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L’editoriale del lunedì: Fortitudo, piccoli progressi ma non bastano contro Sassari

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La Fortitudo Bologna esce sconfitta dal PalaPentassuglia. A differenza dei tonfi a Roma e in casa con Varese, questo è un risultato che ci può stare all’interno della stagione. L’89-86 rimane comunque doloroso visto l’andamento della partita, ma questa la si può catalogare come la più classica delle “belle sconfitte”.
Ci sta perdere a Sassari. La Fortitudo Bologna – nonostante il risultato finale – ha mostrato altri piccoli passi in avanti rispetto alle precedenti uscite e lo ha fatto contro un avversario di pari (se non addirittura di superiore) livello.

La Dinamo non è più la Dinamo degli ultimi anni, però soprattutto in casa rappresenta una compagine temibile e ostica da battere.
Si è vista una Fortitudo combattiva che ha provato a conquistare il successo fino alla fine. Poi però la fortuna, il cinismo e i deficit nel roster hanno fatto la differenza affinché ad ottenere fossero gli avversari.
La Lavoropiù che ha chiuso il terzo quarto avanti di otto lunghezze (60-68), non ha saputo capitalizzare il proprio vantaggio. Nell’ultimo e decisivo periodo, dopo una fase di equilibrio, la svolta: prima Pietro Aradori sbaglia la tripla dall’angolo che probabilmente avrebbe notevolmente complicato i piani di Sassari e poi l’infortunio alla spalla di Todd Withers che non è più rientrato in campo.
I biancoblu possono recriminare sul dato dei tiri liberi. 33 ne ha tentati Sassari, solo 11 la Fortitudo a fronte di 32 falli a 17. Un dato – che se guardiamo la similitudine nel gioco delle due squadre – che può far storcere il naso. In un match in cui lo scarto finale è di sole tre lunghezze, un divario di 22 tiri liberi non lo si può non considerare un fattore.
Nonostante questo e comunque la buona prova generale, l’Aquila ha denunciato alcuni dei soliti problemi che erano emersi nelle precedenti partite: manca un altro lungo straniero e la panchina, quando chiamata in causa, va in difficoltà.

Ethan Happ che ha deluso ancora le aspettative (9 punti, 7 rimbalzi e 5 assist in 20’) ha sofferto per tutta la partita contro l’ottimo Miro Bilan. Leonardo Totè si è ben difeso, ma da lui non ci si può aspettare l’apporto che ci si aspetta da Happ. Entrambi i lunghi sono usciti per 5 falli e Withers per infortunio. Questo ha obbligato Meo Sacchetti a giocare i possessi decisivi con Stefano Mancinelli da centro e il rimbalzo che si è fatto soffiare da Bilan alla fine ha pesato parecchio…
La Fortitudo può recriminare con sé stessa anche per la discutibile gestione del finale. A 7’’ dalla fine, sull’ultima rimessa da fondo i biancoblu – incomprensibilmente visto il peso del momento – si addormentano e Adrian Banks è costretto a commettere il suo quinto e ultimo fallo. Per questo motivo per l’ultimo attacco il bomber ex Brindisi non ha potuto essere in campo per il tiro del pareggio: la responsabilità è capitata nelle mani di Mancinelli che da tre ha preso solo il ferro.

Una nota positiva della partita di Sassari certamente è l’intesa tra Adrian Banks e Pietro Aradori. Se contro Trento il loro utilizzo in contemporanea è stato centellinato, contro la Dinamo si sono resi protagonisti nello stesso momento sul parquet. Aradori ha chiuso con 20 punti, Banks con 23 entrambi giocando 33’.
Con questo risultato la Fortitudo in Serie A è a una vittoria e tre sconfitte, un dato che – secondo i pronostici prestagionali – non ci si aspettava. Però se con Roma e Varese si è vista poco di tutto, ora i primi segnali di crescita ci sono. Il problema è che comincia per la Fortitudo un tour de force notevole: domenica all’UnipolArena arriva la corazzata dell’Olimpia Milano, poi comincia il percorso in Basketball Champions League con il Brose Bamberg e poi in trasferta sul difficile campo di Brindisi.

Da questo trittico di partite si vedrà la Lavoropiù che tipo di stagione affronterà. Intanto seppur nella sconfitta, qualche nota positiva può ricavarla. Ma certo non toglie che nel roster e nella costruzione della squadra qualche errore a monte c’è stato.    

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