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Virtus Bologna

L’Eurolega e i giovani

RIpartire dai giovani per rifondare una squadra che voglia fare strada in Eurolega, non è la strategia più efficace. Ecco il perchè

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EuroLega-LBA
EuroLega-LBA (credits Virtus)

EUROLEGA E I GIOVANI

“Rifondare e ripartire dai giovani.” Un grido che risuona tra i tifosi della Virtus, delusi e amareggiati da una stagione di Eurolega deludente; un torneo in cui, se si perde la motivazione, vincere diventa un’impresa titanica.

Gridare “RIFONDARE” ha senso: è esattamente ciò che ha fatto il Panathinaikos, che, dopo un deludente diciassettesimo posto nella stagione 2022/23, ha rivoluzionato squadra e staff tecnico, arrivando a vincere il titolo nell’annata successiva.

Più sommessamente, non sarei così convinto di gridare di riformare puntando sui “GIOVANI”. Non che l’idea sia sbagliata di per sé, ma i dati dimostrano chiaramente che questa non è la strategia vincente se si vuole costruire una squadra competitiva in Eurolega.

CHI SONO I “GIOVANI”?

Prima di discutere l’argomento, è necessario chiarire cosa si intenda per “giovani” in ambito cestistico. Un confronto tra due formazioni della Nazionale italiana può essere illuminante:

  • La squadra che partecipò agli Europei del 1973 (50 anni fa), classificandosi quinta.
  • La squadra di Pozzecco, che ha fallito le qualificazioni olimpiche nel 2024.

 

La differenza è netta: cinquant’anni fa, l’età media era di 6 anni inferiore rispetto a oggi, con solo tre giocatori sopra i 25 anni e nessun atleta oltre i 30. E non si trattava di una squadra sperimentale, ma della migliore possibile all’epoca.

Curiosamente, nonostante negli ultimi 50 anni l’altezza media degli uomini italiani sia aumentata di oltre 5 centimetri, il basket ha mantenuto una struttura simile a quella di allora. L’introduzione del tiro da tre punti, il declino dei centri statici e le dimensioni invariate del campo e del canestro possono spiegare questa tendenza. O forse no…

INDAGINE: QUANTO CONTANO I GIOVANI IN EUROLEGA?

Il database sul quale ricercare il contributo dei giovani è rappresentato da 217 giocatori che sono coloro che hanno giocato almeno 10 partite ed almeno 10 minuti di impiego medio in campo. Li definiremo nel seguito come “impattanti”.

Su questi 217 ho individuato varie fasce di età cominciando dagli

  • UNDER 21 dove però mi sono trovato appena 6 GIOCATORI
  • UNDER 23 dove mi sono trovato 12 GIOCATORI

Numeri insignificanti quindi in particolare,  se cercando gli OVER 35 me ne sono ritrovati 25, ovvero il doppio.
Ecco di seguito la suddivisione per fasce di età:

La stragrande maggioranza dei giocatori impattanti di Eurolega si colloca quindi nella fascia tra 30 e 34 anni: sono il 43% del totale e giocano il 46% dei minuti.
Se prendiamo in esame tutti gli over 30 abbiamo quasi la maggioranza assoluta.

Questo conferma l’Eurolega come un torneo “a porte chiuse”, con scarso ricambio di squadre e giocatori. Vi accedono solo pochi ex-NBA già maturi e vi restano veterani che cambiano squadra ad ogni scadenza di contratto o bandiere fedeli alla propria società.

LE SQUADRE E GLI UNDER 25

Dati gli scarsi numeri degli under 23, ho esteso l’analisi agli UNDER 25 anche se fa sorridere pensarli come “giovani” quando 50 anni prima erano tra i più vecchi.
Sono comunque 35 (pari al 17% del totale); significa, mediamente 2 per ogni squadra e, sempre mediamente, un impiego di circa 3 + 3 minuti a partita.

Ma quali squadre puntano su di loro e con quali risultati? La tabella seguente mostra il loro utilizzo in termini di minuti giocati e la percentuale sul totale, confrontandolo con la posizione in classifica alla 32ª giornata

Risultati principali:

  • 7 squadre hanno dato più di 1.000 minuti complessivi agli under 25.
  • 4 squadre NON li hanno mai impiegati.

Il dato più interessante è che, tranne un paio di squadre, più aumentano i minuti dei giovani e più si scende in classifica.

  • Le 4 squadre che NON utilizzano under 25 sono TUTTE in zona playoff.
  • Le ultime in classifica sono quelle con più minuti concessi ai giovani.

Il messaggio è chiaro: per ambire a una Eurolega competitiva, puntare sui “giovani” non sembra una strategia vincente.

IL CONTRIBUTO  DEI GIOVANI SUI PUNTI SEGNATI

Oltre ai minuti di impiego, ho analizzato il contributo in termini di punti segnati dagli under 25. Anche qui, il quadro è netto:

  • Le squadre che ottengono più punti dai giovani occupano le ultime posizioni in classifica
  • Quelle  che non ottengono NULLA invece dominano la stagione

L’Alba Berlino è il team che più punta sui giovani (44% del tempo e 40% dei punti totali), ma ha perso 27 partite, che diventano 79 delle ultime 100 giocate.

Una situazione accettabile a Berlino ma che non lo sarebbe mai in altre “piazze”, Bologna inclusa.

Un dato che riassuma il concetto? I punti realizzati dai giovani sono stati (alla 32esima giornata):

  • 214 sono i minuti giocati dagli Under 25 nelle PRIME 10 in classifica
  • 919 sono i minuti giocati dagli Under 25 nelle ULTIME 8 in classifica

Non esiste nessun altro parametro o statistica (percentuali al tiro, difesa, punti realizzati, rotazioni, falli subiti, etc) che discrimini in maniera così chiara le prime  dalle ultime.

NAZIONALITÀ DEI GIOVANI IN EUROLEGA

Un ultimo dato interessante riguarda la nazionalità degli under 25 più utilizzati:

  1. Francia          2.489 minuti
  2. Italia              2.229 minuti
  3. Lituania         1.819 minuti
  4. Germania      1.667 minuti
  5. Spagna           1.310 minuti

L’Italia, spesso criticata per il mancato sviluppo di talenti, è seconda solo alla Francia (che però ha tre squadre in Eurolega). La Spagna, pur con quattro squadre partecipanti, ha dato la metà dei minuti dell’Italia agli under 25.
Forse è ora di ridimensionare il mito della “cantera” spagnola, che sembra ormai un lontano ricordo.

CONCLUSIONE

Sono dati riferiti sino alla 32esima giornata ovvero al 94% delle partite che si giocano nella stagione regolare.
La conclusione è una sola e semplice: L‘Eurolega NON è un torneo per giovani.

 

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