Basket
È davvero partita l’avventura di una nuova Virtus Segafredo
È morto il re! Viva il re! Sale Djordjevic, fresco di un trofeo del tutto inaspettato, resterà nella storia per essere stato il coach di una delle finali scudetto più incredibili. Lascerà molte vedove tra i tifosi (anche se solo poche settimane or sono le cose non stavano proprio nello stesso modo) ma evidentemente la situazione all’interno della Virtus era insanabile. La rottura si era creata prima di Natale, brava la società a lasciargli il tempo di dimostrare che il suo progetto era tutt’altro che peregrino, ma è abbastanza evidente come certe cose fossero già state definite, e da parecchio. Mancavano i dettagli, è insorta una complicazione peraltro meravigliosa, tuttavia le strade si erano separate da mesi, è chiaro. Ora tocca a Sergio Scariolo, sicuramente una delle alternative migliori fra quelle prospettate dalla miriade di voci createsi nel frattempo. Scariolo è allenatore esperto, di valore, un vincente (che non guasta) ma anche uno che ha bisogno se non di rivincite di conferme, visto che a livello di club è dal lontano 2006 che non vince più (a meno di non considerare il titolo NBA come vice a Toronto due anni or sono). Quindi, anche se ha sessant’anni può avere ancora fame. A livello di nazionale invece pochi possono vantare un palmares come il suo con la Spagna. Si dirà: grazie, con la Spagna. È anche vero, fra l’altro, che con la Serbia Djordjevic ha raggranellato solo argenti, sebbene un paio, a Rio nel 2016 e in Turchia l’anno dopo, lo abbia fatto proprio davanti alla Spagna. Non si contano invece i trofei di quest’ultimo da giocatore. Insomma, la gara fra i due su chi sia meglio o peggio, più vincente dell’altro, appare risibile e permetterebbe di dare ragione all’uno o all’altro a secondo dei punti di vista. Basta dunque col passato, per quanto recente, ci si concentri sul futuro perché aver vinto uno scudetto dà grandi soddisfazioni ma sul piano pratico non spalanca alcunché: niente Eurolega, nessun credito speciale, solo, da domani, la pressione di dover confermare uno status.
Ecco allora che le parole di Scariolo alla sua presentazione paiono le più indicate: “Credo ci sia molto da fare” ha detto “complimenti a Djordjevic e ai giocatori per la vittoria, ma ora ho lo sguardo verso il futuro”. Che non significa screditare chi si è aggiudicato lo scudetto, semplicemente che non ci si può crogiolare sugli allori. Ha anche detto che vorrebbe confermare tutti gli italiani e almeno tre stranieri, provando a rinforzarne il reparto. Chiedevo, la settimana scorsa, di non rompere un giocattolo dimostratosi straordinario: ecco, salvaguardarne il nucleo a questi livelli sarebbe già una buona risposta in tal senso (anche se senza il suo coach originario non potrà certo più essere la stessa cosa). Adesso si è già avviato il cancan delle voci di mercato, con quello che è già di Milano, o forse no, quell’altro che ha già firmato, ma c’è un però… Personalmente, non amo affatto il putiferio che un po’ fa sognare, un po’ fa arrabbiare, ma quasi sempre si conclude in nulla di fatto. La società ha detto che Scariolo dirà la sua, sull’argomento, e questo mi basta. I giocatori non sono figurine, l’adattabilità alla situazione entro cui dovranno muoversi conta più di ogni altra cosa, come ha ben dimostrato il caso di Adams, ragazzo/uomo straordinario che immagino andrà via ed è uno di quegli avversari che preferirei non incontrare l’anno prossimo. Dispiacerà per quelli che se ne andranno, il gruppo sinceramente mi aveva conquistato tutto proprio come persone. Ma l’anno che verrà proporrà un’asticella rialzata e ora bisognerà concentrarsi solo su questo. Nella speranza di poter tornare tutti alla Segafredo Arena, visto che l’evento sportivo non è solo il gesto atletico, si completa in tutto quello che accade sul e attorno al parquet. C’è voglia di tribune piene, insomma, magari per festeggiare una nuova grande Virtus Segafredo. Tuttavia, attenzione: saremo di nuovo in un primo anno, ci saranno meccanismi da consolidare, giochi da perfezionare, intese da completare. Vincere subito sarà ancor più difficile di quest’anno, per tanti motivi: cerchiamo, a Natale, se non prima, di non innalzare lamenti funebri se le cose non dovessero andare subito benissimo: le stagioni si valutano a giugno, quest’anno lo ha perfettamente confermato, alla faccia di quelli che erano già “scesi dal carro” dopo la débacle (ma si può dire questo di una manifestazione dove hai perso solo due partite su ventuno?) in Eurocup.
Fiducia massima, dunque, a Scariolo e alla società, in attesa di scoprire che Virtus avremo la prossima stagione. Grazie, Sale; tutti con te, ora, Sergio, che arrivino o non arrivino Melli, il Gallo o Lebron.
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