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Punto Virtus – Un finale da incubo cambia il solito copione preoccupante

In casa Virtus diventa preoccupante l’ormai abitudinario secondo tempo da incubo

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Virtus - Un finale da incubo
Tornike Shengelia - (©Virtus Pallacanestro)

La serie tra Virtus Segafredo Bologna e Umana Reyer Venezia ci ha mostrato fino ad ora tre gare dalla sceneggiatura molto simile, se a Bologna però i finali thriller hanno visto uscire vincitrici le Vu Nere sul campo del Taliercio ad avere la meglio è stata la Reyer.

Le scelte del primo tempo

Coach Banchi rivoluziona il quintetto scegliendo Abass e Zizic al posto dei soliti Belinelli e Dunston, la scelta ripaga con il lungo croato dominatore assoluto del campo a guidare i bianconeri da sotto le plance. Giochi disegnati ed eseguiti per portare la palla dentro l’area danno modo ai bianconeri di trovare un attacco fluido che crei anche le giuste spaziature dall’arco con Shengelia altro trascinatore per i suoi.

Anche in difesa la pressione virtussina crea difficoltà ai padroni di casa, solito lavoro ad escludere Tucker, questa volta con Abass in missione, oltre alle buone rotazioni difensive incentrate a chiudere il pitturato. Venezia continua a tirare male da tre punti e la Virtus, senza mai dilagare, va alla pausa con il solito controllo del match sul 38-49. Chiave le percentuali del primo tempo bianconero: 81,8% ai liberi, 73,6% da due punti e 44,4% da tre punti con 9 conclusioni tentate.

L’anello debole

Anche il terzo quarto, aperto con la ricerca di Zizic sotto canestro porta alle giuste spaziature e ad una conclusione dall’arco che Shengelia realizza, la Virtus si porta fino al +15 ma subito dopo il finale da incubo inizia ad aleggiare sul Taliercio. Da qui due palle perse sanguinose dei bianconeri, i padroni di casa trovano l’inerzia con cinque punti in fila ma Banchi chiama time-out solamente quando Venezia ritorna sotto la doppia cifra di svantaggio.

Il coach bianconero, con gli ultimi attimi di lucidità, prova a bloccare l’inerzia casalinga con una zona 2-3 efficace, in attacco però manca tranquillità, si sente l’assenza di Shengelia, panchinato poco prima del rientro degli orogranata, e al primo errore di Zizic arriva la sostituzione per un, fino a quel momento inutilizzato, Mickey.

L’anello debole è identificabile nella confusione, che sembra bloccare le Vu Nere sia in campo che in panchina nel momento in cui Venezia prova a rientrare con maggiore fisicità e voglia.

Un finale da incubo

La mancanza di lucidità fa rifugiare le Vu Nere in un gioco perimetrale che porta a tiri forzati, non a caso le percentuali scendono drasticamente, nel secondo tempo: 5/12 da due punti e 3/12 da tre. Cambia quindi la proporzione di tiri presi dentro e fuori dall’arco, ma sopratutto si innalza il numero delle palle perse, 17 in totale, erano 7 alla fine del primo tempo. Banchi ripropone l’accoppiata di quattro sotto canestro, che al solito subisce le sfuriate di Sims e le penetrazioni di Parks e Tucker.

L’abbandono di Zizic in panchina è inspiegabile, sopratutto per un Mickey che apre la danza dei liberi sbagliati con uno 0/4, la squadra lo segue e il dato del secondo tempo è drammatico, 5/14 dalla linea della carità.

L’ultima mossa difficilmente spiegabile è quella di uno Shengelia lasciato in panchina negli ultimi 2:17” di partita, quando il georgiano chiude con +25 di plus minus. Così come Zizic, unico ad avere un plus minus positivo (+6) insieme al numero 21 bianconero ed esser stato abbandonato in panchina per dieci minuti tra terzo e quarto quarto.

Click mentale

Il problema dei bianconeri è ora riconducibile solamente alla testa, per evitare la seconda Gara-5 ci sarà bisogno di un click mentale tra staff e giocatori. Una presa di coscienza nell’essere superiori e poter condurre dal primo all’ultimo momento dettando i dettami del gioco, senza adattarsi a quelli altrui.

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