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La Virtus regge l’urto meneghino per quasi metà gara. Finale:85-101 – 28 feb

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OBIETTIVO LAVORO BO: Pittman 26, Fabiani, Vitali 13, Vercellino n.e., Cuccarolo, Gaddy 16, Pajola n.e., Fontecchio 8, Mazzola 7, Hasbrouck 3, Odom 12. All. Valli.

 

EMPORIO ARMANI MI: McLean 10, Lafayette 14, Cerella 5, Kalnietis 3, Macvan 10, Vecerina n.e., Magro, Restelli n.e., Cinciarini 14, Sanders 11, Simon 21, Batista 13. All. Repesa.

 

A seguito della pausa imposta alla regular season dalla final eight di Coppa Italia, la Virtus ritrova le mura amiche ospitando la EA7 Milano. La corazzata di coach Repesa (per lui oggi aria di derby, visti i suoi trascorsi in maglia Fortitudo) fresca vincitrice proprio della coppa nazionale, si presenta al completo ai blocchi di partenza. Tra le fila bianconere stride ancora l’assenza di capitan Ray, nuovamente costretto ai box per i soliti fastidi al ginocchio.  Contro ogni pronostico, i bianconeri cominciano la gara con un approccio psico-fisico apparso solo poche volte in stagione. Dopo 3’ conduce Bologna per 8-2, sfruttando un’intensità difensiva da manuale e trovando ottime finalizzazioni sull’asse Mazzola-Pittman. Fontecchio inaugura la “guerra delle triple”, vinta però dagli ospiti che con Cinciarini agguantano la parità a quota 12. Gara dal ritmo forsennato, che vive di un agonismo esagerato riversato sul parquet da ambo le compagini. V nere avanti nel punteggio, prima che Sanders impatti nuovamente dalla linea della carità. Il pressing difensivo di Milano fa il resto, sfruttando le distrazioni bianconere. 6-0 e ospiti che chiudono in vantaggio la prima frazione sul 25-31. Il ritmo dell’EA7 non accenna a diminuire. I meneghini aumentano esponenzialmente i giri del proprio motore, ritrovandosi in un amen sul +10 (31-41), punendo cinicamente le disattenzioni della truppa di coach Valli in fase offensiva. La Virtus prova a stare al passo degli ospiti, ma i tentativi sono vani. Per circa 5’ i bianconeri non trovano il fondo della retina, mentre sulla sponda opposta sale in cattedra il genio cestistico di Simon. La guardia croata guida i suoi al massimo vantaggio, che alla pausa lunga ammonta a 16 lunghezze (38-54). Al rientro in campo sono ancora gli uomini di coach Repesa a condurre le danze con autorità. Troppa ed evidente la differenza fisica e tecnica in favore dei biancorossi, il cui ritmo diventa davvero insostenibile per la OL. Gli ospiti sfiorano il +30, punizione che sarebbe stata eccessiva per una Virtus sin qui coriacea e mai doma. Basta infatti un minimo rallentamento da parte di Milano perché Vitali e compagni trovino le giuste energie per ricucire, seppur di poco, lo strappo. Al 30’, sempre ospiti avanti ma di, si fa per dire, soli 19 punti (56-75). Nell’ultimo periodo Bologna reagisce con veemenza. Probabilmente ormai sicura della vittoria, la EA7 allenta la propria presa offrendo il fianco alle V nere, pronte ad aggredire con efficacia. Vitali punisce con la bomba dall’angolo, regalando poi la palla ad Odom per la bimane che produce un mini break di 5-0. Repesa si rifugia nel timeout, catechizzando i suoi. Bologna non si fa intimidire e guidata da Gaddy riesce a dimezzare lo svantaggio, quando sul cronometro mancano ancora 7’ da giocare. Gli ospiti trovano nuova linfa dalle mani di Lafayette e Batiste, nonostante i tentativi di una difesa bianconera la cui spia della riserva comincia a lampeggiare con insistenza. Valli tenta anche la carta del pressing a tutto campo per limitare le scorribande meneghine, ma la gara è sostanzialmente chiusa. Batiste segna il canestro per “le paste”, portando i suoi sopra quota cento punti. Encomiabile lo sforzo dei padroni di casa che sino all’ultimo possesso non smettono di lottare. Il finale premia Milano, che al 40’ può esultare sul 85-101.

Non era certo questa la gara da vincere, ma l’atteggiamento mostrato in data odierna è apparso quello giusto per poter arrivare al traguardo finale. Necessita, però, di continuità nei prossimi appuntamenti, fondamentali per il cammino bianconero. Nota stonata la prestazione di Hasbrouck, al quale segue a ruota quella di Gaddy ancora una volta abile a destarsi dal proprio torpore sempre e solo nell’ultimo periodo, spesso con le gare già chiuse da qualche giro di lancetta. Da annotare e mostrare ai giovani la prestazione difensiva della Virtus, in particolare nel primo quarto quando il fondamentale di “aiuto e rotazione” è stato eseguito con precisione quasi chirurgica. Sulla sponda opposta stupendo il movimento della palla di Milano, diretta inseguitrice della capolista Reggio Emilia, e compagine in grado, nel momento in cui decide di spingere con energia il pedale dell’acceleratore, di realizzare canestri di pregevole fattura. Aspettando Gentile, questa squadra sicuramente lotterà per il titolo. Virtus che spera nel recupero completo del proprio capitano, ma che può e deve ripartire da questa prestazione per aumentare la convinzione nei propri mezzi. La missione non è semplice, ma le armi per portarla a compimento ci sono tutte. Come recita uno striscione della curva dei Forever Boys: “..mollare MAI!”

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