Basket
Sotto i riflettori: Kassius Robertson
«Questa squadra ha tanto talento. Sapevo dell’ambiente che la circondava ma non avrei mai immaginato così tanto attaccamento da parte dei tifosi. Sono una spinta per dare il massimo: questo legame così forte mi rende molto felice». Queste le parole al miele con cui la scorsa estate Kassius Robertson si è presentato al pubblico di Bologna, dando il via alla sua avventura in biancoblù. Giunto alla corte di Antimo Martino dalla squadra teutonica del Medi Bayreuth, il cestista canadese classe ’94 dopo essersi messo in mostra in Germania, è stato convinto a recarsi in Italia dall’offerta della Fortitudo, pronta anch’essa al rilancio dopo il ritorno nella massima serie al termine di un purgatorio durato dieci anni.
BAYREUTH.
Sportivo a tutto tondo, il mondo di Robertson si è diviso fra calcio e basket, prima di decidere di puntare sul secondo durante l’adolescenza. Dopo aver frequentato i college di Canisius e Missouri, si è reso eleggibile per il draft NBA del 2018, puntando a realizzarsi cestisticamente oltre oceano a seguito della mancata chiamata da parte di una franchigia americana. Ad accoglierlo alla sua prima esperienza europea, Kassius ha trovato il Medi Bayreuth, formazione del campionato tedesco con cui in una stagione ha fatto registrare 12,9 punti a partita, conditi da quasi due rimbalzi di media e 2,7 assist, che gli sono valsi una valutazione media complessiva di 10,8. Alto 191 centimetri per 82 chili di peso, l’ala canadese abbina ottime doti da tiratore ad un trattamento della palla di pregevole fattura, che lo rendono un pericolo sia in cabina di regia che in fase realizzativa. Giocatore duttile offensivamente, il grande ventaglio di alternative a sua disposizione gli permette di essere un problema sia dal perimetro che dal suo interno, prediligendo la via del ferro per segnare. Difensivamente, invece, nonostante qualche lacuna dettata dall’esperienza, il suo atletismo lo rende un cliente scomodo per la maggior parte degli avversari, permettendogli di limitare gli attaccanti con la sua marcatura asfissiante e di recuperare palloni importanti per guidare le transizioni offensive.
FORTITUDO.
Arrivato sotto le due Torri per trovare la propria realizzazione sportiva, il nazionale canadese ha certamente confermato le aspettative di inizio stagione, non trovando però la continuità sperata. In ventuno gare con la maglia biancoblù le percentuali realizzative sono state del 52 % all’interno dell’arco e del 41 % dal perimetro, mettendo a referto 14,1 punti di media a gara, insieme a 2,8 rimbalzi e 1,6 assist a partita. Realizzatore letale, Robertson ha fatto registrare il suo season high alla quarta giornata contro la De’ Longhi Treviso con 23 punti complessivi, mentre la miglior prestazione stagionale l’ha fatta registrare alla quinta gara di ritorno: 22 i punti a fine partita, uniti a 5 rimbalzi, 5 palle recuperate e 5 assist, statistiche che gli sono valsi 29 punti di valutazione complessiva. Nonostante una stagione positiva, un infortunio alla mano occorsogli in Nazionale ha reso necessario per la Fortitudo un intervento sul mercato, che ha visto avvicendarsi al canadese il cestista statunitense Jerome Dyson. Un cambio a stagione in corso che ha privato Robertson della possibilità di confermare la bontà delle sue qualità e di guadagnandguadagnarsi così una riconferma a fine stagione, divenendo una grande “what if” per chi ha saputo apprezzare le sue capacità all’ombra delle due Torri in canotta biancoblù.
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