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STORIE DI BASKET CITY – Il ritorno della Virtus ai Playoff. E quell’anno in cui Valli… – 21 mag

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La Virtus dopo una grande regular season, per quelle che erano le aspettative della vigilia, ha ottenuto un posto in post season e poco importa se l’avversario di turno è Milano e se, la serie, molto probabilmente finirà a gara 3. Esserci è già un forte segnale al campionato, un segnale che dice chiaramente che la Virtus sta mettendo le basi per tornare grande. E lo sta facendo attraverso un’attenta pianificazione e con un progetto serio e concreto che mette al centro la crescita e lo sviluppo dei giovani, vedi i vari Fontecchio, Imbrò, ma anche Benetti che ha giocato qualche scampolo in gara 1. Il primo ha porta alla causa bianconera 4 punti con due triple decisive contro Pistoia e Avellino, due triple prese con la freddezza di un veterano.. Sperando che rimanga con i piedi per terra è un gran prospetto, come lo sono gli altri due. Tra le altre cose, Imbrò lo scorso anno era anche il capitano, poi Valli ha voluto affidare il ruolo ad Allan Ray per non mettere troppa pressione sul ragazzo. E, a proposito di Allan Ray, è lui la giusta chioccia per un gruppo giovane, è lui il leader al quale affidarsi nei momenti caldi. Se non ci credete andate sul sito della Legabasket e guardate quale giocate c’è al primo posto nella top ten dei canestri decisivi della regular season. Certo, anche lui in stagione ha commesso i suoi errori ma poi ha chiesto scusa ed è tornato al servizio della squadra e soprattutto di Giorgio Valli, con il quale ha un rapporto paterno quasi.

Proprio quel Giorgio Valli che quest’anno ha diretto magistralmente i suoi, dopo aver portato a termine una stagione tutt’altro che semplice come quella dello scorso anno. Lo scorso anno, al contrario, le attese della vigilia erano state disattese e la Virtus anche solo per poche partite si era ritrovata pericolosamente vicina alla zona retrocessione. Quest’anno era necessario rifondare e ripartire da Valli è stata una grande mossa, soprattutto perché lui la Virtus la conosce davvero bene. Arrivò nel lontano 1993 ad allenare le giovanili bianconere e con gli Allievi fu subito scudetto. Nel 1997, poi, divenne anche assistente allenatore di Ettore Messina e con lui vinse Campionato e Eurolega, poi l’anno successivo la Virtus alza al cielo anche la Coppa Italia. Quegli anni gli valsero la chiamata di Treviglio nel 2000, squadra con la quale fece il suo esordio come capo allenatore nell’allora Serie B d’Eccellenza.

Per di più, se non ci fosse stato quel -2 in classifica la Virtus avrebbe anche preso parte alle Final Eight, ma questa è un’altra storia. Ciò che conta è il fatto che finalmente, dopo due stagioni tutt’altro che esaltanti le V nere siano tornate a calcare i palcoscenici che competono a una squadra con quel blasone e con quella storia. Mancavano dalla stagione 2011-2012, quando c’era ancora Sabatini come presidente e sulla panchina bianconera sedeva Alessandro Finelli. Era la Virtus, tra gli altri, di Poeta, Koponen, Lang e Douglas Roberts. In quella stagione le V nere si qualificarono anche per le Final Eight di Coppa Italia ma si arresero ai quarti proprio a Milano con il punteggio di 82-77. In regular season la squadra di Finelli arrivò quinta e ai Playoff si ritrovò davanti Sassari: la squadra di Sacchetti rifilò un secco 3-0 alla Virtus con Sanikidze che probabilmente avrà ancora sulla coscienza quel reverse sbagliato in gara 3 a pochi secondi dalla fine, poco prima della tripla di Vannuzzo dal parcheggio dell’Ikea. Erano altri tempi, era un’altra Virtus e per quella di oggi che sta ponendo le basi per tornare grande già il solo fatto di poter rispondere presente all’appello playoff è un grande passo avanti per ripartire.

Cambiano i presidenti, passano i giocatori, ma la storia della Virtus rimane ed è per questo che rivederla fra le magnifiche otto della post season non può che far piacere. Qualcosa è cambiato, qualcos’altro no, come Giorgio Valli, che oggi come allora è tornato nella società che di fatto lo ha lanciato nel grande basket e il fatto che sia arrivata proprio sotto la sua gestione questo playoff non può che far sorridere  i tifosi virtussini. Alcuni sicuramente avranno ripensato a quei peridoi in cui le V nere dominavano in Italia e in Europa. Allora, come oggi, Valli c’era, e chi sa che la Virtus non torni grande proprio sotto la sua guida. Ha saputo dare un’identita alla sua squadra, ha lavorato sulla mentalità dei giocatori, poi li ha condotti fino alla post season.

Chapeau Giorgio!

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