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L’11 febbraio 1990 iniziano dieci giorni che fruttano cinque vittorie storiche

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Dopo l’ininfluente ultima vittoria del 6 febbraio 1990 nel girone di Coppa delle Coppe contro gli israeliani del Maccabi Ramat Gan, partita nella quale il migliore è Bon con 25 punti, l’11 febbraio arriva a Bologna una delle due capolista, la Ranger Varese, reduce da cinque vittorie filate; per la Virtus la possibilità, vincendo, di agganciarla essendo dietro di soli due punti. Inizia una dieci giorni che rimarrà nella storia. Parte forte Bologna, nonostante Binelli abbia subito problemi di falli, ma Gallinari non lo fa rimpiangere; al 6’ è 25-12, ma all’intervallo il divario è di soli 3 punti. Nella ripresa nuovo allungo della squadra di casa fino al più 14, poi un calo vistoso per gli uomini di Messina e a 1’e 30” dalla fine unico sorpasso varesino, 88-89. Dopo si registrano solo errori finché a 9 secondi dalla fine Binelli segna il canestro del 90-89 a cui fanno seguito solo proteste varesine per un presunto fallo sull’ultimo tiro degli ospiti. Richardson, 25 punti, Brunamonti, 22, e Johnson, 17, i migliori.

Scocca l’ora della Coppa Italia, final four a Forlì. Semifinale nuovamente contro Varese; la Virtus parte 11-2 con 7 punti di Bon, poi la partita torna in equilibrio, spezzato nel secondo tempo quando il punteggio è in parità da un parziale di 9-0 per le Vu nere sulle ali di un Sugar (25 punti) ispirato e di una zona 3-2 indigesta per la Ranger; la Virtus poi controlla, ma nel finale a 1’e 30” dalla fine i lombardi arrivano a meno 5 e qui ancora una tripla di Sugar manda la Virtus in finale. Finisce 78-74. Binelli con 6 su 8 e 10 rimbalzi e i due americani sugli scudi. Il giorno successivo di fronte ai bianconeri il Messaggero, già sconfitto due volte in campionato. Partita inizialmente in bilico poi sul 30-33 al 13’ Brunamonti realizza undici punti filati e la bomba sulla sirena di Richardson manda la Virtus al riposo sul più 9; nella ripresa la Knorr incrementa il vantaggio fino al più 14, poi i romani provano a rientrare ma sul 75-71 emerge Clemon, poi segna la sua prima bomba Bon ed è 80-71, l’ultimo sigillo è di Sugar per il 94-83. I fattori decisivi sono l’autorità di Binelli, 17 punti, protagonista soprattutto nel primo tempo e all’inizio della ripresa, la classe di Sugar, 24 punti di cui 18 nella prima parte; la concretezza di Johnson soprattutto nel finale del primo tempo e in tutta la ripresa, autore di 17 punti, ma soprattutto artefice prima di un rimbalzo d’attacco, poi di un canestro dopo una serie di palloni persi e rubati, quando la Virtus nel finale faceva fatica a trovare punti; il cuore, la grinta, il coraggio, la voglia e la precisione di Brunamonti, che si mette in moto tardi, ma poi segna 15 punti consecutivi, chiude il primo tempo a 17 e ancora nella ripresa segna punti fondamentali per i suoi e chiude a quota 29; non vanno dimenticati un canestro importante di Coldebella in piena rimonta romana, una tripla e una schiacciata di Bon nella ripresa, in una serata infelice per lui al tiro nel suo vecchio palazzetto, l’applicazione difensiva di Gallinari. Ottime le percentuali: fantastiche quelle del capitano, 5 su 7 da 2, 4 su 5 da 3 e 7 su 7 ai liberi; molto bene anche Sugar, 4 su 5 da due punti e 5 su 8 da tre; nei 26 minuti giocati, limitati dai falli Binelli ha 8 su 10 da due e 1 su 1 dalla lunetta; in totale 25 su 40 da due punti e 10 su 19 da tre. La Virtus conferma così meritatamente il successo dell’anno precedente e in soli quattro giorni ha battuto due volte Varese e il Messaggero.

Nella trasferta a Milano, paradossalmente, una Knorr che potrebbe denotare segni di stanchezza, vince con la freschezza atletica, trascinata da Brunamonti che tiene sempre alto il ritmo: a metà primo tempo sul 25-18 per la Philips, un parziale di 11-0 per i bolognesi, propiziato da Binelli e Richardson, ribalta l’inerzia e quando i padroni di casa rientrano grazie alla zona, Johnson, che giganteggia sotto le plance, riporta avanti la Virtus, spalleggiato ancora da Sugar che si scatena dopo un tecnico fischiato a Riva che commette così il suo quarto fallo; i bianconeri si trovano dunque all’intervallo avanti di 7. Nella ripresa cinque minuti di trance agonistica di Sugar portano le Virtus al più 11 al 6’, che lievita fino a più 18 al 14’ su una schiacciata di Johnson. A questo punto Milano tenta il tutto per tutto e arriva nel minuto finale a meno 3, ma la Virtus controlla e vince 98-91, trovandosi così al secondo posto, appaiata a Varese a due punti dalla capolista Pesaro.

Passano due giorni e altro match clou, semifinale di andata di Coppa delle Coppe contro il Paok Salonicco. Subito 18-7 Virtus, ma il primo tempo finisce 36-32, dopo un insolito libero annullato a Stavropoulos, il greco temporeggia prima di tirare protestando, volendo rinunciare al tiro per avere la rimessa, finisce così sanzionato per infrazione di 5 secondi. All’inizio della ripresa il Paok impatta, ma qui un parziale di 10-1 rilancia i bolognesi; gli ellenici rientrano ancora a meno 5, sul 48-43. Un canestro di Johnson porta i suoi sul più 11, massimo vantaggio, ma il Paok non ci sta e torna a meno 6 con una bomba di Prelevic: 58-52. Qui cominciano i 5 minuti finali in cui la Virtus realizza un parziale di 19-5 che diventa un 12-2 negli ultimi due minuti e mezzo; con i bianconeri trascinati da un maestoso Brunamonti, che alterna tiri dalla distanza a penetrazioni, a palle rubate, da un Bon dalla mano torrida, da uno Sugar carico di energia, da una difesa indemoniata, protetta sotto canestro dalle torri Johnson e Binelli. I greci sono storditi, a 30 secondi dalla fine, sul più 15 Knorr rinunciano ai liberi, accontentandosi del passivo, ma i bianconeri infieriscono, guadagnando altri punti e sulla sirena, in un palazzo estasiato, il tiro di Brunamonti suggella il suo ventesimo punto ma anche il più 20 Virtus, che rende molto ottimisti per la gara di ritorno a Salonicco. Tutto il quintetto in doppia cifra, oltre al citato capitano, 20 punti anche per Bon, 13 per Binelli e 10 per entrambi gli americani. Una grande dimostrazione di forza, di carattere per una squadra che in nove giorni ha battuto due volte Varese, il Messaggero, la Philips a domicilio e il Paok, saltando dal campionato, alla Coppa Italia, alla Coppa delle Coppe con la stessa energia, la medesima voglia di vincere e sempre la consapevolezza della propria forza, conquistando la coppa nazionale, ipotecando l’accesso alla finale europea e consolidando il secondo posto in campionato.

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