Basket
10 Dicembre, il punto su Basket City. La doppia ripartenza dell’Immacolata
In poco più di 48 ore a Basket City si è consumata una tragicommedia degna del peggior romanzo d’appendice, con rivoluzioni e restaurazioni che hanno scosso un ambiente che quest’anno non vuole saperne di normalità. Ha cominciato la Fortitudo Lavoropiù esonerando uno dei migliori (e assolutamente uno dei più vincenti) tecnici italiani in circolazione, che a mio parere ha pagato errori strutturali nella costruzione di una squadra che ha avuto forse il torto di aver accettato di allenare in queste condizioni, anche perché l’allontanamento è arrivato prima che potessero concretizzarsi gli effetti sia delle sue richieste tecniche che del reintegro di un organico comunque bersagliato dalla sfortuna. È stato sostituito da un allenatore che ha un lungo curriculum professionale, ma che a certi livelli è arrivato più che altro come assistente e con un palmares di sola una coppa di Turchia (come vice allenatore, appunto) e un riconoscimento quindici anni fa quale miglior coach di A2. L’augurio è che riesca davvero a trovare il bandolo di una matassa divenuta complicatissima, anche se potrà forse giovarsi di possibili disgrazie altrui, a questo punto, come il caso della cancellazione di Roma dal campionato. Si suole dire che la gatta frettolosa partorisce i gattini ciechi: ecco, l’impressione è che in Fortitudo, dopo aver fatto assai bene per un po’ di tempo, da un anno a questa parte ci si sia fatti un po’ prendere dall’entusiasmo. Però l’investimento è stato estremamente generoso e non è auspicabile che nel pressapochismo che affligge buona parte del sistema del basket italiano non realizzi quantomeno l’utile di una piattaforma minima da cui ripartire per gli anni a venire. Ma prima di parlare di play off, per quest’anno, si accetti di scalare gradino per gradino una montagna assai ripida, e chissà mai cosa potrà succedere. Non vale nemmeno, a questo punto, stare tanto a riflettere sulla sconfitta in BCL di martedì, perché davvero domani, a questo punto, dovrà essere tutto un altro giorno
Per la fretta si è invece rischiata la frittata anche in casa Virtus Segafredo? Non è dato sapere esattamente cosa sia successo negli uffici di via dell’Arcoveggio, e francamente credo sia poco importante saperlo, a questo punto, se non per alimentare ulteriormente i pettegolezzi. È vero, come dice Luca Baraldi, che a volte in famiglia si arriva a litigate epocali che possono risolversi sia drammaticamente che con un rafforzamento dei legami. Al tifoso in fondo questo interessa poco: ieri sera la Virtus a Monaco ha vinto, palesando una unione di squadra e un carattere volitivo che pongono tutto il resto in sottordine. A questo punto credo poco interessi pure una visione pluriennale del destino della squadra attuale, oggi impegnata ad ottenere almeno un risultato importante per giustificare l’investimento della società. Alla fine, ciò che conta, e che resta, sono i risultati: i tifosi sono disposti a dimenticare tutto dopo una vittoria, le singole persone magari no, ma se si dovesse arrivare a una resa dei conti in estate farlo con in mano un trofeo o un pugno di polvere cambierebbe ogni cosa. Ieri sera a Monaco si è passati dalla depressione di un approccio condizionato, evidentemente, da uno stato d’animo non del tutto ancora sereno e dalle complicazioni di un viaggio travagliato, all’entusiasmo di una rimonta difficile da pronosticare fino a poco prima della fine. L’importante sarebbe stato in ogni caso non tornare a casa umiliati da una débâcle, come invece poteva configurarsi dopo il primo quarto. La vittoria, con conseguente qualificazione alle top16, giunge come una panacea in questa fase. Tempo un mese se le cose dovessero proseguire in questo modo lo strappo dell’Immacolata potrebbe anche passere agli annali come ennesimo aneddoto di Basket City, e basta, per quanto potrebbe riverberarsi sulle future vertenze contrattuali. Ora comincerà invece il tormentone su quando si completerà l’inserimento nei ranghi di Marco Belinelli: anche qui, calma, ci vogliono i tempi giusti per non rischiare di gettare nel rusco questo ulteriore investimento della società. Pazienza per la Rai, le testate nazionali, i voyeur dello sport solo in quanto evento mediatico. Meglio aspettare che tornino per documentare una bella vittoria (e a quel punto non si potranno comunque sottrarre) che non sottomettervisi alla questua di una considerazione che va guadagnata con i risultati, non con gli anche più accattivanti proclami.
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