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Fortitudo, un’iniezione di fiducia che ci voleva. L’editoriale del lunedì

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Una grande boccata d’ossigeno. Una vittoria – quella 77 a 85 contro Trieste – che vale tantissimo per il proseguo della stagione della Fortitudo Bologna.

La Kigili, ieri sera, si trovava ad un bivio. Per rispetto di chi in queste ore sta veramente lottando tra la vita e la morte, non useremo questo tipo di metafora, però la posta in palio (sportivamente parlando si intende) era veramente altissima.
Alcuni risultati (la vittoria di Pesaro a Varese su tutte) di certo non hanno aiutato, però probabilmente proprio questi sono stati un incentivo in più per guadagnare i due punti. 

La Fortitudo ha battuto una Trieste alla quinta sconfitta di fila in campionato, sesta se consideriamo la Coppa Italia. La Kigili con questo risultato stacca all’ultimo posto Cremona e si mette all’inseguimento di una Napoli che non ha più né capo né coda.
Quei due punti che separano la Effe dai partenopei ora sono veramente un’inezia. In più va considerato che lo scontro diretto sorride ai felsinei e la partita di ritorno si giocherà al PalaDozza. Insomma, questo per dire, che se fino a qualche settimana fa la salvezza sembrava impossibile, oggi – dopo la vittoria a Trieste – un po’ meno. 

La gara dell’Allianz Dome ci ha detto che c’è una Fortitudo viva, al terzo successo nelle ultime quattro partite in trasferta e che ha saputo fare di necessità virtù. Innanzitutto ha dovuto fare a meno di coach Antimo Martino in più praticamente tutti gli elementi scesi in campo non erano al meglio della condizione. Il vice, Stefano Rajola, ha gestito benissimo la gara in condizioni complicate con tanti giocatori che hanno dovuto stringere i denti sopra al dolore. Poi i due assi americani, Branden Frazier e James Feldeine si sono caricati la squadra sulle spalle spartendosi i possessi decisivi nel finale. Con cinismo sono stati loro due a chiudere i conti. Ma comunque tutti, in un modo o in un altro, hanno dato il proprio contributo.
Proprio così, con quella faccia la Fortitudo dovrà giocarsi le otto partite restanti. Da qui nasce la ricetta per la salvezza.

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