Basket
La Virtus Segafredo ha gli attributi giusti e sbanca Krasnodar, vincendo 83-89 in casa del Lokomotiv Kuban
LOKOMOTIV KUBAN KRASNODAR – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 83 – 89 (22-27; 44-49; 68-65 )
Lokomotiv: Cummings 13, Hervey 21, Motovilov, Kalnietis 12, Ilnitskiy 7, Williams 15, Kalinov n.e., Kuzminskas, Lynch, Crawford 15, Paunic, Emchenko n.e.. All. Pashutin
Virtus Segafredo: Tessitori 15, Deri n.e., Pajola 12, Alibegovi , Ricci 6, Adams7 , Hunter, Weems 10, Nikolic n.e., Teodosic 29, Gamble 10. All. Djordjevic
Arbitri: Belosevic, Difallah, Isguder
Tiri liberi: KU 12/15; BO 18/20
Rimbalzi: KU 37; BO 32
Falli: KU 20; BO 21
Tiri da 2: KU 16/38; BO 25/44
Tiri da tre: KU 13/28; BO 7/25
La Virtus Segafredo è arrivata in Russia piena di cerotti nell’anima e senza Markovic e Abass. L’obiettivo primario era non perdere con più di 5 punti di scarto per salvare la differenza canestri, ma in verità la volontà era quella di mostrare a tutti, con una bella vittoria, che la squadra è viva, vegeta e con gli attributi giusti, quello che una frangia pessimista di tifosi ha iniziato a contestare. Torna allora da Krasnodar vincente e con tante conferme che la aiuteranno a ritrovare serenità, si spera, perché queste trasferte di Eurocup tolgono tanta energia fisica ma possono rivelarsi straordinario carburante per il proseguimento della stagione.
In partenza Pajola, Adams, Weems, Ricci e Tessitori è il quintetto bianconero; Kalnietis, Crawford, Ilnitsiy, Kuzminskas e Williams quello russo. Imprevedibile inizio nel segno di Tex-Tessitori, che sfrutta una certa mollezza difensiva dei russi per imporsi sotto i tabelloni soprattutto in attacco. Poi, dopo una sospensione di un perplesso Pashutin , entra un’altra Virtus, ma soprattutto un altro Lokomotiv, per cui inizia un’altra partita, comunque bella, tecnicamente e per intensità. All’intervallo è 22-27 per i bolognesi, con Hervey che però ha cominciato a mostrare la propria efficacia, mentre Teodosic fa, eccome, ma comincia pure a strafare, e questo non va benissimo.
Tuttavia Santeodosic sa farsi perdonare a modo suo, sfoderando ad avvio di secondo periodo un paio di numeri, fra cui un lancio in contropiede pazzesco, assolutamente da cineteca. Poco dopo Weems non è da meno, nel servirgli un assist, ed è il momento di un piccolo break che però la Segafredo non sa gestire, punita di conseguenza da Hervey e Kalnietis che pareggiano a suon di triple. Ci pensa allora Pajola, che prima segna con arresto e tiro “alla Brunamonti”, poi ruba palla e colpisce in contropiede. Di là però c’è Crawford, ex NBA, e insomma, siam sempre lì: all’intervallo infatti è 44-49, partita praticamente tutta da giocare, in sostanza.
È nuovamente la coppia Tex-Pajolic a porre la firma al riavvio, guidando Bologna al vantaggio in doppia cifra. Ma la Virtus non sa tesaurizzare e si fa riprendere da un Kuban pilotato da Cummings e da Hervey che lo riporta in vantaggio, con Adams che viceversa non la mette e Gamble che fatica a rientrare in partita. Ricci invece non vi è proprio mai entrato. Era 44-54, diventa 62-54 prima che Tessitori torni a segnare. Finale di quarto peraltro con Santeodosic che torna protagonista e riporta la Segafredo in partita: 68-65.
L’ultimo quarto è una sofferenza per i bianconeri, che ritrovano quasi subito il vantaggio ma non riescono mai a dare la mazzata decisiva, fino alla schiacciata di Gamble su assist di Santeo a 1’19” dalla fine che dà un +8 che prova a illudere, soprattutto perché precede il +10 trovato dalla lunetta da Teodosic. Ma anche l’ultimo minuto è al cardiopalma: i russi non si arrendono, piazzano un paio di triple e restano in partita fino alla fine, con un due su due dalla lunetta di Adams che però spezza la loro ultima speranza. Termina 83-89 una gara che dimostra che la Virtus Segafredo vista in campionato è la cugina, neanche la sorella, di quella vera, che evidentemente sta barcamenandosi nelle incertezze del periodo con inevitabili contraccolpi che agiscono sul piano psicologico. Grande difesa, oggi, nei momenti cruciali: anche la grande imputata di sabato scorso si è così riabilitata, per la gioia di un Sasha Djordjevic che oggi non può che essere soddisfatto, avendo dovuto ancora fare a meno, tra l’altro, di Markovic e Abass. Santeodosic ovvio MVP, ma la segnalazione per una nuova grande prestazione di Pajola, sempre più Pajolic, è imprescindibile.
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