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Fu anno di scudetto, ma a Brescia Cosic e McMillian caddero di fronte a Laimbeer

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Nella stagione 1979/80 è veramente una Virtus completa con un reparto italiani fortissimo, Caglieris, Bertolotti, Villalta e Generali, più Valenti, Cantamessi, Martini e Govoni, e due stranieri di assoluto valore come Cosic e McMillian. La squadra ha un ruolino particolare; immacolato in casa, dove continua la striscia di 5 vittorie dei playoff dell’annata precedente che ha visto le V nere arrivare all’ottavo scudetto, mentre in questa stagione le vittorie al Palasport sono 18, 13 nella stagione regolare e 5 nei playoff; in trasferta, complice anche il doppio impegno dovuto alla partecipazione in Coppa dei Campioni, invece i bianconeri faticano molto di più, soprattutto nella seconda parte della stagione. I bolognesi cominciano l’anno solare 1980 con una faticosa vittoria in trasferta, 77-79 al supplementare. È una trasferta atipica, si gioca, infatti, sul neutro di Venezia; le V nere soffrono, inseguono a lungo e prevalgono solo allo scadere dell’overtime con un canestro dall’angolo del duca Jim McMillian. Dopo quel faticoso successo arrivò una lunga serie di viaggi infelici: Milano, poi un meno 25 a Cucciago, un altro stop in Lombardia a Brescia, poi nei playoff due nette sconfitte a Torino e Varese, entrambe di una ventina di punti. Bisogna aspettare il 9 aprile, oltre tre mesi dopo la vittoria di Venezia, per arrivare a un nuovo successo lontano da Bologna, ma giunge nel momento più importante, gara due della finale scudetto. Con un percorso nei playoff identico a quello di dodici mesi prima, la Virtus si laurea per il secondo anno consecutivo Campione d’Italia. La sconfitta di 25 punti del 25 gennaio si trasforma in una vittoria di tre punti. E in un ponte che la collega alla precedente vittoria lontano da casa, il grande protagonista è ancora McMillian, che mette a segno 37 punti. 

Come detto, una delle sconfitte in trasferta nel periodo precedente fu a Brescia, nella penultima giornata della fase regolare. Gara senza storia per una Virtus priva di Caglieris e che deve affrontare questa trasferta quattro giorni dopo quella di Coppa in Olanda, infatti il mercoledì precedente ha perso contro il Den Bosch. Contro la Pintinox si trova sotto già di 20 punti all’intervallo, 48-28, e il secondo tempo serve solo a rendere meno vistoso il passivo: 92-79 il punteggio finale. Il grande protagonista dei padroni di casa, con 26 punti e 11 rimbalzi a referto, fu Bill Laimbeer, scelto dai Cleveland Cavaliers al 3º giro del Draft NBA 1979, ma a cui approdò solo dopo l’esperienza italiana, per poi restarvi pochi mesi, prima di partire con destinazione Detroit dove fu una bandiera dal 1982 al 1994, raggiungendo anche tre finali consecutive dal 1988 al 1990, vincendo le ultime due. In totale per lui 14 stagioni in NBA, la prima a Cleveland, la seconda divisa tra i Cavaliers e Detroit, poi dodici complete con i Pistons. Quella sconfitta sembrò pregiudicare il secondo posto nella prima fase, ma all’ultima giornata la netta vittoria sull’Eldorado Roma, 121-95 con quattro giocatori arrivati ad almeno due decine di punti, Generali e McMillian 28, Cosic 24 e Villalta 20, fu concomitante con la sconfitta dell’Emerson Varese a Cantù di un punto: così la Virtus fu seconda dietro al Billy Milano e Varese terza, il che garantì la bella in casa in semifinale.

 

Pinti-Sinudyne 92-79 (48-28). Pinti Brescia: Motta S. 13. Marusic 4, Iavaroni 19. Palumbo 8, Fossati, Laimbeer 26, Taccola, Solfrini 9, Costa, Spillare 13.

Sinudyne Bologna: Valenti 6, Cantamessi 7, Martini 4, Villalta 20, Cosic 12, Generali 4, Govoni. Bertolotti 10, McMillian 16, Marchetti.

Arbitri: Gorlato (Udine) e Montella (Napoli). 

La Virtus 1979/80

Generali, Cosic, Villalta, Govoni, Martini, Driscoll

Caglieris, Cantamessi, Bertolotti, McMillian, Valenti

 

 

 

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