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Verso Brescia-Fortitudo, Boniciolli: “Due squadre con percorsi opposti” – 11 giu

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Vigilia della prima gara con Brescia in casa Fortitudo. Domani andrà in scena il primo atto di una serie che decreterà quale squadra verrà promossa in A1. Matteo Boniciolli presenta così la sfida che attende i suoi: “Stiamo per affrontare una finale alla quale arrivano due squadre con percorsi opposti. Questo a conferma che la pallacanestro non sia uno sport codificabile in regole assolute. Brescia punta sui veterani, su giocatori di grandi qualità tecniche e morali. Sono guidati da un giovane allenatore che arrivava da un percorso di assistente di allenatori importanti. Noi abbiamo intrapreso una strada diversa, mantenendo il nucleo che aveva vinto lo scorso anno. A questo gruppo, che aveva manifestato le qualità nelle famose minors, abbiamo aggiunto anche altri giocatori giovani. Sono sicuro che, se io fossi andato a dire ai giocatori ‘guardate la finalista non è più Brescia, ma l’Armani’, tutti mi avrebbero detto ‘non c’è problema’. Vincere il secondo campionato consecutivo sarebbe il coronamento di un cammino molto importante che ha insegnato qualcosa. Sono orgoglioso di due cose nella mia carriera: la prima di aver introdotto la figura del senior assistant (Zorzi ad Avellino). Non lo aveva mai fatto nessuno a livello di club, solo a livello di Nazionale. Allo stesso modo la scelta di far venire in B2 un allenatore non di categoria credo sia stata una scelta seguita. Quest’anno Udine ha chiamato Lino Lardo ed è arrivata alle Final Four. L’orgoglio è di aver aperto una piccola strada in tal senso, una strada fatta di scelte volte ad ottimizzare gli investimenti della società”. Poi aggiunge: “Dal punto di vista tecnico è chiaro che nel confronto giocatore-giocatore, tranne che con Carraretto, Amoroso, Lamma e Daniel, paghiamo. Ma, nel confronto squadra contro squadra non paghiamo nulla. Siamo molto allenati e abbiamo giocato 3 o 4 partite in meno di loro, chiudendo le serie prima di loro. Ho due certezze, la prima che finiremo questa serie, con la consapevolezza di aver dato tutto quello che potevamo. La seconda che, indipendentemente dal risultato, il nucleo di questa squadra continuerà a lavorare insieme, a prescindere dalla categoria. I giocatori sentono la gara in maniera positiva. Sono legato a questa società nella quale mi identifico molto, in termini di passionalità. Mi piace lavorare per la Fortitudo. Ieri ho avuto una notizia da chi mi rappresenta che poteva esserci una possibilità di tornare in una squadra dalla quale ero stato mandato via, ma ho detto di no. Certo che, per l’ambiente che c’è qui, una promozione con la stessa società e gli stessi giocatori sarebbe un grande ricordo. Stiamo lavorando per ottenere il risultato”.

Su Italiano e Amoroso: “Italiano sta sostanzialmente bene, ha un’alta soglia di sopportazione del dolore. Amoroso ha preso una brutta influenza, ma è un giocatore di tale personalità e qualità che sono sicuro saprà rendere al massimo delle possibilità. Nell’opportunità abbiamo anche Quaglia che tutte le volte che è stato chiamato a dare una mano ha fatto il suo”.

Sul divieto trasferte: “Mi dispiace molto. Capisco il legislatore, ma più che il divieto motivato dalle incaute parole del presidente di Treviso, nasce più da quello che è accaduto lo scorso anno. Sempre deprecabile, ma non avevo mai sentito uno speaker fare ‘uuu’ durante i liberi degli avversari. I divieti, comunque, dovrebbero indurre tutti, dalla società alle organizzazioni di tifosi, a chiedersi se le sassaiole abbiano prodotto qualcosa di utile”.


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