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Petteri Koponen, una bandiera bianconera

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Tutti a Bologna ricordano con grande rispetto l’allora giovane (classe ‘88) playmaker e guardia finlandese Petteri Koponen, grande talento in erba proveniente dalla serie A finlandese, precisamente dall’Espoon Honka, con cui vinse nel 2007 e 2008 il titolo nazionale.

Sconosciuto al grande pubblico, il suo talento cristallino non passò comunque inosservato agli addetti ai lavori, e venne scelto come trentesimo al draft NBA 2007. La stagione successiva giocò inoltre la NBA Summer League 2008 con ottime percentuali, non fu comunque confermato dai Portland Blazers detentori dei suoi diritti, e infine fu ceduto alla Virtus Bologna del patron Sabatini dopo un’estenuante trattativa, con cui firmò un contratto quadriennale.

Nella prima stagione in bianconero aiutò la squadra nel trionfo all’EuroChallenge e nel campionato, ricoprendo il ruolo di secondo play alle spalle dell’ex NBA Earl Boykins. Dalla seconda alla quarta stagione divenne titolare inamovibile della squadra con ottime medie punti (dagli 11 ai 14 punti e 2-3 assist sui 30’), e nel biennio 2010-2012 ebbe l’onore di essere il capitano della squadra. Per lui Sabatini fece sforzi economici notevoli per tenerlo, respingendo domande da club stranieri più quotati, ma alla scadenza del contratto quadriennale Petteri si trasferì nel più prestigioso Khimki per giocare l’EuroLeague.

In Russia Koponen rimase altri quattro anni, nei quali non riuscì a strappare lo scudetto agli eterni rivali del CSKA, ma vinse bensì il suo secondo titolo continentale, l’Eurocup 2015, ricevendo inoltre alcuni prestigiosi riconoscimenti individuali. Nel quadriennio raggiunse lo status di top player europeo, con una buona media punti sia in Eurocup che in Euroleague (dagli 8 ai 13 punti in media per partita, sui 20’/27’). Divenne anche leader della nazionale finlandese, ed in occasione dei mondiali 2014 con favolose statistiche individuali (quasi 16 punti e 6 assist per partita sui 31’), miglior assist man della competizione.

Nel 2016 il trasferimento al Barcellona segnò un ulteriore salto di qualità nella sua carriera, e l’anno successivo vinse la Copa del Rey, registrando medie significative soprattutto in Euroleague (dagli 8 ai 10 punti per partita sui 20’/22’). Nonostante ciò, dopo due anni fu tagliato ed escluso dal progetto di coach Pesic, e l’ormai trentenne Petteri scelse i tedeschi del Bayern Monaco come successiva destinazione. Con il club bavarese ha vinto il campionato nazionale lo scorso anno, pur non avendo nel team un ruolo da protagonista assoluto, causa l’alta competizione interna.

Per concludere, Petteri Koponen è senza dubbio un cestista atipico per l’attaccamento alla maglia: quattro anni di militanza (nella Virtus e nel Khimki) sono un’era geologica nel basket moderno, in cui già quattro mesi a volte sono già tanti. Ha inizialmente preferito una costante crescita in club meno blasonati ad un contratto dorato da panchinaro in un top club europeo, e per questo motivo è diventato il beniamino di intere tifoserie. Per esempio, quando fu bianconero lasciò a Sabatini la scelta sul suo futuro, respingendo di fatto le sirene provenienti da mezza Europa, e dopo il primo draft NBA preferì continuare la definitiva maturazione in Finlandia ad una prematura avventura da subalterno in club europei più quotati.

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