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Italbasket, parla Ettore Messina: dal legame con Bologna al PreOlimpico – 23 giu

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Si avvicina l’Imperial Basketball City Tournament, il torneo che l’Italbasket disputerà a Bologna il 25 e il 26 giugno. Proprio in quest’ottica, ma anche verso il PreOlimpico, Ettore Messina ha parlato oggi in conferenza stampa. Tornare a Bologna, con la Nazionale, è un’emozione particolare per lui: “Quello a Bologna è un ritorno che ha qualcosa di speciale, non solo dal punto di vista sportivo. Devo la mia carriera sportiva all’avvocato Porelli. La mia famiglia vive qui e sarà un’emozione unica anche tornare al PalaDozza. Quando sono tornato ho trovato una Federazione ben organizzata e uno staff medico e tecnico di livello. Hanno fatto un grande lavoro per far giocare il PreOlimpico a Torino. La chiamata per allenare la Nazionale è un segnale di stima da parte di Petrucci e di questo sono onorato. Quando si è presentata questa possibilità, mi è servita solo una serata per parlare con gli Spurs, per chiedere se per loro potesse essere un problema. E, proprio con gli Spurs, stiamo lavorando per il mio futuro”. Lo stesso Petrucci parla così di Messina: “È un allenatore carismatico. Crediamo alle Olimpiadi, era uno dei nostri obiettivi come Fip. L’altro era quello relativo alle televisioni”. Per Messina si tratta di un ritorno alla guida della Nazionale e, a chi gli chiede un parallelo con l’Europeo del ’97, risponde così: “Quella squadra non è paragonabile a questa, per il semplice fatto che non era accompagnata dalle aspettative che ha questa Nazionale”. Ha le idee chiare Messina: “In una squadra è importante accettare che non tutti siano uguali. Avere delle gerarchie deve essere il punto di partenza”. Poi su alcune individualità: “Poeta si è allenato bene, ma il dilemma è sempre quello relativo a play e pivot. Il dubbio è se portare due o tre play, oppure due o tre pivot. Anche Hackett e Melli si stanno allenando bene e sono cresciuti molto in questi anni. Per quanto riguarda Abbass, è un atleta di livello europeo. Può avere vari ruoli in questa Nazionale, dal fare canestro dall’angolo fino ad annullare qualche giocatore in fase difensiva. Gentile in Nba? Conoscendolo so quanto sia ambizioso, ma l’ho visto tranquillo in questi giorni”.

A Bologna, e alla Virtus, sono legati ricordi meravigliosi. Proprio a proposito delle V nere, Messina cita Danilovic, quando gli chiedono qual è il tipo di giocatore che aiuti di più un allenatore: “È quello che ti aiuta a superare la paura. Danilovic una volta mi disse: ‘In campo abbiamo tutti paura, ma la differenza la fa chi riesce a trasformarla in energia ed aggressività, non chi ne è schiavo”. Poi, una valutazione sulle condizioni della squadra: “Alcuni giocatori sono molto stanchi, anche perché hanno fatto finali scudetto, arrivando solo pochi giorni fa. Stiamo lavorando con calma, Cuzzolin lo sta facendo con loro”.

Sulla finale NBA e su San Antonio: “Devo ammettere che non credevo alla rimonta. Sul 3-1 credevo che la serie fosse chiusa, bravi i Cavs a compiere questa impresa sportiva. La squalifica di Green è stata importante nell’economia della serie, ma il giocatore aveva già rischiato di essere squalificato nella serie con Oklahoma. Per quanto riguarda San Antonio, noi eravamo una delle squadre meno atletiche. Abbiamo sofferto sotto questo aspetto, ma ho imparato che la parola rimpianto non fa parte del loro credo sportivo”.

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