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Oggi compie 65 anni Marty Byrnes

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Marty Byrnes nel 1980 aveva vinto l’anello con i Los Angeles Lakers contro i Phladelphia 76ers in una combattuta serie conclusa 4-2. Nella partita finale era anche entrato sul terreno di gioco per un minuto, anche se i protagonisti principali erano naturalmente altri. Sandro Gamba, dopo una prima stagione deludente alla guida della Virtus (settima al termine della prima fase e decima dopo l’eliminazione da parte del Bancoroma negli ottavi dei playoff), decise di sostituire i due americani Meriweather, che abbandonò il basket, e Sam Williams, con Gregory Stokes e, appunto, Byrnes, già da alcuni anni in Italia, prima a Verona, poi a Brindisi, dopo aver terminato l’esperienza in NBA nel 1983 agli Indiana Pacers. La Virtus partì benissimo in campionato, vincendo quindici delle prime diciotto gare, perdendo solo 100-80 a Caserta alla terza giornata, 101-90 nella trasferta contro Cantù all’ottava e il derby 82 a 83 alla tredicesima. Le V nere affrontarono la stracittadina da capolista, ma inseguirono a lungo, poi presero cinque punti di vantaggio nel finale, poi la Fortitudo tornò sopra e, proprio Byrnes, fallì il tiro allo scadere. La Dietor fu raggiunta al comando da Varese a 20 punti, l’altra squadra bolognese si ritrovò nel gruppo delle inseguitrici a 16, con Cantù, Pesaro e Milano.

 

Le V nere ripresero spedite il cammino e, alla terza di ritorno travolsero la Mobilgirgi Caserta 118-80 con 28 punti di Stokes, 23 di Villalta, 21 di Fantin, 15 di Brunamonti e Byrnes, 10 di Binelli, con 112 punti segnati da questi sei giocatori, ma soprattutto una dimostrazione di forza e bel gioco impressionante. La Virtus si ritrovò a  trenta punti in classifica, con quattro punti di vantaggio su Cantù, sei su Varese e Milano, otto su Pesaro, dieci su Caserta e Livorno e dodici sulla Yoga che, dopo la sbornia del derby vinto e del terzo posto in classifica, era incappata in quattro sconfitte su cinque gare. Marty Byrnes era il collante di quella squadra, giocatore capace di distribuire gioco e finalizzare. Quella squadra che aveva vinto così tanto, andando otto volte su diciotto oltre i cento punti, di cui tre oltre i centodieci, da quel giorno, progressivamente, calò di rendimento, vinse solo cinque delle restanti dodici gare (di cui una al supplementare contro Pesaro con una rimonta incredibile), subì l’onta dei settanta punti segnati da Dalipagic a Venezia e giunse, con 40 punti, solo terza, dietro Varese con 44 punti e Cantù con 42, ringraziando la classifica avulsa che la premiò nei confronti di Milano e Pesaro, giunte alla fine anch’esse con venti vittorie.

 

Nei playoff, quella Caserta distrutta nell’ultima partita del 1986, eliminò in due gare la Virtus che concluse così, mestamente, al quinto posto finale una stagione che aveva fatto sognare. Marty chiuse con 432 punti in 32 gare di campionato e 40 nelle tre di Coppa Italia, con le V nere eliminate dalla Scavolini nei quarti di finale. In tutto 472 punti in 35 gare ufficiali, alla media di 13 a partita.

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