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Una gara molto importante contro un mito come Larry Brown: le parole di Sacripanti alla vigilia della partita con la Fiat Torino

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Aveva parecchie cose da dire Stefano Sacripanti, allenatore della Virtus Segafredo, nella conferenza stampa di presentazione della partita contro la Fiat Torino di domani pomeriggio (al PalaDozza, h. 17,30, in TV su Eurosport2): considerazioni sullo stato di forma della squadra, sull’importanza del momento della stagione, sulla particolarità del gioco dei piemontesi, sul carisma tecnico e personale di Larry Brown, che avrà anche ormai quasi ottant’anni, ma è uno che dopo essere stato uno dei migliori giocatori dell’ABA (la lega professionisti attiva fino al 1976 parallela alla NBA) fra le infinite altre cose come allenatore ha vinto il titolo NBA coi Piostons, uno NCAA, e l’oro olimpico. Una vera leggenda vivente, insomma.

Queste, comunque, le sue parole:

“Domani abbiamo come obiettivo quello di vincere, di cercare fin dall’inizio, dalla palla a due, di fare quello che abbiamo preparato per questa gara, di eseguirlo con grande dedizione, stando attenti a tutti i particolari. È una partita importante, come tutte del resto, però piano piano ci si avvicina anche alla fine del girone di andata e all’obiettivo di entrare nelle Final Eight. Giochiamo contro una squadra diversa dalle altre soprattutto a livello difensivo, ma diciamo che la nostra difesa parte da un buon attacco e per noi è fondamentale fare bene le cose per quaranta minuti. Mercoledì abbiamo giocato benissimo, come è difficile fare a questo punto della stagione per tanti minuti consecutivi, stando molto attenti a tutti gli aspetti tattici; anche domani giochiamo contro una squadra che ha molto atletismo, una squadra che ha fin qui subito qualche sconfitta più del prevedibile, che ha giocatori atipici, molto atletici e ha giocato ultimamente con Wilson da cinque, (domani vedremo se si alterneranno nel ruolo Cusin e Jaiteh), che fa della difesa una occupazione del campo particolare in determinati posizionamenti della palla, per cui noi avremo bisogno di essere molto lucidi, molto tranquilli, spaziandoci in maniera corretta per cercare la migliore soluzione ogni volta. Ci giochiamo tanto perché la pausa è fra tre partite, dopo questa saremo in Grecia e poi a Pesaro, per cui teniamo molto a capitalizzare tutto quello che stiamo facendo di buono e con grandissimo impegno da parte di tutti.

Nelle ultime due partite siamo partiti malino e poi dal secondo quarto siamo stati capaci di invertire la rotta. A Venezia era stato l’opposto, aveva fatto bene il primo quintetto poi eravamo calati. Io avevo chiesto alla squadra che chiunque entrasse mantenesse un approccio di solidità, indipendentemente dal fatto di riuscire a cambiare la partita, per poi vedere come metterci a posto tatticamente. Nelle ultime due gare questo è avvenuto in maniera perfetta. Dovremo crescere ancora nella speranza di riuscire a rompere l’ultimo tabù, che è quello di partire bene anche al PalaDozza fin dalla palla a due; senza angosciarsi, senza necessariamente cercare lo strappo, entrando però in partita in maniera equilibrata, non come contro Cantù con un 9-0 in novanta secondi che ti mette in condizione psicologica svantaggiata. Prima dell’infortunio era Kelvin Martin ad aiutarci particolarmente in questi frangenti, col suo carisma,  le altre volta sono stati Cournooh, Pajola, Kravic, Baldi Rossi, ad Istanbul ad esempio è stato Cappelletti, ce n’è un po’ per tutti, insomma: spero vivamente di mantenere la stessa solidità in tutti i giocatori e domani di uscire fin dall’inizio consapevoli che sarà una partita che non puoi ammazzare. Torino è una squadra che anche con Brindisi fino a sei minuti dalla fine era pari, sono anche andati sopra, hanno sprazzi di talento davvero notevole, giocano una pallacanestro offensiva particolare, che parte molto più dall’ uno contro uno, attaccando gli spazi vuoti con e senza la palla. Loro hanno una difesa che ogni volta che la palla è su un lato mette cinque giocatori in un quarto di campo, togliendoti le linee di passaggio. Non basterà solo l’agonismo, occorreranno oltre a questo anche un grande equilibrio nelle spaziature sia offensive che difensive.

Quello che sto cercando di trasferire alla squadra è che noi andiamo diritti col nostro lavoro, anche dopo una vittoria convincente come quella di mercoledì. Sappiamo di aver fatto una bella partita, con giocate di alto livello, il fatto di averlo fatto soprattutto noi è gratificante. Ci siamo però detti molto bene in spogliatoio che se volevamo andare avanti saremmo dovuti passare attraverso Cantù e Torino in casa. In questi gironi abbiamo lavorato bene, ma non vuoi dire che la vittoria sia assicurata perché Torino ha giocatori che possono cambiare la partita da un momento all’altro e un sistema differente dalle altre squadre: devi stare più attento ai principi, non tanto ai giochi precisi, con questi attacchi 1vs1, che lasciano larghi spazi; attaccano spesso il ferro per prendere vantaggi; fanno una difesa molto aggressiva sulla palla e contenitiva sul lato debole che non è nuovissima ma da anni in Italia non si vedeva più e bisognerà prenderne la misure. Pure mercoledì sera abbiamo giocato una partita, contro i francesi, in cui nel primo quarto abbiamo provato a fare cose che non sono riuscite anche per la loro impressionante fisicità. Piano piano siamo riusciti tuttavia a prenderne le misure, speriamo che, avendo fatto due giorni di allenamento su questo tipo di attacco e questo tipo di difesa, riusciremo ad imporre la nostra tattica.

Affrontare coach Larry Brown è sicuramente qualcosa di particolare; lui è un personaggio che ha fatto la storia della pallacanestro, mi basterebbe un decimo della carriera che ha fatto lui, sarà di sicuro un’emozione; bisogna poi dargli atto che è andato via, è ritornato, ma la squadra ha mantenuto una identità che la distingue dalle altre. Quando viene uno da fuori ti dà un po’ fastidio perché porta via il posto a uno di noi, ma quando viene un personaggio di questo calibro vedi anche che tatticamente e tecnicamente ci porta qualcosa di nuovo, di interessante nella gestione della squadra, nel far giocare i suoi ragazzi in un modo “arioso”, per cui anche per me e il mio staff è occorso uno studio maggiore per questo fenomeno che vien da di là dell’Oceano. Questo studio così approfondito ci ha portato ad avere idee chiare sul come affrontarlo, vedremo durante la partita se è un allenatore che fa mossa e contro mossa o se va avanti con le proprie idee. Non ci ho mai giocato contro, sarà motivo di particolare attenzione durante la gara”.

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