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Fortitudo, un’altra dolorosa sconfitta. Editoriale di Eugenio Petrillo

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Allarme rosso Fortitudo? Ancora no, ma poco ci manca. Questa Serie A 2020/21 rimane indigesta ai biancoblu che, all’esordio casalingo, escono sconfitti per 83-88 contro Varese.
Dopo il tonfo di domenica scorsa contro la Virtus Roma, ecco il secondo k.o. in altrettante uscite di campionato.
La situazione in casa Fortitudo non è disperata, ma ora occorre iniziare a preoccuparsi e provare ad invertire la rotta prima possibile.
La Lavoropiù perde e lo fa con poche idee, se non in pochissimi frangenti del match. Varese, squadra in salute, che dopo lo scossone di inizio settembre con il cambio in panchina (via Attilio Caja per Massimo Bulleri), ha fatto gruppo e trovato la quadra. Morale della favola: due vittorie in due partite.
Ecco, questo deve fare anche la Fortitudo. Non certo cambiare la guida tecnica, ma deve ritrovarsi e trovare l’amalgama che ancora (partite di Supercoppa comprese) non si è vista.
I biancoblu – privi dell’infortunato Adrian Banks, ma con il rientrante Stefano Mancinelli – contro Varese hanno denunciato diversi dei problemi emersi a Roma: mancanza di idee, brutte difese e – forse il più grave al momento – il mancato apporto dei propri senatori.

Quest’ultimo punto, preoccupa. Senza Banks, ci si aspettava una prova da leader di Pietro Aradori e Ethan Happ. L’ala italiana ha segnato 16 punti, ma non bisogna farsi condizionare dai numeri: l’1/8 da tre (6/17 dal campo) pesa, oltre al -11 di +/- peggiore di tutta la squadra. Anche Happ ha tirato malissimo (4/13) segnando 12 punti con altrettanti rimbalzi.
Insomma, da loro ci si aspetta sempre tanto, soprattutto in assenza di Banks.
Contro Varese si è confermato il buono stato di forma di Matteo Fantinelli (11 punti, 5 rimbalzi e 6 assist) e Todd Withers che ha chiuso con un bel 4/10 da tre. Per la prima volta si sono viste buone cose da Tre’Shaun Fletcher. L’esterno americano, partito titolare, si è preso le sue responsabilità al tiro e spesso ha fatto esultare i soli 1102 dell’UnipolArena. Segnali incoraggianti anche da Mattia Palumbo. Ma tutto ciò non basta, la Fortitudo ha bisogno dei propri tenori. Se questi vengono meno, allora le cose si complicano… e non poco!

Cos’altro è mancato con Varese? Senza ombra di dubbio le idee. Guardando questa Fortitudo si ha l’impressione di una squadra che si affida alle folate delle individualità. Si sono viste tantissime azioni dei singoli, uno-contro-uno e poche manovre corali. Comprendiamo tutti la mentalità sacchettiana, del corri e tira, ma questo va fatto con criterio e cercando di capire il momento della partita. Emblematico l’ultimo periodo con la Lavoropiù in fiducia dopo l’ottimo terzo quarto. I felsinei non hanno saputo azzannare la partita, ma hanno sciupato attaccando frettolosamente e quindi facendo anche rientrare gli avversari. È mancato molto il cinismo. Varese ha sfruttato il black-out degli ultimi minuti. Negli ultimi 5’ di gara la Effe ha segnato solo 7 punti, contro i 12 di Varese: mattatori Toney Douglas e Niccolo De Vico con triple dolorosissime. 
Quindi anche alla luce dei più impegni che ci saranno quando comincerà la Basketball Champions League, forse sarebbe meglio conservare le energie giocando una pallacanestro più “ragionata”, non fatta solo esclusivamente di corsa coast-to-coast.

Infine la difesa. Dopo gli 81 subiti a Roma, ecco gli 88 contro l’Openjobmetis. Varese è arrivata al ferro facilmente, ma soprattutto con il giro palla fuori dal perimetro ha mandato in tilt la difesa biancoblu: il 17/34 da tre dei biancorossi fa veramente male.
Scola nel pitturato ha catalizzato le attenzioni dei difensori fortitudini, ma al tempo stesso ha liberato spazio per i tiratori varesini.
Che la difesa fosse il tallone d’Achille della Lavoropiù, non lo scopriamo certo oggi, ma insomma, va migliorata se non si vuole incappare in altre figuracce. 

Sabato prossimo si ritorna in campo, sempre alla UnipolArena contro la Dolomiti Energia Trento. Sarà il primo vero spartiacque della stagione, da sabato sera capiremo tante cose del futuro della Fortitudo che è assolutamente chiamata ad invertire la rotta.  
 

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