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Basket

Virtus: caduta a Trieste. Ma la differenza canestri è salva. – 25 Mar

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Dominio Trieste: i friulani si impongono per 71-65. (parziali: 19-13; 36-26; 55-44)

 

ALMA TS: Parks 12, Bossi 8, Coronica n.e., Green 13, Ferraro n.e., Pecile 5, Baldasso 3, Gobbato n.e., Simioni n.e., Prandin 9, Da Ros 9, Cittadini 12. All. Dalmasson.

SEGAFREDO BO: Spissu 14, Umeh 11, Pajola, Spizzichini 3, Petrovic n.e., Ndoja 8, Rosselli 10, Michelori 4, Oxilia n.e., Penna, Lawson 11, Bruttini 4. All. Ramagli.

 

È probabilmente una delle peggiori performance quella offerta quest’oggi dalla Segafredo. Sconfitta insindacabile, giunta per mano di una coriacea Trieste che ha meritatamente portato a casa un importante successo. Gli uomini di coach Dalmasson hanno condotto il match con autorità, dopo l’iniziale tentativo ospite di imporre il proprio ritmo. Vu nere che sbloccano subito il punteggio con la bimane di Bruttini, alla quale seguono le conclusioni a bersaglio sull’asse Umeh-Lawson. Padroni di casa che accorciano le distanze grazie ai propri italiani, ma al minuto 5 è sempre la Virtus a comandare agevolmente. La retroguardia della truppa di coach Ramagli continua a lavorare intensamente, ma è l’attacco ad incepparsi. I troppi errori, spesso anche grossolani, danno morale a Trieste. 9-0 il parziale aperto che permette ai friulani di prendere il comando delle operazioni, costringendo gli avversari al timeout. Il break non aiuta la Segafredo le cui polveri rimangono bagnate. Di Spissu la conclusione che interrompe il digiuno al termine della prima frazione. Al 10’ Ramagli-band costretta ad inseguire sul 19-13. Gli ospiti si affidano all’esperienza di Rosselli e capitan MIchelori, ma è solo un fuoco di paglia. Cittadini, ex Fortitudo, sente odore di derby e riversa in campo tutta la propria grinta. Il lungo triestino è padrone del pitturato in ambo le metà campo e guida i suoi al massimo vantaggio (34-21), raggiunto sulla schiacciata di Green in campo aperto. Rosselli prova a scuotere i compagni cercando di penetrare con forza la difesa avversaria, ma c’è poco gioco di squadra. Il penetra e scarica, infatti, produce discrete opportunità che non vengono però concretizzate dai bianconeri. Se a queste si aggiungono le molteplici palle perse, l’impresa da complicata si fa davvero ardua. La bomba di Lawson esplosa poco prima della sirena di metà gara è un toccasana per gli ospiti che vanno al riposo sul -10 (36-26).

Al rientro in campo, sono ancora le scarse percentuali al tiro a condannare i bianconeri che faticano a trovare il fondo della retina, in particolar modo con gli uomini maggiormente rappresentativi (leggere alla voce Umeh). Sul fronte opposto i padroni di casa non rimangono a guardare, continuando a spingere sull’acceleratore. Da Ros dalla media, Green ancora indisturbato in campo aperto, infine Park con una funambolica conclusione vincente, sono le armi che Trieste sfrutta a pieno per incrementare il proprio vantaggio sul +17. Ndoja brucia la retina da oltre l’arco per due volte in fila, tentando di rianimare i suoi. Saggiamente Dalmasson si rifugia nel timeout per spezzare l’inerzia bianconera e la sua tattica sembra funzionare. Lawson non riesce ad incidere come vorrebbe, ma le perse friulane sono regali che la Virtus scarta cinicamente grazie a Spissu. Cittadini continua il proprio show personale. Pecile segna un facile layup sull’ennesima persa bianconera mentre è Da Ros a punire la retroguardia ospite, ora a zona, con un jumper dalla media. Michelori trova gloria sul finire di frazione, ma al 30’ il gap rimane quasi invariato (55-44). L’avvio dell’ultimo periodo è un vero e proprio shock per le Vu nere. Guidata dall’asse tricolore Bossi-Prandin, Trieste ritorna a +17, mentre ai bianconeri proprio non ne va dritta una. I padroni di casa giocano con tranquillità disarmante, sfruttando cinicamente ogni minimo errore ospite. Lawson si affida ad una conclusione di pura potenza per dare nuova linfa alla Segafredo, ma il distacco rimane importante. Lo scorrere del tempo non è certo un alleato della Ramagli-band che si vede continuamente ribattere ogni colpo sferrato. Rosselli stoicamente lotta sino alla fine, riportando le Vu nere sul -12. Ma quest’oggi è la classica giornata no. Gli ultimi minuti vengono giocati interamente per mantenere il vantaggio della differenza canestri, forse unica nota positiva di una gara davvero sottotono. La sirena finale sancisce la vittoria dell’Alma che si impone col punteggio di 71-65.

 

Una gara al di sotto dei propri standard. Si può così definire la prestazione odierna dei bianconeri, letteralmente dominati per tutto il corso del match. Molte cose non hanno funzionato, in particolar modo in attacco. Positiva la reazione del finale che ha aiutato a mantenere il vantaggio negli scontri diretti. Che fosse una gara importante, ma non fondamentale per il proseguo, era emerso dalle parole di coach Ramagli nella conferenza di ieri. La qualificazione ai playoff è da tempo conseguita, si sa, ma l’obiettivo primario rimane quello di arrivare nella miglior forma possibile. Tale sconfitta non deve insinuarsi negativamente nelle menti dei bianconeri, ma deve essere un monito per prendere coscienza di ciò che potrà verificarsi nelle gare di post season. Troppe le perse e gli errori al tiro che, in futuro, potranno davvero costare molto caro considerando il peso della posta in palio. Oggi, forse, è mancata quella grinta agonistica che ha caratterizzato tante uscite delle Vu nere. A questo si aggiunge lo scarso apporto fornito dai giovani che, nel momento in cui il livello e l’intensità dei prossimi impegni salirà esponenzialmente, dovrà essere di ben altra caratura. Allo staff non mancherà certo il lavoro in settimana, al fine di giungere al meglio per la prossima trasferta sul campo di Forlì.

 

(foto ilrestodelcarlino.it)

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