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La Virtus Segafredo liquida la pratica De’ Longhi Treviso con estrema facilità: 97-68 alla Segafredo Arena

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – DE’ LONGHI TREVISO  97 – 68  (27-15; 51-32; 75-52)

Virtus Segafredo: Deri 2, Belinelli13, Pajola 8, Alibegovic 6, Ricci 11, Adams 8, Hunter 13, Weems 6, Nikolic 2, Teodosic, Gamble 16, Abass 12. All. Djordjevic

De’ Longhi: Logan 11, Russell 10, Vildera 4, Bartoli, Imbrò 12, Piccin 1, Chillo 8, Mekowulu 6, Sokolowski 8, Akele 6, Lockett 2. All. Menetti

Arbitri: Attard, Borgioni, Belfiore

Tiri liberi: BO 11717; TV 15/18

Falli: BO 18; TV 20

Rimbalzi: BO 51; TV 43

Tiri da 2: BO 31/50; TV 19/49

Tiri da 3: BO 8/21; TV 5/31

All’andata la gara era finita, a Treviso, 98-72. Oggi, alla Segafredo Arena, 97-68, come dire che i rapporti fra le due squadre sembrino proprio questi. In verità, non dovrebbe essere del tutto così, visto che la Virtus Segafredo è la terza in campionato e la De’ Longhi Treviso la sesta: ma è evidente che la formazione di Menetti ha le caratteristiche, evidentemente, di chi proprio non sembra poter impensierire la squadra di Djordjevic, solitamente in difficoltà contro chi sa metterla sottopressione sul piano dell’intensità. La Virtus prosegue pertanto nella caccia al terzo posto definitivo (non credo possa arrivare il secondo) e almeno per una sera ritrova quella serenità che pareva buttata a mare dopo dieci giorni quasi di angoscia.

Bologna parte con Pajola, Belinelli, Weems, Ricci e Gamble; risponde Treviso con Russel, Logan, Sokolowski, Akele e Mekowulu. Gara partita con clima quasi da amichevole: Treviso distratta in difesa, Bologna polleggiata nei movimenti di squadra. 6-0 in 2 minuti e Menetti che cerca di dare la sveglia i suoi. Non riesce più di tanto, poiché il divario cresce in misura preoccupante per i veneti che continuano nell’approccio vacanziero. Non Gamble, in doppia cifra in un amen. I numerosi cambi non modificano le cose. Una Segafredo che si limita ad espletare quasi un pro forma è sopra di 12 alla prima sosta: 27-15.

Il secondo periodo riparte all’insegna di una certa accademia che produce anche una certa sequenza di belle azioni, nella tranquillità di un risultato mai in discussione. Forse per dare una scossa, Menetti cerca, quasi, un tecnico, che all’atto pratico gli costa pochissimo, con Teodosic che fallisce il libero. Anche se nella sua specialità, gli assist, il dio serbo si esibisce nei soliti numeri. Un secondo quarto divenuto abbastanza noioso si chiude 51-32. Per la Virtus, che esce da un periodo complicato, magari è meglio così, prima di una sosta abbastanza lunga, che potrebbe addirittura prolungarsi più del previsto per i problemi di Brindisi con ìl Covid.  

Il terzo periodo mantiene il medesimo trend, con qualche bel gesto atletico, pochi bei gesti tecnici, un clima da scrimmage contro una squadra di categoria inferiore anche se la De’ Longhi in teoria sarebbe la sesta forza del campionato: 75-52 all’ultima sosta.

È garbage time da oltre 10 minuti, di fatto, quando comincia l’ultimo quarto. Le sospensioni chiamate da Menetti paiono quasi l’occasione per fare il punto su quanto sta succedendo piuttosto che quella per trasmettere suggerimenti tecnici. Intanto entrano pure Nikolic, Deri e il trevisano Bartoli per concludere una non-partita come questa, che finisce 97-68. Non rimane altro da dire, se non che serviva, certamente, una sgambata vittoriosa ai bolognesi, molte meno credo questa figuraccia alla De’ Longhi, che potrebbe essere la rivale della Segafredo al primo turno dei play off proprio della Virtus.

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