Basket
22 Aprile, il punto su Basket City. Non sarà in ogni caso un anno da buttare
Con la vittoria di ieri sera contro Treviso la Virtus Segafredo si è garantito il terzo posto in classifica a conclusione della stagione regolare; con molta probabilità, proprio Treviso, che è in vantaggio su Trieste nello scontro diretto, sarà il suo avversario al primo turno dei playoff, lasciando immaginare, viste le distanze emerse nella prima fase, un ulteriore tutt’altro che improbabile passaggio in semifinale, traguardo che la Virtus non raggiunge dal 2007 (oltre ad essere stata fuori dai playoff dal 2015). Dovesse anche fermarsi dove è ora, la Virtus avrebbe in ogni caso ottenuto un risultato migliorativo della propria posizione nel contesto cestistico; dovesse poi giungere la semifinale, non dico che sarebbe una stagione di successo, ma si tratterebbe comunque di un più che discreto avanzamento; dovesse infine arrivare la finale, mi verrebbe da dire che un anno in cui si è fallito l’obiettivo principale ma in ogni caso è mancato solamente il classico centesimo per fare la lira non solo non potrebbe considerarsi fallimentare, anzi, dovrebbe essere ritenuto come un importante passo avanti per raggiungere, in tempi accettabili, i traguardi prefissati. Infine, se dovesse arrivare il molto improbabile scudetto la stagione si concluderebbe comunque in maniera trionfale, altro che delusione per questa squadra che a tanti un giorno è apparsa meravigliosa e quello successivo una ciofeca. Getterei nel rusco bronci e recriminazioni: ci sono stati errori, fin qui, si vedrà come si completerà la stagione, ma se non si comprende che nessuno nasce imparato e che a certe mete si arriva solo un passo alla volta, soprattutto se non si vuole fare il passo più lungo della gamba con inevitabili risvegli dolorosi, il rischio è quello di bruciare ogni cosa già mentre la si sta costruendo (ogni collegamento con quanto spesso accaduto con una precedente gestione è assolutamente voluto). Ribadisco che un’analisi dei presunti errori compiuti sarebbe la prima cosa da fare per procedere verso auspicabili avanzamenti, senza lasciarsi andare ad una emotività assolutamente poco professionale. Questa Virtus ha dimostrato che presumibilmente le manca davvero poco per completare il progetto, considererei delittuoso ripartire da capo con tagli netti, come si è letto recentemente nei classici articoli che per la verità paiono più sensazionalistici che di cronaca. Con una considerazione conclusiva: lo sport è fatto di vittorie ma anche di sconfitte, anzi, soprattutto di sconfitte, nel lungo periodo. A volte lavori benissimo, ma qualcuno riesce a farlo meglio di te, o è più fortunato. In questi casi non resta che ripartire da capo cercando di migliorarsi ulteriormente, non avrebbe senso suicidarsi cospargendosi il capo di cenere.
Idem, potrei dire, per la Fortitudo Lavoropiù, che oggi come oggi potrebbe sembrare sull’orlo del baratro dopo aver accarezzato il sogno del salto di qualità, ad inizio stagione, che sapeva tanto peraltro di passo più lungo della gamba. Comunque vada contro Cantù, comunque termini la stagione non sarebbe vero che la Fortitudo non abbia costruito alcunché di positivo, proponendo giovani e arricchendo, ad esempio, il roster in corso d’opera con figure interessanti su cui anche impostare il proprio futuro. Detto come va detto, l’anno è stato piuttosto deludente ma anche non proprio fortunato, e i problemi economici generati dalla pandemia si sono di sicuro riversati in misura pesante sulla squadra. Si tratta, anche qui, di attendere il 10 di maggio, a questo punto, per rivalutare il tutto e cercare di guardare avanti con spirito progettuale, augurandosi che ne persistano le condizioni.
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