Basket
Sasha torna a Bologna nei giorni del ricordo di Lucio – 02 Mar
Domani Predrag “Sasha” Danilovic tornerà a Bologna. Lo aspetta una Unipol Arena piena come nelle grandi occasioni. E questa lo è, nella maniera più assoluta, perché il popolo bianconero ritroverà un campione che ha scritto pagine fondamentali della leggenda della Virtus. E che in quella leggenda entrerà per sempre, proprio domani pomeriggio, quando il suo mitico numero 5 sarà ritirato per sempre dalla società, e andrà a fare compagnia a quelli dei suoi due grandi predecessori: il 4 di Roberto Brunamonti, che sarà presente all’evento, e il 10 di Renato Villalta, che oggi di Virtus Pallacanestro è diventato Presidente.
Domani sarà la festa di Sasha. E martedì prossimo, 4 marzo, sarà l’anniversario della nascita di Lucio Dalla. Settantuno anni, quel giorno, dal 4 marzo 1943 in cui nacque. Ma Lucio se ne è andato all’improvviso, poche ore dopo l’ennesima gioia su un palco, l’1 marzo 2012. Due anni esatti oggi.
Ricorrenze, coincidenze. Lucio e Sasha avevano un rapporto speciale. Non una di quelle amicizie che possono nascere di fretta tra il campione dello sport e quello della musica. Qualcosa di diverso, di più profondo. Si incantavano l’un l’altro, riconoscevano uno nell’altro il talento che li aveva baciati. Hanno passato momenti insieme anche lontano dal parquet, dal palazzo, dai riflettori, come solo chi è unito da un legame vero sa fare. Hanno cantato, riso, gioito e pianto insieme.
Anche pianto, sì. Come fece Sasha quando Lucio gli fece ascoltare Henna, forse il suo capolavoro meno immediato ma più intenso. Parlava di guerra, quella canzone/poesia. Di una guerra che era una ferita aperta nel cuore del campione. Lucio volle farla ascoltare a Sasha, per capire se quelle sensazioni che aveva provato in mezzo al mare, vedendo volare a bassa quota gli aerei che stavano andando a bombardare una terra a noi così vicina, arrivassero davvero al cuore di chi quella guerra la stava vivendo e soffrendo sulla propria pelle. E Sasha, davanti a quelle parole e a quei suoni, si mise a piangere. Tolse in un istante quella maschera da duro che spesso era costretto ad imporsi. E mostrò, una volta di più, l’anima generosa e sofferente che si portava addosso.
Per Lucio, Danilovic fu molto più di un sogno. Diventò “la rondine con i jeans” nel famoso articolo che Dalla scrisse su Repubblica il 14 maggio ’95, che lo descriveva così: “Mi colpì molto la sua riservatezza, da come si muoveva sembrava una rondine con i jeans. Aveva i capelli così neri che sembravano davvero piume di rondine o penne da elmo cosacco. Quando muoveva le mani e le braccia lo faceva lentamente, come se remasse. Solo che, invece dell’acqua, spostava l’aria”.
Per Sasha, Dalla era una pietra preziosa incastonata in quella città che aveva imparato ad amare. E lo disse, emozionato e affranto, il giorno in cui venne a dare l’addio al vecchio amico che aveva lasciato questa terra: “Bologna ha perso un grande figlio, ma lo avrà sempre accanto e non lo dimenticherà mai”.
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