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Il Resto del Carlino – Basket, «Vi racconto il derby»

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Oggi si sarebbe dovuto disputare il derby numero 107 tra Virtus e Fortitudo, uno degli eventi più sentiti di Basket City. L’emergenza Coronavirus ha di fatto impedito lo svolgersi della stracittadina e per ovviare a tale mancanza Il Resto del Carlino ha intervistato Luciano Andalò, 58 anni, figlio del custode Amato che, dal 1966, sorvegliava il palasport, non ancora Paladozza. Luciano, detto Lucio, sorveglia il PalaMalaguti dal suo locale, il Mulino Bruciato, che ospitava, prima dell’emergenza Covid, i campioni del panorama cestistico bolognese. 

Luciano, ha qualche ricordo del suo primo derby?

«Il mio primo derby fu quello del 1966, anche se non ho troppi ricordi di quella partita.» 

Quali sono i primi nomi che le vengono in mente?

«Sicuramente Driscoll e Schull, Bergonzoni e Arrigoni in campo. Porelli e Tesini in tribuna. Ma ho tanti altri ricordi: sono un appassionato di moto e ricordo che Sacco arrivava con una scintillante Guzzi California. Erano altri tempi, mio padre era il custode e i giocatori erano uomini prima che stelle, anche se erano dei veri campioni. Erano tutti ragazzi alla mano a tal punto che mio padre ci prendeva spesso un caffè insieme. 

 Ha dei giocatori ai quale è particolarmente legato?

«L’asso di famiglia era mio fratello Roberto, stessa età di Pietro Generali. Ricordo anche che un anno, io e mio fratello Roberto, andammo in vacanza in Sardegna e trovammo Mario Porto e Massimo Di Grazia che erano nelle giovanili della Virtus. Con Ginóbili eravamo soliti mettergli una moneta sulla parte alta del tabellone, Manu saltava e la portava giù. Un giorno arrivò con un dito sanguinante, dicendoci che qualcosa non andava nel ferro. Aveva ragione lui, si era staccata una saldatura e quando schiacciava si feriva al dito.Sono molto legato anche a Dan Gay, suo figlio e il mio sono diventati amici.»

Lei fu testimone del derby di Natale del 2000 che lanciò la Virtus verso il Grande Slam. 

«La Fortitudo veniva da un grande momento. Feci quattro chiacchiere con Roberto Brunamonti, playmaker della Virtus. Le V nere erano preoccupate, ma quella gara cambiò tutto.»

 Quali sono i frequentatori più abituali del suo locale?

«Prima dell’emergenza sono venuti Teodosic e Markovic, anche dopo le partite.»

Uomini derby della Virtus e giocatori chiave della Fortitudo? 

«Villalta, Brunamonti e Alessandro Abbio per la Virtus; per la Fortitudo dico Daniele Albertazzi, Jack Zatti e Nino Pellacani.»

L’uomo che in assoluto infiammava di più il derby? 

«Senza dubbio Sugar Richardson, nessuno era spettacolare come lui.»

E tra la Fortitudo? 

«Mi piaceva Carlos Raffaelli e per fisicità Dallas Comegys.»

Su chi avrebbe scommesso per il derby che si sarebbe dovuto giocare stasera? 

«Il derby è una partita a se, i valori si annullano. Se devo dare delle percentuali, considerando che la Fortitudo avrebbe giocato in casa ti dico 55% Virtus e 45% Fortitudo, sarebbe stata una partita equilibrata.»

 

Fonte: Alessandro Gallo – Il Resto del Carlino

 

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