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STORIE DI BASKET CITY – Bentornato Tom McMillen – 7 mag

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Il ritorno di Tom McMillen ha rappresentato una due giorni che ha riportato indietro la memoria dei tifosi bianconeri, precisamente alla stagione 1974/75. Era una stagione in cui la Virtus, che l’anno prima aveva vinto la Coppa Italia, provava a tornare tra le grandi del basket italiano che in quel periodo rispondevano al nome di Varese, Cantù e Milano. Era la Virtus di Dan Peterson, una squadra in cui, tra gli altri, giocavano Renato Albonico e Aldo Tommasini, proprio loro che alle 14,40 del 5 maggio sono andati a prenderlo all’aeroporto con Marco Tarozzi. La stagione non era iniziata benissimo, l’addio di John Fultz aveva causato più di qualche malumore trai tifosi bianconeri, ma Porelli compie un vero e proprio colpo di mercato andando ad ingaggiare proprio Tom McMillen, cugino di quel John McMillen che quell’anno era l’assistenza di Dan Peterson. Arrivò sotto le due torri dopo come uno dei giocatori più seguiti del basket universitario, dopo essere anche stato eletto “Mr. Basketball”, miglior prodotto della high school nel 1970.

McMillen è tornato martedì nella “sua” Bologna, nella quale non tornava da sedici anni. Ha riabbracciato una città dove, pur avendo giocato solo una stagione, ha lasciato un ricordo indelebile. Due metri e dieci centimetri di statura, una mano “educatissima” e tanta, tantissima classe. Un giocatore dominante come pochi in quegli anni e se vi capita di passare in un museo di arte contemporanea non sorprendetevi se qualche pittore ha deciso di raffigurar le leggendarie sfide fra lui e Bob Morse. Duelli passati alla storia di un basket meraviglioso e d’altri tempi. I due duellarono anche per il titolo di capocannoniere e alla fine la spuntò Bob Morse e a McMillen non bastarono i 30.5 punti di media fra regolar season e poule scudetto La Virtus in quella stagione arrivò quarta alla fine della regolar season e poi nell’ulteriore girone di post season (poule scudetto) che vedeva coinvolte le prime 8 squadre, confermò il quarto posto.

Come detto ad accoglierlo al Marconi c’erano Tommasini e Albonico, ma a quella Virtus rimane un rammarico, come riporta Marco Tarozzi sul sito ufficiale della Virtus: “Quello di non averlo messo in condizione di rendere al cento per cento, per ciò che avrebbe potuto dare alla Virtus. Perché Tom studiava a Oxford e arrivava a Bologna il venerdì, potendo così allenarsi con noi due volte a settimana più la partita. Avessimo potuto conoscerci meglio in campo, chissà cosa avrebbe potuto fare quella squadra”. Sempre Marco Tarozzi, riporta le dichiarazioni di Tom Mcmillen: “Sono contento di rivedere Bologna, e so che domani rivedrò anche molti compagni di quella splendida avventura. E nel pomeriggio andrò anche a incontrare la Virtus di oggi, sono curioso di vedere la palestra dove si allena, che ai miei tempi non esisteva. Già, ai miei tempi: a pensarci sono assati quarant’anni esatti, un’infinità. Eppure mi sembra che sia successo tutto l’altro ieri. Ho ricordi nitidi e belli, di quell’anno bolognese”.

Dan Peterson raccontò così il suo arrivo: “1973-74. Durante questo nostro primo anno alla Virtus, John (McMillen, assistente di Peterson) mi dice, “Coach, mio cugino ha accettato di studiare ad Oxford l’anno prossimo, come ha fatto Bill Bradley nel 1965-66. Cosa dici? Potremmo convincere Tom a giocare con noi l’anno prossimo come Bradley ha giocato per il Simmenthal Milano quell’anno?” Non sapevo niente di Tom ad Oxford. Erano tempi preistorici, non c’era internet come oggi. E non avevo realizzato subito il concetto di poter avere Tom. Milano, però, l’ha capito e l’Olimpia già gli era alle costole. Durante le negoziazioni, il fratello maggiore di Tom, Jay McMillen, che aveva giocato a Padova, gestiva tutto. Poi, quando stavamo per chiudere, passò tutto a Donald Dell, ex-tennista di Coppa Davis, famoso agente. L’avvocato Porelli prese appuntamento a Londra con Dell e portò con sé Orlando Sirola, ex azzurro di Coppa Davis proprio contro Dell. L’agente capitolò: “Gigi, mi hai steso! Orlando! Mio grande amico! Come posso dire ‘no’ a voi?”

McMillen faceva il pendolare, dal lunedì a venerdì ad Oxford per gli studi, poi scappava a Bologna. Quelle rare volte in cui riusciva faceva due allenamenti, uno il venerdì sera uno al Sabato per schemi e tiro. Con lui in campo la Virtus arrivò fino ai quarti di Coppa delle Coppe, prima di arrendersi allo Spartak Leningrado, poi vincitrice del torneo.

Mercoledì, invece, è andato in scena Il raduno degli amici di quella Virtus, della stagione 1974-75. Il luogo? Lo stesso di quarant’anni fa in un ristorante di via Carbonesi. C’era anche coach Dan Peterson, venuto apposta da Milano, oltre a Serafini, Albonico, Tommasini, Antonelli, Benelli e Bonamico. A McMillen è stata consegnata la canotta della squadra di oggi con il nome sulle spalle e il suo numero 12.

(nella foto in apertura, da sinistra, Aldo Tommasini, Tom McMillen e Renato Albonico al Marconi. Foto da virtus.it)

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