Basket
L’Italbasket non è più una cenerentola, ma non vuole accettarlo
La Fiba World Cup 2023 ci ha regalato un finale quanto meno spettacolare, per i più sorprendente, con la Germania incoronata a Manila sul tetto del mondo, la Serbia sul secondo gradino del podio e il Canada che, sconfitti gli USA, si è aggiudicato un bronzo che sta un po’ stretto. L’Italia invece, dopo l’entusiasmante vittoria con la Serbia ha vinto una gara agevole con Porto Rico per poi spegnersi sul finale di competizione al cospetto di Stati Uniti, Lettonia e Slovenia, finendo così all’ottavo posto mondiale. Quello dell’Italbasket è stato quindi un mondiale di crescita rispetto al passato?
Il percorso che ha portato al mondiale
Nell’edizione del 2019, l’Italia arrivò decima in classifica superando da seconda il primo girone con Serbia (prima), Angola e Filippine, al girone che dava accesso ai quarti di finale si classificò terza con Spagna e Serbia davanti, uscendo così dalla competizione. Due anni dopo la grande occasione per tornare alle olimpiadi non viene sprecata dai ragazzi dell’allora coach Meo Sacchetti, che battono al pre Olimpico prima la Rep. Dominicana (+20) e poi la Serbia a Belgrado. A Tokyo batte Germania e Nigeria ai gironi e trova la Francia ai Quarti, 75-84 per i transalpini e Olimpiade chiusa al quinto posto. L’estate successiva l’attesa è tanta per Eurobasket, con gli azzurri che affrontano il girone iniziale a Milano con Grecia, Ucraina, Croazia, Estonia e Gran Bretagna, gli azzurri guidati dal neo coach Pozzecco si qualificano agli ottavi di finale da quarti in classifica e non senza problemi. Agli ottavi di finale, un’altra vittoria che sembra dare la spinta decisiva agli azzurri, quella, ancora una volta, contro la Serbia per 86-94. Ad attendere Fontecchio e compagni però c’è ancora una volta la Francia, che vince al supplementare in una gara che ancora oggi ricordiamo con l’amaro in bocca.
Il mondiale 2023, un’occasione sprecata da tempo
Arriviamo quindi ai giorni nostri, ma facciamo subito un passo indietro: tra la fine dell’Olimpiade, la manifestazione europea e il mondiale di quest’anno, la programmazione federale e tecnica si è concentrata principalmente sul potersi garantire le prestazioni della stella nascente Paolo Banchero, selezionato come prima scelta al draft 2022 dagli Orlando Magic, che ha però scelto all’inizio di quest’estate di vestire la maglia a stelle e strisce, lasciando ancora una volta gli azzurri senza un big man sotto canestro. Colpa ad un ragazzo ventenne? Si, questo almeno è ciò che è emerso dall’opinione pubblica, ma quelle che sono state le dichiarazioni portate avanti dall’allora diciassettenne, volenteroso di rappresentare il paese da cui prende solo origini lontane e di cui non conosce lingua né cultura, si affievoliscono negli anni e mettono in tavola sempre più dubbi. Dubbi che si sono poi rivelati fondati proprio con il mondiale quasi alle porte.
La paura di cambiare
Torniamo quindi alla domanda di cui sopra, il mondiale 2023 degli azzurri, fa registrare un trend in crescita rispetto al 2019? Mettendo a confronto le due rassegne mondiali un passo avanti c’è stato, l’Italia è tornata tra le prime otto al mondo, guadagnando due posizioni in quattro anni, ma perdendone tre rispetto all’Olimpiade di Tokyo giocata due anni fa. Le criticità non derivano però dal risultato in se, che comunque se visto con occhi poco attenti parla di sconfitta agli ottavi contro gli USA, ovvero: “più di così non potevamo fare”. I problemi riguardano una comunicazione sbagliata che difficilmente farà crescere questo progetto azzurro, che molto più probabilmente continuerà a navigare nel limbo degli Ottavi di finale. Questo lo possiamo dedurre non solo dalla sconfitta di quaranta punti subita dagli Usa, così pesante non solo per meriti altrui, ma per forti demeriti azzurri, che anche all’interno del mondiale stesso non sono stati capaci di cambiare faccia per crearsi identità differenti da mettere in campo. L’insufficiente forma fisica di Achille Polonara poteva essere riconosciuta da subito e tramutarsi nella possibilità vera per Gabriele Procida di essere parte fondamentale della spedizione, che non sarebbe comunque arrivata a medaglia ma che avrebbe formato una forte consapevolezza in quello che dovrà essere uno dei punti di riferimento per la nazionale dei prossimi quindici anni. Egual ragionamento per Matteo Spagnolo, che ha disputato quest’anno l’Eurocup (11,8 punti e 4,3 assist di media) guadagnandosi la chiamata in Eurolega dall’Alba Berlino, ed è stato impegnato in maniera importante solamente nell’ultima gara contro la Slovenia, dove ha giocato a testa alta contro Luka Doncic.
Una comunicazione vittimista
La comunicazione crea mentalità e carattere all’interno di un gruppo, che non è lì per caso, e non vola solo perché non sa di non poterlo fare, ma semplicemente supera un percorso alla sua portata perdendo una sfida contro la Rep. Domenicana e complicandosi la vita, risolve i suoi problemi riuscendo a fare una grande gara contro la Serbia, ma torna in campo contro Porto Rico con una prestazione che porta alla vittoria solo per incapacità altrui. Contro gli Stati Uniti si presenta da imbucata alla festa che aspetta di essere scoperta e cacciata fuori e non prova a comportarsi in maniera disinvolta per far si che a chi di dovere non venga il dubbio che lo sia e prenda su di essa il sopravvento. Nessuno partiva sconfitto pensando a questa squadra, gli ottavi di finale sono sempre stati un realtà raggiungibile sopratutto a gironi fatti, nessuno pretendeva una vittoria contro gli Stati Uniti, ma quasi tutti si attendevano una prestazione differente. Ora è il momento di togliere il vestito da eterna squadra rivelazione e iniziare a costruire, con il materiale a disposizione una cultura e una mentalità da squadra che si ponga obiettivi realistici, parlando si di cuore e sentimenti ma anche di pallacanestro.
Il seguito cresce ma dev’essere ripagato
Una delle cose che va riconosciuta a questa nazionale è che con le sue ultime competizioni ha fatto crescere l’attenzione sulla versione a spicchi della maglia azzurra, il carattere di Pozzecco ha certamente aiutato perché tocca le corde sentimentali dei tifosi, polarizza, ma raccoglie consensi. L’exploit di Simone Fontecchio e una comunicazione social che sta andando a prendere le persone sui propri territori d’appartenenza sono stati tra i motivi di questa crescita, ma tutto questo ha bisogno della pallacanestro, perché attrarre attenzioni aiuta a portare nuovi appassionati, che in quanto tali hanno bisogno di continui stimoli per continuare ad essere presenti, uno di questi dev’essere indubbiamente il campo dove bisognerà provare ad uscire da quel limbo di cui sopra.
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