Basket
Oggi compie 61 anni Russ Schoene
Fine 1993, Levingston rientra dall’America con l’intenzione di farsi operare, mentre la Virtus si oppone e lo taglia. La causa legale va avanti a lungo ma, sebbene la Virtus abbia vinto cinque gare su cinque senza di lui ha necessità di sostituirlo. Arriva Schoene, che stava giocando nella Cba, dopo un’annata a Napoli; il suo procuratore riesce a liberarlo dai legami che Russ aveva ancora con Verona, dove aveva vinto una Coppa Italia, dopo i due scudetti, la Coppa Korac e un’altra Coppa Italia con Milano, una parentesi tra le sue esperienze nella Nba. Schoene è ben noto a Bucci che lo ha allenato a Verona e del periodo scaligero ritrova anche Bucci, Frattin, Morandotti, Moretti e Savio. L’esordio è a Trieste il giorno di Capodanno 1994 ed è una di quelle gare che si ricordano: per i 30 punti, con 11 su 17 da due punti e 2 su 3 nelle triple, 12 rimbalzi del rosso americano, ma anche perché le V nere vengono sconfitte in modo rocambolesco. Raggiunte da un paniere di Nando Gentile quasi da canestro a canestro, vengono battute al supplementare.
Schoene non raggiunge più il picco della prima apparizione ma inizia un percorso di grande regolarità, gioca 27 gare di campionato, con il titolo vinto dalla Virtus, e due di Coppa Italia, dove le V nere giungono al terzo posto. Russ in 29 partite segna 426 punti alla media di 14,69 a gara e solo in quattro occasioni non va in doppia cifra. Purtroppo il suo tesseramento arriva troppo tardi per potere giocare in Eurolega, dove la Virtus è costretta a rinunciare a uno straniero. In campionato contribuisce allo scudetto tirando con il 57,4% da due, il 57% da tre e l’81,3% ai liberi, catturando 7,1 rimbalzi a partita. Le cifre, però, non dicono tutto, non tutti i canestri hanno lo stesso peso e allora ne citiamo uno per tutti, in gara cinque di finale scudetto tra Buckler e Scavolini Pesaro: a inizio ripresa Bologna vola a più quindici, ma i marchigiani, trascinati da Myers tornano a meno sei e a quel punto proprio Schoene realizza una tripla che fa respirare le V nere. Magari non un mastino in difesa, ma il suo contributo offensivo non fece mai rimpiangere la scelta di un quattro, dopo la rinuncia al centro Levingston. In seguito è stato assistente allenatore in varie università.
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