Basket
Jaiteh: “La Virtus è una grande opportunità, ho sempre avuto ottime sensazioni sul club”
Weekend di riposo per la Virtus Segafredo Bologna che sarebbe dovuta scendere in campo nel pomeriggio a Sassari per affrontare la Dinamo. La partita, però, è stata rinviata per problemi di Covid-19 riscontrati nella formazione sarda. La società bianconera, allora, ha intervistato Jaiteh che ha raccontato i suoi primi mesi alla Segafredo:
“La Virtus ha contattato il mio agente e quando lui me ne ha parlato ero molto felice perché la Segafredo era uno dei club in cui volevo andare per la storia e per le ambizioni che ha la società. Ho subito avuto ottime sensazioni sul club ed ho sperato che la trattativa si chiudesse il prima possibile perché pensavo che fosse il posto giusto per me”.
“Giocare in un altro paese migliora come giocatore e come uomo perché hai bisogno di adattarti alle diverse circostanze e questo ti rende un giocatore diverso”.
“Per me è una grande opportunità essere alla Virtus perché voglio dimostrare cosa posso fare in una squadra di livello, essere sempre efficiente in questa squadra. Sono sempre ambizioso, siamo stati sfortunati perché abbiamo avuto qualche infortunio all’inizio. Credo che più siamo più possiamo competere per tutto, per i nostri obiettivi stagionali. Per me la Supercoppa è stata la prima occasione per avere più minuti, migliorare e dimostrarmi pronto. Sapevo che Udoh avrebbe avuto più minuti e avevo bisogno di conoscere meglio i compagni ed il sistema di gioco. Cerco di non mollare mai e dare sempre il massimo e adesso si stanno cominciando a vedere i risultati. Spero di poter continuare su questa strada e farò di tutto per riuscirci. La squadra ha bisogno anche di me per raggiungere gli obiettivi e voglio dare una mano”.
“Se non sai che Teodosic è un giocatore di basket e non sai cosa rappresenta per questo sport lo vedresti come un ragazzo normale. Lui considera le persone per quello che sono e non per quello che rappresentano, non guardando ai soldi ma all’umanità e questa non è una cosa comune. Milos ti giudica per quello che sei, è interessato a parlarti, ed è bello parlare di tutto con lui, non solo di basket. Poi è bello che, quando siamo in campo, la connessione tra noi è ottima”.
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