Basket
15 Ottobre, il punto su Basket City: incoraggianti segnali di crescita
Come cambiano veloci le cose nel basket! Solo 48 ore fa ci si poteva interrogare su possibili incongruenze nella costruzione o nella gestione della Virtus Segafredo; dopo la convincente trasferta di Andorra invece non si possono che rimarcare gli aspetti della sua crescita tecnica, che passa attraverso alcune addizioni nel roster e il perfezionamento di un gioco che vede nella fase difensiva il propulsore di un attacco efficace. La Virtus non ha attaccanti da primissimi posti nella classifica dei marcatori, ma è nella distribuzione dei punteggi che trova una delle peculiarità determinanti. Lasciando da parte Santeodosic per il quale vale un discorso a sé stante, quasi tutti gli altri possono improvvisarsi top scorer di giornata, soprattutto se la palla ricomincia a girare come è accaduto ad Andorra, con il duo serbo più pragmatico e concreto che nelle precedenti occasioni. Non è il caso però di battersi troppo il petto, perché la batosta casalinga presa da Cremona deve restare una sorta di monito: questa squadra, come poi quasi qualunque altra, non può scendere in campo convinta di aver già vinto nessuna partita prima di cominciarla, né continuare a regalare i minuti iniziali per mancanza di concentrazione. Martedì sera la Virtus è scesa sul parquet con ben altra convinzione ed ha anticipato al secondo periodo l’assalto che è solita muovere dopo l’intervallo, evidenziando notevoli passi avanti sulla via della propria piena maturazione. Grazie forse anche all’assenza di Pajola progredisce rapidamente l’inserimento di Josh Adam: non è ancora al top della forma, ma è ornai chiaro a tutti quello che può essere in grado di dare sia sul piano della concretezza in attacco e difesa che su quello della spettacolarità. Alibegovich inciampa in alcune ingenuità ma sta facendo innamorare i tifosi bianconeri che forse non si aspettavano tanto così presto; il rendimento di Abass è ancora altalenante, ma si intuisce che poco alla volta risponderà in pieno all’appello; Tessitori sta convincendo anche i pochi dubbiosi ancora presenti sulle tribune. Quindi, tutto bene? Per la verità, il vero processo di crescita non si completerà fin quando la Segafredo non troverà piena continuità di rendimento, e questo potrà dircelo solo il tempo. Registriamo meno forzature in attacco, una miglior circolazione della palla che comporta meno palle perse scioccamente, una difesa che riesce ad essere granitica, quando vuole, ma bisognerà vedere se tutto ciò sia dovuto a una contingenza o sia una caratteristica peculiare della squadra, che quest’anno ha cominciato dando segnali un po’ differenti. Lo staff tecnico ha capacità ed esperienza invidiabili, a questi livelli molto però si gioca sulla gestione degli uomini. Probabilmente di qui passerà la storia della Virtus Segafredo di questa stagione.
Alla fine dello scorso week end, invece, si può dire che se Atene piangeva, Sparta se la rideva, e della grossa. Una Trento irriconoscibile si è letteralmente fatta asfaltare da una Fortitudo Lavoropiù per la prima volta davvero bella, lanciata all’assalto da un Fantinelli spettacolare e protetta da una difesa finalmente reattiva. L’operato di Sacchetti sta cominciando a raccogliere i primi frutti, bisognerà vedere se si tratta di un caso (tanti sono stati i risultati imprevisti lo scorso fine settimana) od invece di una vera inversione di rotta. Dopo aver concesso solo 51 punti a Patrasso pare incredibile che la squadra di Brienza ne abbia lasciati 48 alla Effe nei primi venti minuti, e 45 nei secondi. Per Aradori e compagni è stato come penetrare nel burro ogni volta che si sono avvicinati al canestro avversario; di grandemente positivo tuttavia c’è il fatto di aver affrontato la partita con una decisione, con un piglio che ha stordito Trento, arresasi di fatto già all’intervallo, benché fosse poi solo a -14. La ripresa è stata quasi solo una passerella per i biancoblu entrati in quella fiducia che ti fa sentire invincibile. Da segnalare il pieno ritorno di Mancinelli, sul parquet per 22 minuti di discreta produttività e una certa crescita di Sabatini, che non si è lasciato atterrire da Browne e Forray, benché il suo plus/minus sia un impietoso -6, in una vittoria di oltre venti punti, così come si sta confermando l’utilità del contributo di Withers che sta diventando il quinto moschettiere, assieme a Banks, Happ, Aradori e Fantinelli. Urge che pure Fletcher si aggreghi al gruppetto con sistematicità e magari che le voci, ancorché smentite da Carraretto, sul possibile arrivo di un lungo non restino solo sussurri, dopo di che anche in casa Fortitudo ci si potrebbe divertire con continuità, allargandone gli orizzonti.
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