Basket
Quando il gioco si fa duro… L’editoriale del lunedì
Non c’è dubbio che, dopo la promozione dalla A2, questa sia la settimana fin qui più importante per la Virtus della gestione Zanetti, quella in seguito alla quale il verdetto potrebbe farsi pesante: se l’obiettivo posto dalla Segafredo è quello di tornare nell’Europa che conta sia sul piano sportivo che, soprattutto, mediatico, venerdì sera potrebbe già esserci un risultato definitivo, positivo o negativo, anche se quello positivo dovrebbe poi dipendere da disgrazie altrui. Il Valencia, infatti, si sta giocando le ultime speranze di restare in Eurolega: dovesse non riuscirci, sarebbe sufficiente entrare in finale di Eurocup per essere ammessi all’edizione del prossimo anno della massima competizione di basket in Europa. La squadra di Djordjevic si è peraltro guadagnato il diritto di giocarsi una eventuale bella in questa semifinale, la settimana prossima, alla Segafredo Arena, per cui diciamo che domani sera si gioca tantissimo ma potrebbe non essere in ogni caso un’ultima spiaggia.
Detto in altri termini, la Virtus Segafredo giunge alla semifinale di Eurocup nel modo migliore possibile, contro un’avversaria estremamente pericolosa, ma a questo punto chi non lo sarebbe? Credo che anche a Kazan si stiano ripetendo qualcosa di analogo, forse anche loro avrebbero preferito un avversario differente, o magari no, perché Gran Canaria una volta li ha già battuti e Monaco ha confermato tutta la propria pericolosità trovandosi prima del girone davanti a Badalona nelle Top 16. La morale è che giunti a questi livelli non ha più senso fare calcoli, gestire eventuali opportunità: la sola soluzione è provare a vincere ogni partita come fosse l’ultima, consapevoli del fatto che la squadra più pericolosa è sempre quella che ti trovi davanti. Kazan gode di un roster in prevalenza a stelle e strisce di tutto rispetto e soprattutto fortemente energico: Brown Jr., Theoidore e Okaro White li conosciamo bene da tempo, Canaan, Smith e Morgan li abbiamo potuti conoscere in tv, anche perché non c’è altro modo di vedere sport. A meno di non trovarsi in Russia. Ecco, questo renderà la sfida tra Unics e Segafredo relativamente impari, giacché a Kazan è consentito l’accesso al pubblico, ancorché contingentato. Potrà essere davvero un valore aggiunto per loro? Io un po’ dubito, ma è la classica cosa che si potrà scoprire solo al momento, a meno di non voler essere velleitari nei commenti.
Intanto, le Vu Nere hanno archiviato la pratica Sassari come meglio non si poteva, al di là di qualsiasi previsione. È vero che la Dinamo era in un momento difficile, ma sarebbe svilire l’impresa compiuta dalla Virtus ritenerla figlia dei loro problemi: benché priva di Markovic (pare poco?) la squadra ha sfruttato assolutamente bene le note incertezze difensive dei sardi, partendo, però, da una difesa granitica e da una partecipazione ai giochi dell’intero collettivo che parrebbero essere diventate le sue peculiarità principali. Una cosa positiva, certamente, è stata la distribuzione del minutaggio fra tutti i giocatori a referto, ma lo è stato ancora di più la distribuzione dei punti segnati e soprattutto l’alternarsi degli MVP, a dimostrazione del fatto che la Virtus non può fare a meno di certuni, ma non è neanche detto che annullato l’uno o l’altro debba per forza smettere di produrre gioco.
Le aspettative dunque sono forti, il popolo virtussino si ritrova dove mai si era ritrovato da un ventennio a questa parte, anche se due titoli continentali in verità li ha già visti aggiungere in bacheca. Però il fascino di un eventuale ritorno in Eurolega supera quasi quello della vittoria in Eurocup: che peraltro sarebbe assai meglio vincere, come ogni competizione, ma soprattutto perché sarebbe ora che le Vu Nere tornassero nell’élite che storicamente compete loro dalla porta principale, come è nella sua tradizione.
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