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La Virtus Segafredo strappa letteralmente la vittoria alla Umana Reyer: 81-77, con enormi patemi

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – UMANA REYER VENEZIA 81 – 77   (12-27; 31-44;58-63)

Virtus Segafredo: Tessitori n.e., Cordinier 8,  Mannion n.e., Pajola 10, Alibegovic, Ruzzier n.e., Jaiteh 12, Shengelia 15, Hackett 16, Sampson, Weems 9, Teodosic 11. All. Scariolo

Umana Reyer: Stone 9, Bramos 11, Tonut 12, Daye 5, De Nicolao, Sanders 5, Mazzola 3, Brooks 2, Theodore 15, Chappell n.e., Morena n.e., Watt 15. All. De Raffaele

 

Arbitri: Attard, Bongiorni, Valzani

Tiri liberi: BO 23/31; VE 10/16

Falli: BO 19; VE 22

Rimbalzi: BO 48; VE 36

Tiri da 2: BO 17/38; VE 17/38

Tiri da 3: BO 8/23; VE 11/32

Se qualcuno pensava che avere un trascorso di quattro vittorie su quattro contro Venezia potesse trasformare in una passeggiata l’incontro della Virtus Segafredo contro i lagunari si illudeva di brutto. La Umana Reyer è arrivata Bologna decisa a vedere cara la pelle, nonostante giungesse da una settimana intensissima con la doppia trasferta a Valencia e Bursa; di più, la Segafredo si è complicata la vita con l’ormai solito avvio alla camomilla, per cui alla fine ne è scaturito un incontro emozionantissimo, totalmente ribaltato fra la prima e la seconda parte.  

Pajola, Teodosic, Weems, Shengelia e Jaiteh è il quintetto iniziale virtussino; Theodore, Tonut, Bramos, Mazzola e Watt quello veneziano. Partita che dà l’impressione di poter essere briosa, tuttavia quando dopo sei minuti Hackett sostituisce Pajola non è che le cose stiano andando benissimo in casa virtussina, visto che il tabellone dice 10-16, ma è l’ormai consueta difesa burrosa che sconcerta: bravi, sì, i veneziani a metterla dentro, però l’impressione è che anche oggi l’avvio venga affrontato con una ingiustificabile “malleabilità” dei giocatori bolognesi. Se non altro, con i cambi che poco alla volta modificano di fatto il quintetto, la Reyer smette pressoché di segnare, per quanto adesso anche l’attacco Segafredo si sia in pratica fermato. Alla prima sirena è 12-27, con una nuova accelerazione di Venezia nell’ultimo minuto.

Al 12° da un lungo time out tecnico grazie all’ennesima tripla degli ospiti si riparte con un imbarazzante -19 (15-34), che comincia ad avere il sapore di una resa anticipata. Per la bellezza della gara fortunatamente non è così: se davanti la Virtus continua a balbettare, spinta anche dal clima costruito da un tifo da bei tempi pre-Covid almeno in difesa sembra stringere le maglie. A 2’39” dall’intervallo De Raffaele stoppa i giochi sul 27-39, dopo un 10-0 bolognese. I suoi in qualche modo rispondono, con un nuovo parzialino di 4-5 che porta a chiudere il tempo sul 31-44. Comunque per la Segafredo, come contro Lubiana, il problema prima ancora della difesa si direbbe che sia che non mette mai dentro la palla, e la giustificazione, soprattutto negli appoggi da sotto, può essere solo che in campo non riesce a mettere la necessaria cattiveria agonistica. Per quale motivo, potrebbe essere tema da dibattito.

Al rientro si fa battaglia vera, con sberle e ringhi su ogni pallone. Dopo 5 minuti esatti la Segafredo torna temporaneamente sotto la doppia cifra di distacco, grazie soprattutto a due triple di Hackett, ma è la stessa arma che permette alla Reyer di ripartire, oltre ad un paio di palle buttate al vento dai bolognesi. Due triple di Pajola negli ultimi 30 secondi tuttavia ribaltano le dinamiche, e l’Arena si ritrova in modo quasi insperato su un 58-63 che potrebbe riaprire totalmente i giochi.

Il primo canestro dal campo dell’ultimo quarto, dopo un libero su due di Hackett, è la tripla dello stesso play per il 62-63. Shengelia inventa il sorpasso a 64 con una grande penetrazione, poi pure il canestro del 66 che spinge un attonito De Raffaele a chiedere time out (d’altronde, è un 18-0). La Reyer è evidente che sta ora pagando pesantemente le fatiche infrasettimanali, la Segafredo ha finalmente tirato fuori gli attributi di cui prima era parsa senza. Cordinier entra in trance agonistica, la classe di Shengelia si fa sentire. A poco più di 3 minuti dalla fine, per iniziativa di Venezia, si contrappongono due quintetti con quattro “piccoli”, con Shengelia a fronteggiarsi con Watt. Da qui in poi i secondi scorrono. A 32” dalla fine ci si riferma sul 78-73, palla a Venezia. Ci vorrebbe un suicidio bolognese, a questo punto. Theodore ci crede ancora proprio tanto, infila due liberi e dà il via alla ricerca del fallo per mandare in lunetta gli avversari, per frenare lo scorrere del tempo. Lo stillicidio emotivo non modifica il corso della gara. Vince la Virtus 81-77, è stata veramente durissima, per la Segafredo, e la Reyer può probabilmente recriminare su uno stato di forma reso complicato dall’assommarsi dele partite infrasettimanali. Ma è un destino che accomuna un po’ tutte le squadre impegnate nelle coppe europee. Tra i bolognesi, menzione particolare per Hackett e l’abnegazione di Pajola, fra i veneziani per Theodore e Watt, quest’ultimo in articolare all’inizio. Ma sono particolari, ciò che conta oggi sono i due punti.

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