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Missione compiuta per la Segafredo contro la Happy Casa: 94-85 – 25 mar

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Virtus Segafredo Bologna – Happy Casa Brindisi 94 – 85 ( 25-19; 24-22; 21-17; 24-27 )

Virtus Segafredo Bologna: A. Gentile 31, Umeh 4, Pajola 2, Baldi Rossi 6, Ndoja 10, Lafayette 8, Aradori 17, S. Gentile 7, Lawson 7, Slaughter 2 (all. Ramagli)

Happy Casa Brindisi: Suggs 6, Tepic 9, Smith 18, Mesicek 10, Cardillo 3, Sirakov n.e., Moore, Iannuzzi, Donzelli n.e., Lideka 20, Giuri 19 (all. Vitucci)

Tiri liberi: BO 10/18 ; BR 7/13

Rimbalzi: BO 33; BR 38

Falli: BO 15; BR 16

 

Per la prima volta dopo mesi in teoria la partita non dovrebbe riservare soprese: contro Brindisi, in casa, la Virtus non dovrebbe potersi permettere la sconfitta, se si osservano dati, statistiche, tutti quei numeri che farebbero sembrare logico il gioco della pallacanestro. Poi, però, non sarebbe la prima volta che il campo racconta tutt’altre storie, come domenica scorsa a Brescia, dove la Virtus ha vinto abbastanza inaspettatamente, per cui il richiamo alla concentrazione da parte di Ramagli è parso assolutamente opportuno. L’avvio peraltro promette abbastanza bene per i bianconeri: nel giro di poco più di due minuti segnano tutti e cinque gli uomini in campo, ma Brindisi, come prevedibile, non ci sta, e dopo un paio di tentennamenti iniziali ribadisce colpo su colpo. La squadra pugliese, dopo il cambio di allenatore, ha vissuto come una rifondazione: ora il suo gioco è razionale, costruttivo, la palla gira con scioltezza e, soprattutto, corre veloce, creando semplici occasioni di tiro. Morale: solo una invenzione di Aradori sulla sirena consente un primo vero vantaggio ai virtussini, che vanno al primo break su 25-19, avendo già impiegato otto dei propri giocatori e grazie soprattutto ad un bel 4 su 7 da tre. Come al solito, il secondo quarto vede l’ingresso di Lawson al posto di Slaughter e, dopo circa tre minuti, anche di Pajola. La partita peraltro torna pressoché punto a punto, finché non esce Donta Smith, fin qui protagonista realizzativo dei brindisini con 10 punti. A metà quarto una bella penetrazione di Pajola suscita il boato del PalaDozza e allunga sul 39-28 per la Virtus. Ma non è ancora finita: Brindisi macina gioco, due canestri e un assist del rientrato Smith riportano i pugliesi sul -4 e in contropiede Tepic sigla il -2 a un minuto dall’intervallo. Ci pensano però le triple di Ndoja e A. Gentile, quest’ultima sulla sirena, a ristabilire le distanze: 49-41 all’intervallo.

Dopo la pausa, sembra iniziare un’altra partita: emergono un gioco molto più frammentato, un calo nella concentrazione in difesa, la ricerca di soluzioni individuali che solo in qualche caso creano spettacolarità e soprattutto esaltano A. Gentile (8 punti nei primi cinque minuti). Il maggior tasso tecnico della Segafredo le permette di allungare ancora un po’: 70-58 sulla terza sirena, ma la partita è diventata decisamente meno bella. L’ultimo quarto si riduce all’accademia: il richiamo in panchina di Smith (che peraltro aveva smesso di segnare) sul 79-64, dopo due minuti e mezzo, suona quasi come un segnale di resa della Happy Casa. Nel tic e toc degli ultimi 8 minuti oltre al solito A. Gentile emerge anche Marco Giuri, uno dei giocatori più sottovalutati del parco italiano, che coi suoi 19 punti e 4 assist collabora quasi alla pari di Lydeka (20) e Smith (18) alla causa brindisina. Il finale conferma le previsioni: la Virtus Segafredo vince, anche meritatamente, 94-85, una partita che contribuisce ad aumentare l’autostima. Tutti i giocatori scesi in campo tra i bolognesi hanno fatto la loro parte; ovviamente brillano i 31 punti di Ale Gentile e i 17 di Aradori, ma note positive possono spendersi un po’ per tutti, mentre Brindisi dovrà cercare altrove i punti che le servono per la matematica salvezza, che peraltro, giocando così, non dovrebbe assolutamente mancare. Di seguito alleghiamo i video delle parole dei due coack  Vitucci e Ramagli.

 

 

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