Tucker dice no al ritorno in laguna, il 59 resta alla Virtus Bologna

Sembrava cosa fatta per il ritorno di Rayjon Tucker alla Reyer Venezia, ma il 59 della Virtus Bologna ha rifiutato di tornare in orogranata e vorrà continuare a giocarsi le sue, al momento poche, chance in bianconero.

La volontà del giocatore

Il nativo di Charlotte classe ’97 vuole giocarsi l’opportunità Eurolega fino alla fine. Contro Trento ci si aspettava il solito “n.e” ma Ivanovic gli ha concesso sette minuti che potevano essere interpretati come un segnale (letto però come necessità vista l’assenza di Clyburn).

Tucker a Venezia ha lasciato tanti ottimi rapporti, sopratutto con i compagni di squadra, meno con Spahija che al momento è oggetto di riflessione per la dirigenza Reyerina. Questo avrebbe portato un rallentamento delle operazioni anche da parte della società veneta, oltre alla volontà del giocatore di rimanere sotto le due torri.

Sulle orme di Zizic

Dopo una scelta così forte, che blocca il mercato bianconero in entrata (questo possibile solo se prima ci saranno delle uscite) da Tucker ci si aspetta una parabola alla Zizic. Il centro croato rifiutò il trasferimento al Besiktas qualche mese fa e proprio da quel momento in poi la sua stagione ha preso una piega totalmente diversa. Dalla gara contro il Maccabi in poi infatti il numero 41 bianconero viaggia a 10,8 punti e 5 rimbalzi di media in 20,6 minuti di utilizzo sui campi di Eurolega. Oltre ai numeri però è la centralità e l’efficacia anche difensiva, sopratutto nelle ultime gare che stanno dimostrando il reale valore del lungo ex Cavaliers.

Ante Zizic (©Virtus Pallacanestro)

Ora Rayjon, che nel suo ruolo ha più competizione rispetto a quanta non ne abbia Zizic, dovrà e potrà dimostrare di poter essere un valore aggiunto per questa squadra e non un oggetto misterioso all’interno del campo. Contro Trento si è visto qualche sprazzo del Tucker formato MVP dell’anno scorso ma è arrivato il momento della continuità, da trovare anche nei pochi minuti che gli vengono concessi.

Fonte: Corriere di Bologna

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