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LBF: «La chiusura della Virtus femminile è per noi un danno d’immagine»

La Virtus femminile chiude i battenti ma l’LBF non ci sta. La Lega chiede alla Segafredo danni a livello d’immagine

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Cecilia Zandalasini e Francesca Pasa
Cecilia Zandalasini e Francesca Pasa, pilastri dell'ormai ex Virtus femminile (©FIBA)

La Virtus femminile ha chiuso i battenti, l’ha comunicato l’AD della società bianconera Fabio Baraldi ai microfoni di TRC. Non che ci fossero molti dubbi, dato che la situazione in casa Segafredo non prometteva nulla di buono visto il fuggi-fuggi di atlete verso altri club e il silenzio ostinato che ha regnato in merito alla situazione del settore femminile. Insomma, in questa situazione ci abbiamo perso tutti, ma qualcuno un po’ di più: l’LBF.

La nota in seguito all’assemblea dell’LBF

Di seguito è riportata la nota uscita oggi sul sito della Lega Basket femminile. Come si legge, il disappunto in merito alla decisione di chiudere la sponda rosa della Virtus Bologna è tanto. Soprattutto, l’LBF recrimina un danno a livello d’immagine:

«Il 24 giugno si è svolta in conference call l’Assemblea di settore di Serie A1, in cui erano presenti tutte le società.

Il Presidente Protani ha sottolineato la necessità di un incontro assembleare in seguito agli accadimenti degli ultimi giorni, che hanno avuto un forte impatto sulla pallacanestro femminile, sottolineando come sempre la preziosa vicinanza e il continuo supporto della Federazione Italiana Pallacanestro, a maggior ragione in questo frangente.

Da tutti i presenti è emersa la volontà di fare fronte comune e incontrarsi nuovamente di persona nelle prossime settimane per lavorare su diversi aspetti, tra presente e futuro, volti a tutelare l’interesse dell’intero movimento e a garantirne la sostenibilità.

L’assemblea all’unanimità esprime la propria amarezza per la rinuncia improvvisa alla partecipazione in Serie A1 da parte della Virtus Bologna, che ha avuto come conseguenza un impatto negativo sulla pallacanestro femminile italiana e in generale sull’intero movimento cestistico nazionale. A tal proposito la Lega Basket Femminile sta valutando insieme ai propri legali la possibilità di agire nei confronti della società Virtus Bologna per il notevole danno subito a livello di immagine.

Viene infine condivisa dall’intera Assemblea la volontà di adottare strategie comuni mantenendo come primo obiettivo la tutela dell’intero patrimonio cestistico, umano e professionale che contraddistingue da sempre il nostro mondo».

Che si fa?

A questo punto ci sarà da valutare, nel caso in cui la Lega dovesse decidere veramente di proseguire per vie legali, la situazione. Il basket femminile non è estraneo alla perdita di squadre in corso d’opera, come Lucca lo scorso anno. Anche Ragusa ha rinunciato alla serie A1, scegliendo di riavvolgere il nastro dalla categoria inferiore. Il caso della Virtus è particolare: le Vu nere sono state, nei 5 anni di serie A, grandi protagoniste del campionato, e forse le modalità con le quali è avvenuta la chiusura non sono in linea con quelle che la Lega ha vissuto in questi anni. Insomma, l’immagine della Lega Basket femminile, a dirla tutta, è compromessa da un bel po’. La Virtus femminile, forse, è solo l’esempio più rumoroso di un sistema che da anni ha dimostrato di avere più di una falla, anzi, di essere sull’orlo del precipizio.

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