Basket
Teo Alibegovic a Vitamina Effe: “Se a qualcuno giocare al Paladozza mette pressione, che cambi mestiere.”
Nella serata di ieri, Teo Alibegovic è stato ospite del programma “Vitamina Effe” su Radio Nettuno Bologna Uno. La Leggenda biancoblú si è espresso sull’accoglienza del Paladozza di domenica contro Torino e sulla squadra attuale.
Sull’accoglienza di domenica al PalaDozza – “È stata una esperienza bellissima. Non è stata la prima volta, sono tornato anche giocando con l’Alba Berlino. È sempre come tornare a casa. Ho sentito tante emozioni forti, come quelle che avevo da giocatore. Quando sei lontano da una cosa capisci quanto la apprezzi. Io mi sarei svegliato ogni mattina a sentire il coro per me, il vero Fortitudino è quello con i cojones.”
Sulla situazione dell’attuale Fortitudo – “E’ una situazione complessa. Ho sentito dire che per qualcuno giocare al Paladozza dà pressione. Allora, che cambiasse mestiere: queste cose dovrebbero portarti il sangue negli occhi, darti il massimo della competitività. Io sono stato solo un lampo, un anno e una partita, e questo mi ha cambiato per sempre: non posso accettare qualcuno che, fuori dal palazzetto, dica queste cose. Che cambi professione.”
Sul clima dentro gli spogliatoi – “Io sono in questo mondo da oltre 40 anni. Voglio bene a Dalmonte, ha allenato mio figlio a Pesaro ed entrato in Fortitudo dopo di me come vice di Scariolo. Ha vissuto tanto di questo mondo. Per questo ritengo non debba dire caz***e. È giusto che difenda sempre i suoi giocatori, ma ci sono alcuni che sono stati in Nazionale e altri stranieri che non fanno la differenza. Non è possibile che un giocatore prenda un tiro in 27 minuti e quando gli sia stato chiesto di tornare in campo mi è stato riferito che abbia detto che non serviva perché gli altri stavano andando bene. L’allenatore deve sapere essere come un regista e sapere sempre cosa fare. Quello che il Coach dice va ascoltato. Poi magari ci si insulta dopo, ma in campo si fa quello che dice l’allenatore. Dalmonte sta salvando i suoi giocatori, ma le cose non vanno bene.”
Sulla partita di domenica e la possibilità di fare fallo sistematico sul finale – “I nostri lunghi non sono adatti al cambio sistematico. Quando lo hanno fatto sono stati infilati da Mayfield. Forse in questo caso l’allenatore ha avuto ragione a non fare cambi difensivi. La cosa più eclatante è stato quel tiro stupido nel finale: Thornton (ndr.) avrebbe dovuto proteggere il pallone e andare via. Ha fatto punti ma di qualità disastrosa. Ha sbagliato società, punto. Torino si è presentata senza alcuni giocatori e ha sfruttato i difetti della Fortitudo, che ha giocato una partita disunita e figlia di soluzioni individuali. Non c’è stata voglia di scegliere un buon passaggio piuttosto che un brutto tiro. Le nostre qualità al tiro sono sempre opinabili.”
Su un suo futuro in Fortitudo – “L’intervento di Gentilini me lo hanno raccontato ed è così buona. Gentilini è un imprenditore appassionato: si capisce quanto soffre. Noi Fortitudini la viviamo dall’esterno con maggiore distacco, ma quando ci sei dentro e senti tutto quel che succede sei costretto a cavalcare qualsiasi tipo di onda. Lui ha messo i soldi e dichiarato la sua presenza e ha avuto il fegato di dire che è pronto a mettere qualcosa in più per rilevare la società. Questo ci dà speranza che qualcosa si stia muovendo. Debiti ce ne sono ancora e molte cose da sistemare. Hanno lavorato bene in estate, rateizzando i debiti. La domanda a questo punto è: come far andare via Muratori a testa alta? Non dimentichiamoci che è grazie a lui che c’è una squadra.”
Sulla sua disponibilità a rientrare – “Io sono disponibile. So cosa potrebbe essere utile perchè quando non ci sono i soldi serve immaginazione e flessibilità. Siamo in questa situazione per cui gli imprenditori hanno perso fiducia e non vogliono rischiare di perderci la faccia. Questa Fortitudo non ti fa perdere la faccia, ma non offre fiducia per chi vorrebbe rischiare. Io potrei portare un quadro più largo, sponsor e idee anche fuori di Bologna.”
Sui giocatori – “Questi giocatori in un contesto diverso renderebbero di più. Se non sei motivato non prendi rischi per paura di sbagliare.”
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