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Oggi la presentazione di Scariolo: si riprende un discorso interrotto 18 anni fa

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Oggi ci sarà la presentazione di Sergio Scariolo, un ritorno alla Virtus, perché nel 2003 fu per quasi tre mesi allenatore della Virtus, senza mai guidare le V nere. Ecco la cronaca di quei giorni.

 

8 luglio 2003. La Virtus Pallacanestro Bologna comunica di aver raggiunto, in data odierna, un accordo triennale con il signor Sergio Scariolo, che ricoprirà il ruolo di capo allenatore.

 

Il 5 agosto Scariolo afferma che non avrebbe lasciato la Virtus finché questa vicenda non si sarebbe conclusa.

 

La Virtus cerca la riammissione attraverso il passaggio di consegne tra Madrigali e Sabatini, saldando e transando le pendenze con i tesserati; lo staff tecnico, Scariolo in primis è pronto a dimezzarsi lo stipendio, ma il 31 agosto la richiesta viene bocciata.

 

Il 24 settembre, dopo che la Virtus ha evitato il fallimento e Sabatini, attraverso l’acquisizione di Castel Maggiore, può garantire un campionato di A2, Sergio Scariolo se ne va. Lo fa dopo tre mesi di anticamera, da coach di una Virtus di cui non ha mai visto la panchina.

 

Queste le sue parole: “Ho fatto di tutto, dall’addetto stampa, al general manager, al mediatore, all’ambasciatore, al ministro degli esteri, ma non ho potuto mai allenare su quel parquet con la V nera per cui ho perso tre o quattro panchine e, forse, un’altra stagione da coach. Oggi posso tranquillamente abbandonare il posto. È stato evitato il fallimento, e ho l’orgoglio di aver contribuito ad arrivare alle transazioni con i giocatori. Voglio solo salutare la città e i tifosi, sia quelli della Virtus che mi hanno sostenuto sia quelli della Fortitudo, che mi hanno rispettato in un frangente piuttosto triste della mia vita e della mia carriera. Quando arrivai dissi che garantivo soltanto il mio impegno personale per ricostruire una Virtus in grande difficoltà. Ora sono svuotato, esausto, sono uno che ha giocato e perso una partita contro un avversario molto più forte. Non sono abituato, d’altronde, ad avere la squadra più forte: sapevo che sarebbe stata dura e sono arrivato vicino a vincere, ma ho giocato e perso con la coscienza tranquilla.

 

Con la città ho avuto un ottimo rapporto, sia nella mia esperienza fortitudina sia in questi mesi, e la gente come ho detto è stata stupenda. Sono stato un po’ sfortunato, ma non mi sento in credito con la città, diciamo che sono in pari, con Bologna e con la pallacanestro. Quando partii per la Spagna il movimento italiano era di altissimo livello, ora il basket, nonostante ci siano tanti geni e tanti talenti, è scivolato su una china pericolosa. Me ne vado da Bologna con un po’ di magone: ho fatto quello che credevo giusto, che è diverso da quello che mi conveniva. Questa esperienza comunque mi ha arricchito, e torno a Madrid dalla mia famiglia molto tranquillo. Cercherò di aggiornarmi e di riprendere ad allenare: le tragedie, nella vita, sono altre. Ero disponibile ad allenare in A2, e ho capito soltanto una settimana fa che il mio sacrificio serviva per dare continuità al salvataggio della Virtus.

 

Riflettendo sul progetto Castelmaggiore, credo che sia giusto che lo portino avanti gli uomini che lo hanno creato, e che hanno una grande opportunità. Claudio Sabatini ha sinceramente provato a tenere fede alle promesse, purtroppo con il passaggio di proprietà le cose sono andate diversamente. Poi, per come abbiamo vissuto la seconda metà di agosto, io e Sabatini restiamo legati da un’esperienza forte. Sia Madrigali sia Sabatini hanno agito in buona fede. Si è trattato di calcoli sbagliati, condizioni non realizzabili, errori di vario genere. Nessuno mi ha usato come specchio per le allodole. Anch’io, ho fatto errori di valutazione, anche se in buona compagnia. In questa lunga vicenda qualcuno abbia giocato sporco, ma non posso dire chi. Me lo tengo per me. Se il 31 agosto fossimo stati riammessi avremmo potuto fare un’ottima squadra: con un budget ridotto potevamo puntare ai primi 4 posti in Italia e a fare una buona Eurolega. Potrei fare 100 nomi di giocatori che avevamo sondato e persino fermato: sarebbero rimasti Belinelli, Andersen e Smodis. Il contratto di “Baby Shaq” era sul nostro tavolo, ed eravamo a buon punto con Buford, Soragna, Foirest e altri. La Virtus sarebbe stata competitiva”.

 

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