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Il post partita di Fortitudo-Varese, Martino: “La difesa chiave della vittoria. Ora testa a Treviso per trovare continuità”

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Martino:

“Mi sembra doveroso manifestare tutto il dispiacere per questa notizia veramente brutta, che ci è arrivata all’intervallo con lo striscione dei tifosi. E’ qualcosa che scuote chiunque ami questo sport, Bryant era una icona, perdiamo un grande personaggio. Un abbraccio virtuale alla famiglia. Passando alla partita di stasera, noi abbiamo fatto una grandissima prova difensiva nel secondo tempo, siamo riusciti a sporcare tutti i loro tiri, abbassando le loro percentuali. Il problema non erano i loro tanti tentativi da 3, quanto la loro percentuale. E noi in questo siamo riusciti a fare meglio: non era una partita semplice, eravamo contratti per la tanta voglia di tornare alla vittoria, ma quando vuoi fortemente una cosa senti anche la pressione. Ci siamo sbloccati, trovando tanto da quella panchina martoriata negli ultimi tempi. Mancinelli, Daniel, Cinciarini ma anche Stipcevic che ha cancellato Mayo dalla partita: forse in attacco non ha fatto tanto, ma è stato una delle chiavi della vittoria. C’è stato il contributo di tutti: ora prepariamo Treviso pensando sempre una partita per volta, ragionando come fatto finora, cercando di essere competitivi e di trovare un po’ di continuità”.

La chiave? Senza dubbio la difesa: i 28 punti lasciati, segnale importante che ci ha dato fiducia anche in attacco. Quando difendi bene vai dall’altra parte del campo con più serenità, anche se oggi c’è sempre stata qualche palla persa di troppo, ma lo spirito è stato quello giusto. Serve grinta, se hai talento ma poca energia si fa poco: noi abbiamo dimostrato che quando vogliamo possiamo mettere sul campo anche energia, dobbiamo continuare a farlo”.

Mercato? Restiamo questi, poi dopo ogni partita si fanno valutazioni, ma noi dobbiamo continuare a lavorare con i giocatori a disposizione. Oggi abbiamo mosso la classifica, è stato un buon risultato, pensiamo sempre una partita alla volta. Cerchiamo di crescere ma senza stress, senza chiudere pensando di essere bravissimi o disastrosi. 10 vittorie non arrivano in modo causale, si può fare meglio ma anche peggio”.

Mancinelli? Bravissimo, ci ha dato punti, e anche qualcosa dal punto di vista emotivo. Ha già dimostrato di poter vivere fiammate importanti, speriamo possa continuare a farlo: lui si allena per fare bene, ci tiene, anche per lui se un giorno gioca male non è che significhi qualcosa. Quando sta bene, soprattutto di testa, può ancora dire la sua, anche atleticamente. Dopo Venezia ho detto alla squadra che c’era bisogno di resettare e cercare di fare una buona prestazione, con il linguaggio del corpo giusto. Sono contento che abbiamo lavorato bene, non l’ho detto in conferenza stampa ma ero convinto che eravamo arrivati alla partita nel modo giusto. Quando ho firmato in Fortitudo mi ero ripromesso di affrontare la quotidianità con professionalità e competenza, al di là dei risultati: non è facile, siamo umani, le brutte sconfitte possono condizionare, ma sono contento di questa risposta”.

Caja:

“Aver avuto il tiro della vittoria su un campo bello ma non semplice dimostra che è stata una sera positiva. Rimane il rammarico di un risultato che, se fosse venuto dalla nostra parte, non sarebbe stato rubato, come nulla ha rubato la Fortitudo. Siamo partiti bene, poi è mancato qualche tiro aperto. I tanti tiri da 3? Non è una scelta, noi abbiamo giocatori che non attaccano il ferro, non hanno le gambe, e sono tiratori. Con le nostre caratteristiche dovremmo fare qualcosa in più in contropiede, ma ci sono anche gli avversari: Mayo ha provato ad entrare, ed avete visto come è finita”.

 

 

Aradori:

“Partita durissima: Varese ti mette in difficoltà e non scende mai sotto un certo livello di gioco. Noi siamo andati bene, reagendo dopo essere andati sotto. Avevamo vinto solo una gara delle ultime 5, ma intanto è arrivata la qualificazione per la Coppa Italia e forse l’unica partita davvero non all’altezza è stata quella con Pesaro. Stiamo facendo il nostro percorso, non dobbiamo impazzire per due sconfitte di fila né esaltarci e pensare allo scudetto per tre vittorie. Piedi per terra, dobbiamo salvarci il prima possibile, poi lavoriamo per qualcosa in più ma senza esagerare con le pressioni. Bryant? Ancora non ci credo, mi sono arrivati messaggi di amici consci di quanto lo stimassi, io come tutto il mondo. E’ stato l’idolo di tutti, al di là che giocasse nel mio ruolo lo vedevo come un Dio, quando è uscito lo striscione ho visto nome e numero, ma non sono riuscito a pensare a nulla. Momento triste, avevo il suo poster in camera: non sai mai quello che la vita ti può dare, nulla è garantito. Ricordi in particolare? Non ho mai avuto la fortuna di giocarci contro, però ricordo quando ero nelle giovanili a Casalpusterlengo, senza Sky o social network, lui dominava e cercavamo le sue migliori azioni. Mi sembra di essere anche banale a commentare questa cosa, che all’inizio non ero nemmeno riuscito a capire”.

 

Fonte delle parole di Antimo Martino, Attilio Caja e Pietro Aradori: Bologna Basket

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