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Il condottiero – 21 Giu

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“Il viaggio è sempre più importante della meta. Quando compi un viaggio se devi fare uno sforzo in più, per arrivare alla meta, lo fai perché è il viaggio che ti ha fatto diventare più forte”.

Parole di Alessandro Ramagli alla vigilia di gara 3. Un pensiero a Kerouac ed uno al PalaTrieste. A quel Palazzetto in cui la sua squadra aveva a disposizione il primo di tre match point. A quel Palazzo in cui non aveva vinto nessuno, eccezion fatta per Treviso. Ma era la prima giornata di campionato. Eppure alla Virtus è riuscita anche questa impresa. L’ultimo step di un percorso, partito dopo la retrocessione. C’era da ricostruire molto dopo una stagione disastrosa. A partire dall’entusiasmo dei tifosi.

C’era da fare un viaggio, appunto. E, per farlo, la società aveva scelto Alessandro Ramagli. E di diventare più forti lungo il viaggio, il coach bianconero ne sa qualcosa. È lui il meraviglioso condottiero di questa annata. In una stagione non senza qualche difficoltà. Dal lungo infortunio di Ndoja alle nubi che si erano addensate sulla sua panchina durante la post season. Per citarne alcune. Ma Ramagli non è uno che si abbatte alle prime difficoltà. E ve lo dice uno che ha assistito, da vicino, ad una vera e propria impresa. La salvezza a Teramo nella stagione 2011/2012, in condizioni che definire difficili sarebbe eufemistico. C’era il viaggio. Ma c’era anche una meta, con gli obiettivi che sono cambiati in corso d’opera. Il tutto, anche grazie all’arrivo di Zanetti. Ma la sapiente guida di Ramagli ha permesso alle V nere di vincere la Coppa Italia e, poi, di centrare la promozione. In mezzo anche una regular season chiusa al secondo posto solo per classifica avulsa. Senza dimenticare che i bianconeri, per lungo tempo, sono stati primi in classifica. Niente di tutto ciò appariva scontato il 17 agosto. Il giorno del raduno. E in questo viaggio, Ramagli e il suo staff hanno grandi meriti. Così come la società e chiunque abbia lavorato per costruire questa squadra.

Il coach bianconero ha contribuito a creare un gruppo con gerarchie ben definite. La base per ogni successo. Ha saputo fronteggiare situazioni non facili ed è riuscito anche a fare qualche aggiustamento in corsa, senza scombussolare gli equilibri della squadra. Ma soprattutto, ha saputo trarre il meglio da ogni singolo giocatore. Situazione che non sarebbe possibile se chi va in campo non avesse fiducia nell’allenatore. E i giocatori, dal canto loro, hanno dimostrato spesso quanto credessero in lui. Si sono anche schierarati apertamente dalla sua parte, soprattutto nei momenti difficili. Tanti gli attestati di stima nei suoi confronti. Per citarne uno, basti pensare all’abbraccio di Ndoja dopo la vittoria a Casale. In un momento di certo non semplice per il coach bianconero. Ma un condottiero è abituato anche a fronteggiare queste situazioni. E di questo si è accorto anche il popolo bianconero. Proprio i tifosi della Virtus – in occasione di gara 1 con Ravenna – avevano esposto lo striscione: Ogni esercito ha dietro il proprio condottiero. Del suo il popolo virtussino ne va fiero”. Ennesimo, e meritatissimo, attestato di stima. Alessandro Ramagli è stato il condottiero del ritorno in Serie A delle V nere. Adesso si gode questa impresa. 

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