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La Virtus parte col piede giusto e fa sua gara 1 – 14 Giu

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Gara 1 è dei bianconeri. Il finale è 85-62 (parziali: 27-24; 52-38; 70-50)

 

SEGAFREDO BO: Spissu 4, Umeh 29, Spizzichini 7, Ndoja 14, Rosselli 6, Michelori, Oxilia 2, Gentile 5, Penna, Lawson 18, Bruttini. All. Ramagli.

ALMA TS: Parks 8, Bossi 7, Coronica 2, Green 12, Ferraro, Pecile n.e., Baldasso 3, Simioni, Prandin 10, Cavaliero 7, Da Ros 3, Cittadini 10. All. Dalmasson.

 

La Virtus fa sua gara 1 di finale, al termine di una partita intensa giocata con autorità e grande energia. I bianconeri sono venuti fuori alla distanza, piegando la resistenza di una Trieste molto solida nella prima frazione di gara, ma incapace di trovare i colpi per arginare lo strapotere di una Segafredo che ha sfruttato al meglio il fattore campo.

Prima della palla a due, viene concesso il giusto tributo alla Matteiplast del presidente Civolani, fresca di promozione in serie A1 femminile. Segue una coreografia spettacolare della curva bianconera, completamente avvolta in uno striscione gigante in cui spicca il nome “Virtus”. Il clima decisamente rovente non spaventa i protagonisti in campo, subito pronti a scambiarsi colpi a ripetizione. Il match si apre infatti con un incredibile “Three point contest” a cui partecipano in successione Green e Da Ros da una parte ed il tandem Umeh-Rosselli dall’altra. Bologna non si scompone e con Lawson spezza la parità tentando il primo allungo (11-6). Qualche disattenzione difensiva, però, consente a Trieste di rifarsi sotto, ma Ndoja ristabilisce le distanze segnando una tripla da distanza siderale. Il ritmo della gara sale vertiginosamente con ambo le compagini pronte a correre velocemente in campo aperto. La bimane di Lawson fa esplodere il palazzo, subito costretto a spegnere il proprio entusiasmo sulla seconda bomba in fila di Prandin, in stato di grazia dalla serie precedente. Gli ospiti, in uscita da un timeout, arginano bene il tentativo di pressing bianconero grazie ad un alley-up che Green finalizza con uno splendido volo sopra il ferro. L’equilibrio viene spezzato dalla bomba di Gentile che, sul finire di frazione, riporta i suoi ad un pieno possesso di vantaggio (27-24). Lawson riprende da dove aveva lasciato. Dall’accesa lotta sotto le plance, recupera un pallone dalla spazzatura e lo converte in due punti fondamentali con un dolce rilascio vicino al ferro. La tripla dall’angolo di Umeh punisce il tentativo di contropiede dei due americani in maglia Alma, troppo concentrati nel tentativo di dare spettacolo. Il colpo incassato sembra stordire gli ospiti che faticano a trovare la via del canestro. La Segafredo decide di spingere sull’acceleratore e grazie alle giocate dell’asse Umeh-Gentile trova il massimo vantaggio (37-26). La gara si incattivisce a causa di contatti che eccedono il limite e infrazioni non sanzionate dalla terna. Trieste approfitta del momento di relativo appannamento delle Vu nere, dimezzando lo svantaggio. Lawson non ci sta e, rientrato in campo al posto di un ottimo Bruttini, riporta i suoi sulla doppia cifra di margine, concretizzando un gioco da tre punti. Il match viene spezzettato dai falli e si segna solo a cronometro fermo. Cavaliero ne segna tre prima di commettere un fallo antisportivo su Spissu che ringrazia e fa percorso netto dalla linea della carità. Lo stesso play sardo è abile nel confezionare un assist al bacio per Lawson che segna allo scadere dei 24”, continuando ad essere un vero rebus per la retroguardia ospite. Di Ndoja e Umeh le conclusioni che permettono ai bianconeri di ampliare il gap. Alla pausa lunga, Virtus avanti sul 52-38.

Al rientro in campo è ancora la difesa delle Vu nere a fare la differenza, aumentando notevolmente la propria intensità. I friulani vi continuano a sbattere, faticando a trovare le soluzioni giuste per arginare il muro eretto dalla Ramagli band. Ci vogliono infatti ben sei giri di lancette prima che Trieste ritrovi, dalla lunetta con Parks, il fondo della retina. I padroni di casa hanno, però, già scavato un solco importante. Il super parziale di 19-0, firmato da Lawson e Umeh, vale il +31 (70-39). Sembra tutto fatto, ma la Segafredo appare già paga del risultato. Un completo blackout su ambo i fronti consente agli uomini di coach Dalmasson di segnare un contro break di 0-11, con cui Trieste ne approfitta per recuperare un po’ di terreno, chiudendo la terza frazione sul 70-50. Parziale che rimane aperto in favore degli ospiti, bravi a sfruttare gli spazi concessi dai bianconeri. La qualità della gara cala vistosamente a causa del momento di confusione vissuto da ambo le compagini in entrambe le fasi di gioco. La Virtus trova con Ndoja e Spizzichini le bombe che ridanno vigore all’attacco bianconero, tornato nuovamente a macinare gioco. Ramagli amplia le rotazioni concedendo gli ultimi minuti anche a Penna e Oxilia, abili nel confezionare una bella giocata che porta quest’ultimo a concretizzare una schiacciata nel mezzo della difesa triestina. Il finale è puro garbage time, utile solo a definire il punteggio. Gara 1 è dei bianconeri che si impongono per 85-62.

Splendida prova quella dei bianconeri che grazie alla prestazione odierna si portano subito sull’1-0 nella serie. Sapiente la gestione della panchina da parte di coach Ramagli, contento per l’importante risultato ma già focalizzato sul match che tra sole 48 ore vedrà nuovamente le squadre sfidarsi sul parquet del Paladozza. Umeh e Lawson incontenibili, Ndoja un fattore positivo in ambo le fasi di gioco. Una vittoria arrivata comunque grazie ad una prestazione corale dove ogni singolo componente ha giocato un ruolo importante nel match. Uniche note stonate il momento di puro appannamento sul finire del terzo quarto e l’infortunio occorso a Spissu, costretto ad abbandonare il campo. Vedremo se riuscirà a recuperare in tempo, in caso contrario non si farà certo trovare impreparato il giovane Penna.

 

Nella conferenza stampa post partita sono intervenuti entrambi gli allenatori. Di seguito le loro parole.

 

Ramagli:

 

Dalmasson:

 

 

(foto: ilrestodelcarlino.it)

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