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Il Resto del Carlino – Senza tifosi, è un derby in differita del cuore

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Alessandro Gallo, dalle colonne de Il Resto del Carlino, ci racconta come Il derby di Basket City perda parte della sua magia e simbolicità senza i suoi tifosi. Perchè il derby non è solo i dieci sul parquet, ma anche i cori, gli sfottò e le coreografie, e vivere un derby tutti distanti, anche se tutti uniti dalla stessa passione, non è la stessa cosa.

La partita di ieri è stata comunque una bella partita, con la Virtus che parte subito forte ma la Fortitudo si ricompatta e recupera tenendo la partita in bilico fino a pochi minuti dalla fine. E lo spettacolo davanti allo schermo è anche interessante, ci racconta dei protagonisti con primi piani e statistiche, ci racconta dell’amicizia tra Mancinelli e Bellinelli, tra Gamble e Banks, ma manca un pezzo troppo importante. Manca quel muro umano che avvolge questo evento, e che ogni giocatore che abbia avuto la fortuna e l’onore di disputare uno dei 110 derby andati fin qui in scena saprà descrivere come unico e avvolgente.

Mancava quella scintilla che accesero tra i primi Schull e Fultz dividendo fieramente una città. Perché se i derby entrano nella storia, nella statistica, grazie alle giocate memorabili, come il tiro da 4 di Danilovic, entrano poi nel cuore dei tifosi, e non solo, per le coreografie. Torneranno.

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