Basket
Le pagelle del giorno dopo: Fortitudo-Mantova
Un’altra occasione persa per muovere una classifica a questo punto non così salda. In svantaggio, anche pesante, dall’inizio alla fine, al Paladozza la Fortitudo cede il passo a Mantova 73-77. Il nervosismo gioca un ruolo fondamentale come lo scarto nei rimbalzi, numeri che condannano Bologna confermando l’esigenza di correttivi. Le pagelle del giorno dopo:
– Marcus Thornton (7 pt/3 rim/1 ass) 5:
Up: non più di un paio di episodi che fanno il bene dei biancoblu. Giusto un paio, però.
Down: le sue percentuali raccontano di una prova sottotono, incapace come in altre occasioni di prendersi quelle responsabilità che si chiedono tipicamente a una guardia americana.
– Pietro Aradori (20 pt/7 rim/3 ass) 6:
Up: acuti tradotti in punti che fanno quasi vincere, soprattutto alla fine. Ennesima prova facilmente in doppia cifra, un fattore offensivo imprescindibile di questo roster.
Down: troppo morbido in fase di copertura. Non è una novità ma in partite come queste anche il suo apporto difensivo sarebbe auspicabile.
– Simone Barbante (7 pt/2 rim/0 ass) 4:
Up: si salvano, forzando tantissimo la mano, i 7 punti segnati e il temperamento più posato rispetto ai compagni.
Down: in difficoltà da settimane, meriterebbe un approfondimento a parte. Limitandosi a ieri, l’1/8 ai liberi si commenta da solo, pensando poi a come Mantova la porta a casa, i due rimbalzi si inseriscono nello stesso discorso. Non a caso, nonostante nel finale urga verticalità, i suoi 213 centimetri rimangono a guardare.
– Alessandro Panni (2 pt/0 rim/1 ass) 4:
Up: è dura salvare qualcosa della sua prestazione e parlare per l’ennesima volta della spavalderia nell’approccio risulterebbe un limite più che un merito.
Down: tentativi fuori ritmo senza esito positivo. Il suo ruolo resta un rebus, ancor più in ombra dopo il fallo tecnico che ad inizio quarto quarto lo toglie dalla sfida.
– Matteo Fantinelli (14 pt/7 rim/6 ass) 6,5:
Up: si fa carico della rimonta nel secondo tempo prendendo per mano la squadra. Incursioni, pressing e grinta contagiose. Ci è mancato poco.
Down: giocare al limite del consentito (oltre il limite secondo gli arbitri) lo limita e lo innervosisce, anche quando, visto il contesto, era meglio evitare per non concedere occasioni in più agli avversari.
– Nazzareno Italiano (7 pt/4 rim/1 ass) 5,5:
Up: entra e dà la scossa ai compagni con 5 punti consecutivi.
Down: progressivamente si estranea senza riemergere più, nemmeno con la grinta che solitamente non gli manca e con quella “garra” che tra i fischi e i decibel del pubblico non fatica a trovare.
– Valerio Cucci (12 pt/3 rim/0 ass) 6,5:
Up: il suo gioco ormai è noto. Forza fisica per impattare sotto canestro e cercare costantemente il 2+1 condito da qualche tripla. Apporto che non manca nemmeno questa volta, coadiuvato dal capitano e dal resto dei compagni, è il punto di riferimento della Effe vicino al ferro ma non solo.
Down: vedi Fantinelli. La rabbia gli procura un tecnico che dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo lo costringe alla panchina. Questo coincide con il blackout del secondo quarto.
– Steven Davis (4 pt/1 rim/0 ass) 5:
Up: la schiacciata in “poster” nel secondo tempo e alcune difese. Dettagli, nulla di più.
Down: forse non è una delle sue peggiori prove ma comunque non sufficiente alla causa. Nei momenti topici della sfida non è in campo e questo fa riflettere sul suo immediato futuro.
– Coach Luca Dalmonte 5,5:
Up: non si saprà mai cosa ha detto ai giocatori all’intervallo ma il cambio di marcia al rientro suggerisce qualcosa di estremamente centrato. Il parquet lo dimostra.
Down: l’attenzione che doveva porre nel leggere i quintetti proposti da Zanco viene meno nel momento in cui la gestione dei falli diventa problematica ma anche la mancanza di alternative durante il tilt del secondo periodo sono decisive in negativo per le sorti della partita.
– Fortitudo 5:
Up: l’atteggiamento combattivo messo sul parquet nel secondo tempo, chiuso in crescita e ad un passo dalla “rimontona”. Presneza offensiva e difensiva che annichilisce i tentativi di Mantova, sebbene sia troppo tardi.
Down: il dato sui rimbalzi, il secondo quarto, la fisicità fallosa, la scarsa lucidità al tiro sia a cronometro fermo sia su azione. Molte cose, quelle che poi permettono agli Stings di creare il gap più ricucito.
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