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La Virtus Segafredo fa sua Gara 1: 82-76 alla Carpegna Pesaro

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – CARPEGNA PROSCIUTTO PESARO 82 – 76    (24-22; 45-36; 62-54)

Virtus Segafredo: Tessitori 7, Cordinier 11,  Mannion 1, Belinelli 14, Pajola 2, Alibegovic 2, Hervey, Jaiteh 12, Shengelia 12, Hackett 4, Sampson 6, Weems 11. All. Scariolo

Carpegna Prosciutto: Mejeris 2, Moretti 12, Tambone 11, Lamb 6, Camara, Zanotti 8, Sanford 21, Demetrio 1, Delfino 3, Jones 12. All. Banchi

 

Arbitri: Lanzarini, Lo Guzzo, Perciavalle

Tiri liberi: BO 9/15; PS 12/16

Falli: BO 17; PS 19

Rimbalzi: BO 34; PS 32

Tiri da 2: BO 23/37; PS 11/29

Tiri da 3: BO 9/20; PS 14/31

Gara 1 mette di nuovo di fronte Virtus e Pesaro ai playoff dopo una ventina di anni; in mezzo, è successo di tutto ad entrambe, ma è indubbio che le Vu Nere ultimamente siano tornate ad occupare un posto che assomiglia molto a quello di allora, cosa che non si può certo dire dei marchigiani, peraltro arrivati ai playoff dopo aver dato l’impressione, ad inizio campionato, di rischiare addirittura la retrocessione. Inversioni di rotta, qualche modifica in organico a permesso a Pesaro di finire positivamente la stagione regolare, ma va da sé che la serie dà l’impressione di essere segnata a favore dei bolognesi.

Pajola, Cordinier, Weems, Shengelia e Jaiteh entrano in avvio per la Segafredo; Moretti, Sanford, Delfino, Mejeris e Jones per la Carpegna. Dopo 5 minuti, quando cominciano i primi cambi, il tabellone segna un 15-9 che sostanzialmente segnala le differenze che il campo mette già in evidenza. Pesaro è una squadra tutt’altro che priva di talento, ma alla Virtus è sufficiente premere sull’acceleratore di tanto in tanto perché emerga il suo maggior spessore. Si chiude 24-22, con i marchigiani, guidati da un ispirato Sanford, autori di un paio di belle azioni nell’ultimo minuto mentre i bolognesi non riuscivano a rendere concreti propri giochi.

Si riparte con l’alley oop di Belinelli per Sampson; ormai anche senza il dio Milos la spettacolarità resta una delle peculiarità del gioco degli uomini di Scariolo. Banchi, nel frattempo, si scalda per un paio di decisioni arbitrali che proprio non condivide (forse nemmeno del tutto a torto) e si procura un tecnico che, a volte, si tramuta in arma tattica a favore per ricorrenti dinamiche psicologiche. In effetti, la gara è ancora tutta da giocare e l’inerzia non si è ancora pienamente stabilita. Intanto, al 17° Pesaro trova un temporaneo vantaggio (33-34), peraltro annullato in un amen da cinque punti consecutivi di Tessitori, che insiste nel proprio show personale con una schiacciatona da highlight. All’intervallo è 45-36. Verrebbe da dire, come da copione.

Si riparte da dove ci si era fermati. La partita è viva, vietato staccare la spina. Poi al 23° Shengelia prende un colpo, mentre segna in contropiede, e deve uscire; Cordinier, invece, dopo una stoppata subita che ritiene fallosa, si procura un tecnico; improvvisamente, le acque si agitano, insomma, e Scariolo al 25° chiama a rapporto i suoi su di un 53-51 abbastanza inatteso. Si trattava giusto di ricominciare a correre. All’ultima sosta è 62-54, con Belinelli che diviene, per ora, top scorer dei su oi (14) con l’ennesima magata sulla sirena.

Il nervosismo sul campo è soprattutto targato Pesaro, come dimostra un gesto di Jones che suscita la reazione di Sampson e costa ad entrambi un antisportivo; tuttavia, il clima si è incattivito al di là di ogni logica, se non quella di provare a buttarla in rissa, da parte degli ospiti, per cercare di sopperire in questo modo al gap tecnico. Non funziona, perché non sarebbe da Vu Nere sottrarsi alla lotta e sebbene Pesaro resti pericolosa fino all’ultimo minuto l’ennesimo pick’n’roll per Jaiteh chiude la gara con la schiacciata di quest’ultimo. Finisce, insomma, 82-76. Archiviata Gara 1, martedì ci sarà Gara 2, sempre alla Segafredo Arena, e sarà interessante constatare se saranno rimaste un po’ di scorie dopo le schermaglie di questa sera.

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