapori fra l’ala italiana e l’allenatore bianconero Sasha Djordjevic, la Fortitudo ha intavolato la trattativa con Pietro Aradori, aggiudicandosene oggi 12 agosto le prestazioni.

 

Presso la palestra “Furla” di via Lenzi il neo acquisto dell’Aquila ha parlato per la prima volta dall’altra sponda di basket city:

 

“Non voglio parlare della Virtus, ora sono un nuovo giocatore della Fortitudo. Sono contento e carico per questa nuova avventura, voglio farmi amare dai miei nuovi tifosi. Il mio passaggio alla Effe? Era da qualche giorno che se ne parlava, ma prima volevo chiudere alla Virtus. Amo Bologna, ho scelto questa squadra perché ha grande tradizione, voglio provare a ripercorrere le orme dei grandi del passato. Mi sono stati offerti contratti di un anno, ma non volevo una durata contrattuale breve”.

 

Un volto nuovo ma non per tutti: vista la sua lunga militanza nel campionato italiano sono tanti i visi conosciuti dall’ex bianconero:

 

“Con alcuni compagni ho già giocato, con altri ci ho giocato contro: sono tutti super ragazzi, penso che si possa creare un gran bel gruppo. Ha influito la presenza di volti conosciuti, oltre a quella di Antimo che mi ha già allenato a Roma quando era il vice di Repesa. Obiettivi stagionali? Ne abbiamo parlato velatamente: il principale è la salvezza, ma giocheremo per toglierci delle belle soddisfazioni”.

 

Argomento caldissimo su cui nicchia inizialmente, tenendolo come “boccone del prete”: sono molteplici i collegamenti con la prima Virtus in A1, a cui, in chiusura, lancia una stoccata:

 

“Ogni situazione è a sé, qui ci sono giocatori scesi in A2 dopo anni di A1 come Leunen per riportare su di categoria la Fortitudo. Siamo un bel gruppo, ci sono individualità importanti, puó uscire una bella situazione. Il derby? Non ho ancora pensato alla sfida con la Virtus, so che è una partita che vale una stagione, ma penso ad una cosa alla volta. L’unica cosa che voglio dire è che non ho mai parlato con l’allenatore e, se fosse successo, tutti ci saremmo mossi prima. A me piace parlare con le persone a quattr’occhi, ma ci vuole personalità e non tutti ce l’hanno”.

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