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Che Virtus Segafredo sarà?

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Che Virtus Segafredo sarà, quella approntata per il ritorno in Eurolega? È sicuramente quello che si stanno domandando tanti tifosi, in arte preoccupati dal fatto che il mercato bianconero, ancorché molto attivo, non abbia portato sotto le Due Torri i nomi di cui tanto si è vociferato, a partire da Polonara e quel lungo grande, grosso ed esperto che pareva imprescindibile. In verità, la squadra fin qui costruita da Ronci e Scariolo (sebbene su alcune trattative sia comunque stato decisivo l’intervento di Baraldi, che gestisce il borsellino) è sul piano fisico/atletico grandemente interessante, e tecnicamente ha compiuto dei balzi in avanti assolutamente significativi, sebbene i nomi arrivati non siano tra i più noti al grande pubblico. Cominciamo a osservare il nuovo roster dai “lunghi”. Qui si è avuto il maggior numero di partenze, ma se dobbiamo essere sinceri non pare che questi addii debbano considerarsi troppo dolorosi, a parte quello di Sampson, il giocatore che era stato mediamente il più efficace del reparto durante le diverse finali, che però sembrerebbe più che degnamente sostituito. Accanto a Jaiteh, giocatore sulla cui crescita la Virtus continua a puntare molto – e fa bene – sono arrivati Jordan Mickey e Ismael Bako, il primo valido in entrambi gli spot di 4 e 5, il secondo poco conosciuto esattamente come Jaiteh un anno fa. Viene dal campionato spagnolo, ambiente di assoluta familiarità per Scariolo, ed è in rampa di lancio con i suoi quasi 27 anni e il titolo di MVP nelle finali della lega Catalana, vinta con il Baxi Manresa contro il Barcellona. Su Mickey invece non credo occorra aggiungere tanto, come a suo tempo per Shengelia: vi pare poco un reparto che somma appunto Mickey, Jaiteh, Bako, Shengelia, che può essere supportato da Semi Ojeleye e si presterà a fare da chioccia ai giovani Leo Menalo e Gora Camara? Giocatori veloci, per lo più abili nel ball handling, con buone attitudini difensive e che potenzialmente si prestano ad un gioco assai spettacolare. Dalla loro pure l’età e una certa fame di vittoria. Insomma, le potenzialità per una bella stagione a mio parere ci sono tutte. In ala piccola invece cominciamo a scorrere i nomi: Weems, Abass, Cordinier e, soprattutto, il nome a sorpresa di Semi Ojeleye. Certo non un giocatore da All Star Game, ma questo è uno che in NBA ci stava davvero, un mastino in difesa e per gli standard europei sicuramente pure attaccante di personalità. Una montagna da contrapporre alle ali come quelle che possono aver fatto male alla Virtus la scorsa stagione per via della fisicità. Pe ril resto, sfido a eccepire su Weems, chiaro che diviene in teoria cruciale il ritorno a pieno regime di Abass, soprattutto in ottica LBA, mentre per Cordinier si apre un capitolo a parte: a lui toccherà guadagnarsi i minuti importanti, vedremo se avrà la stoffa per un definitivo salto di categoria in un ruolo che poi si sovrappone a quello del 2, dove peraltro oltre agli storici Santeodosic e Belinelli (chi lo dà per bollito ritengo che si dovrà ricredere) è arrivata l’aggiunta forse più importante, il quasi ventottenne Iffe Lundberg che torna in Europa dopo una rapida incursione a Phoenix ma soprattutto viene a incrementare il plotoncino di ex CSKA nelle Vu Nere. Questo credo sarà la vera scoperta per i tifosi che non lo hanno ancora ben inquadrato, ma in potenza è un fenomeno, perfetto in coppia con Hackett. Rimane, infatti, il settore dei play, quello più conservativo (anche perché finché c’è il “dio” Milos c’è la “sua” squadra, innanzi tutto). Qui gli investimenti Pajola e Mannion saranno i protagonisti come cambi per Hackett, anche se si potranno vedere quintetti con Teodosic e Lundberg in guardia. Su Pajola inutile spendere Parole; Mannion, invece, si gioca parecchio, perché dovrà dimostrare di essere tornato il folletto della passata estate olimpica e di saper essere determinante in LBA, dove potrebbe trovare tanti minuti e responsabilità.

E così siamo a quindici giocatori, ai quali potranno aggiungersi Ceron, forse Ruzzier? Giocatori sotto molti aspetti encomiabili, ma non pronti, pensiamo, per le nuove platee bianconere.

Insomma, proviamo a fare tre quintetti?

Hackett, Teodosic, Ojeleye, Shengelia, Jaiteh

Pajola, Lundberg, Weems, Mickey, Bako

Mannion, Belinelli, Cordinier, Abass, Menalo (Camara)

Certo che alla fine in campo scendono pure gli avversari, e sarebbe specioso adesso fare confronti solo sulla carta, ma a mio parere questa Virtus ha le carte in regola per riuscire a fare bene. Poi, gli obiettivi si raggiungono o meno anche grazie a tante circostanze più o meno favorevoli, non dimentichiamolo. Certo, un’altra stagione di problemi fisici come la passata sarebbe una iattura. Ma credo sinceramente che ci sarà da divertirsi, alla Segafredo Arena.

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