Basket
Tanti auguri per i 60 anni di Lauro Bon
La prima volta che Lauro Bon arriva a Bologna è il 5 gennaio 1984. Veste la canotta di Gorizia e quel giorno se lo ricorda molto bene: le V nere lanciate verso l’accoppiata scudetto della stella-Coppa Italia rifilano 52 punti alla malcapitata San Benedetto, 111 a 59. Lauro segna 7 punti. Al termine del campionato Gorizia retrocede; Bon resta un altro anno in Friuli poi si trasferisce a Forlì, sempre in A2, categoria nella quale si costruisce la fama di tiratore implacabile. Nell’estate 1989 Villalta e Bonamico lasciano la Virtus e c’è bisogno di forze fresche e punti nelle mani. Le prime arrivano da Coldebella, per quanto riguarda i punti si spera proprio in Bon. Così Lauro arriva in una squadra dove i campioni e i vecchi marpioni del parquet comunque non mancano, da Brunamonti a Sugar Richardson, da Clemon Johnson a Binelli, poi Sylvester e Gallinari. La fase di adattamento non dura molto: il 22 settembre, nella terza giornata del girone di Coppa Italia segna 22 punti all’Alno Fabriano, consentendo alla Virtus di vincere di 12 punti. Un risultato chiave, perché alla fine del girone bolognesi e marchigiani contano entrambe cinque vittorie e una sconfitta; la Virtus prevale per differenza canestri totale e allo spasimo si qualifica per il turno successivo. La Coppa che alla fine finirà nella bacheca bianconera dipese anche da quella bella prestazione e quei 22 punti del neo arrivato.
Dieci giorni dopo, alla quarta di campionato Bon rifila 29 punti all’ambizioso Messaggero Roma, sconfitto a Bologna 98-89. Il 5 dicembre le V nere, dopo aver superato il turno preliminare di Coppa delle Coppe, affrontano l’esordio nel girone contro lo Zalgiris: Bologna vince 102 a 79 e il numero quindici ne segna 26. Per Bon è un buon periodo di forma, dodici giorni dopo, quando la Virtus vince 105 a 70 a Livorno, i suoi punti sono 25 con 6 su 6 da oltre l’arco. Il record di punti segnato dalla Virtus in campionato nella sua storia è 122, raggiunto in quattro occasioni: la terza fu il 14 gennaio 1990 contro l’Irge Desio (ferma a 91) e il maggiore realizzatore dei bianconeri in quell’occasione fu proprio Bon con 24 punti. Due settimane dopo lo stesso bottino contribuì al successo 93-89 contro Reggio Emilia, mentre i 27 che aveva segnato a Tel Aviv il 16 gennaio non bastarono a evitare la sconfitta al supplementare, 96-95. Il 6 febbraio, nel ritorno contro gli israeliani ne fece due in meno, ma la Virtus conquistò un successo superfluo, in quanto era ormai acquisita la qualificazione alla semifinale, nella quale, due settimane dopo ospitarono il Paok per la gara di andata, ma prima Forlì tornò a portare fortuna a Lauro, perché il 14 e 15 febbraio, le V nere trionfarono nella Final four di Coppa Italia.
Tornando alla gara con i greci occorre raccontare gli ultimi cinque minuti quando la Virtus scatenata passa da più sei a più venti trascinata da Brunamonti e Bon, entrambi autori di venti punti. Un successo che è un’ipoteca sulla finale, ma bisogna andare nella bolgia di Salonicco, dove Sugar gioca magistralmente e segna 35 punti, ma Lauro gli è degna spalla con 23 punti a bersaglio. I due sono i maggiori artefici di una sconfitta contenuta in soli sei punti di scarto e che proietta la Knorr nella finale che la Virtus conquista il 13 marzo contro il Real a Firenze. Nelle finali di Coppa Italia e Coppa delle Coppe Bon non disputò grandissime gare, ma mise a segno canestri importanti nella fase finale degli incontri quando il traguardo sembrava vicino ma non arrivava mai. Tantissime le belle prestazioni anche nella stagione successiva, ma se ne possono scegliere alcune: l’impresa del 9 dicembre contro Cantù, quando una Virtus priva di Richardson, Johnson e Brunamonti prevalse per 80 a 76 con 23 punti di Bon e 25 di Binelli; poi i 34 punti che Lauro segnò nel 98 a 70 contro Reggio Emilia due giorni prima di Natale (8 su 9 da due, 5 su 10 da tre e 3 su 5 in lunetta); i 26 nella stretta vittoria a Treviso il 10 marzo (69-71); i 29 contro Trieste il 30 marzo (95 a 78 per la Knorr); i 27 in gara uno dei quarti di playoff contro Cantù (battuta 96-76), 6 su 8 da due, 4 su 9 da tre, 3 su 3 ai liberi, 5 rimbalzi e due palloni recuperati (con un primo tempo da 5 su 5 da 2, 3 su 6 da 3 e 4 rimbalzi).
La stagione seguente per Bon è travagliata, tanti piccoli infortuni, poi l’operazione al menisco dopo la Final Four di Coppa Italia. Così Lauro deve saltare tutta la parte finale di stagione, i playoff, ma soprattutto, prima, la sfida con il Partizan per l’accesso alla Final Four di Eurolega. La Virtus, priva anche di Morandotti sfiorerà solo l’impresa, venendo sconfitta in volata nella bella dalla squadra di Djordjevic e Danilovic. Un peccato per le V nere e per Bon, che fece le cose migliori di quella stagione proprio nella coppa europea, disputando alcune ottime gare e aiutando la Knorr a qualificarsi per i quarti di finale conquistando addirittura il primo posto nel girone. Terminata la sua parentesi bolognese, Bon fece ancora belle cose a Livorno (con Richardson come compagno), anche un canestro vincente a Bologna contro i suoi vecchi compagni. Poi gli ultimi scampoli a Udine e Treviso. Bon è stato protagonista a Bologna nei primi anni di Messina allenatore: attaccante nato, rese di più nella Virtus spumeggiante dei primi anni, quelli di Sugar, ma riuscì a ritagliarsi un suo spazio anche nella terza stagione, quando l’avvicendamento Richardson-Zdovc fu emblematico di una metamorfosi che si stava completando nelle scelte del coach bianconero, con sempre più attenzione alla difesa.
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