Basket
6 Giugno, il punto sulla Virtus Segafredo. Sono questi i giorni degli umarells
Di questi tempi, i tifosi in genere si trasformano in tanti umarells, tutti in fila dietro le barriere del cantiere per sentenziare e con la speranza che qualcuno colga i propri, infallibili, consigli. Perché loro sì che ne sanno. In verità pare anche lecito che i tifosi virtussini (come un po’ tutti, peraltro) di questo periodo vivano le classiche ansie di chi non sa di che morte dovrà morire. Se torniamo al recente passato, le ultime stagioni delle Vunere sono state al limite dello schizofrenico: l’anno della retrocessione si annunciava come interlocutorio, ma a settembre chi avrebbe mai immaginato un epilogo tanto mesto? (anche se a 22 punti sembra quasi uno scherzo essere retrocessi). L’anno della A2 si è presentato tinto di umiltà, ed è stata una cavalcata trionfale. Il ritorno in A1 è stato quello degli arrivi di Gentile e Aradori, con stelle (minori, ma sempre stelle) d’Eurolega come Slaughter e Lafayette, e sappiamo bene come è finita. La scorsa estate, nuova scommessa con gli arrivi degli altisonanti Punter, Taylor, Qvale, M’Baye… e ne è scaturito il trionfo in BCL, ma anche situazioni controverse che non hanno certo influito positivamente sull’esito della stagione e sull’umore di molti dei tifosi. Ora, è un continuo stillicidio di nomi, di progetti, di sparate mediatiche che in quanto tali più che esaltare i tifosi si direbbe stiano facendo fermentare un’attesa un po’ malsana. Dalla terra bruciata che si è già fatta sul recentissimo passato, non possono che sorgere interrogativi a ripetizione: chi arriverà di nuovo? Come sarà esattamente costituito l’assetto societario? Che campionati si faranno? Addirittura, dove si giocherà? Stampa, social e siti web rincorrono affannosamente lo scoop con la querimonia di chi si sente escluso. Già, perché la società non lascia trapelare alcunché, come in parte già la scorsa estate (benché poi durante l’anno gli spifferi interni si siano rivelati uno dei problemi strutturali di casa Virtus) se non rare dichiarazioni ufficiose, più che ufficiali, come le parole del patron Zanetti sul progetto palasport. A mio avviso, bene così. L’esposizione mediatica, in questi frangenti, fa bene agli operatori della comunicazione, non credo alle trattative ed alla elaborazione dei progetti. La ridda di nomi fin qui accostati al futuro bianconero può essere suggestiva o forse no, garantisce la proliferazione di litigi sui social (giacché sui social più che discutere si finisce quasi sempre per aggredirsi vicendevolmente) ma null’altro che questo. Al momento di sicuro direi che ci sia il nome del coach e davvero poco altro. Intanto, La Virtus Pallacanestro ufficialmente non ha ancora un presidente; oltre ad Aradori, che in mano ha un contratto piuttosto solido, come atleti si suppone confermi Pajola, Cournooh, quasi certamente Baldi Rossi e Kravic. Di sicuro, non figure da quintetto. Pare fatto, per tanti, il ritorno di Stefan Nikjolic, prodotto del vivaio che ha girato senza particolari pregi e difetti l’A2. Si vocifera di Biligha, si continua a sognare Teodosic, si spiffera su altre star che in comune hanno quasi sempre l’essere in uscita da gravi infortuni, come Kuzmic o Macvan, come se non fosse bastata la vicenda Qvale. Un giorno arriva Andrea Cinciarini e l’altro rinnova con Milano. È così, come ogni estate. E allora prendiamola con calma: a chi ama davvero la pallacanestro, o anche solo la Virtus, suggeriamo piuttosto di dedicarsi alla conclusione dei campionati giovanili, che ogni anno dispensano soddisfazioni a i bolognesi. La Virtus Unipol Banca under16 ad esempio ha appena conquistato le Finali Nazionali di categoria, sotto la guida di Federico Vecchi, che si svolgeranno a Taranto dal 16 al 22 giugno. La Under 15 una settimana fa si è giocata, anche se perdendo con la Stella Azzurra Roma, i quarti di finale a Cecina. Nel frattempo, Alessandro Pajola è stato convocato per il raduno della Nazionale Under 20 di Andrea Capobianco. Queste sono notizie, le altre per lo più solo desideri, in particolare delle agenzie degli atleti. Sulla vicenda del nuovo palasport, invece, speriamo solo che non si inneschino le trafile politiche e burocratiche che stanno tormentando la risistemazione dello stadio Dall’Ara. Dovrebbe essere un’opera di tutt’altro impegno, se dovesse andare in porto, auspicheremmo una tempistica non proprio geologica.
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