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Virtus Femminile – Aria di tempesta

La Virtus femminile attende di scoprire notizie sul proprio futuro. Fuggi fuggi di atlete, grande ridimensionamento per il prossimo anno

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Virtus Segafredo Bologna
Cecilia Zandalasini, capitano della Virtus femminile, vicina ai saluti (©Virtus Segafredo Bologna)

Nel mondo del basket circola come un turbine, negli ultimi giorni, una voce insistente che riguarda la Virtus femminile. Anzi, un coro di voci, una meno rassicurante dell’altra. Ridimensionamento, smantellamento, non volontà di iscriversi al campionato, società che non vuole investire sul settore rosa. Cosa c’è di vero?

Silenzio stampa

Di ufficiale ad oggi non c’è nulla. Sul sito della società sotto alla voce “Virtus femminile” è piombato un tetro silenzio subito dopo l’esclusione dalla corsa playoff ai quarti di finale, dove la Passalacqua Ragusa ha superato per due volte le bianconere alla Segafredo Arena. L’unica nota della società è arrivata per congratularsi con la Reyer Venezia, campionessa d’Italia in 3 gare contro Schio. Silenzio stampa, quindi, che regna sovrano.

Un fuggi-fuggi generale

Sono le notizie che circolano negli ultimi giorni a far suonare qualche campanello d’allarme. Dopo l’ufficialità dell’uscita di Del Pero verso San Martino di Lupari e gli innumerevoli rumors che danno per certe Orsili in direzione Geas Sesto San Giovanni, Andrè verso Schio e Pasa in Francia, la vera bomba, che cambierebbe le carte in tavola nell’intero panorama italiano ed europeo, è quella che dà per fatta l’uscita del capitano Cecilia Zandalasini.

La fuoriclasse, impegnata attualmente in WNBA con le Minnesota Lynx, sembra essere a un passo dalla firma con le turche del Galatasaray. Non sono ancora arrivate notizie ufficiali in merito, ma sembra non esserci margine d’errore rispetto al fatto che la classe ’96 si sposterà nella forte compagine turca. Zandalasini ha attualmente un altro anno di contratto alla Segafredo, dato che era stata blindata dalla società fino al 2026. E non è finita qui. Anche Peters sembra essere indirizzata verso la Turchia, ma le valigie sembrano averle fatte praticamente tutte le giocatrici che nell’ultima stagione hanno vestito la casacca bianconera. Una sirena che suona quindi all’impazzata nel mondo Virtus. Che ne sarà della Virtus femminile?

Virtus femminile: che sarà?

L’iscrizione al campionato ci sarà. Quello che è il grande punto interrogativo, a oggi, è il tipo di campionato che le Vu nere affronteranno. Pare che nelle intenzioni della società ci sia la volontà di ridurre drasticamente il budget per il settore femminile, facendo una serie A di giovani italiane e di straniere adatte agli investimenti che saranno messi a disposizione dal club. Per quando riguarda l’EuroCup, che la Segafredo si era meritata con il terzo posto in regular season, sembra che l’intenzione sia quella di non prendere parte a nessun torneo di tipo continentale, lasciando lo spazio a squadre più ambiziose. Una sterzata decisa da parte del mondo Virtus. Via le ambizioni scudetto, via la lotta europea, via il roster, via.

La fine di un’era per la Virtus femminile?

Sembra essere quindi arrivata al capolinea l’era della Virtus femminile vincente e di caratura internazionale. Una parabola discendente, dall’epilogo, anno 0, o in qualsiasi altro modo si voglia chiamare, esplicativo della situazione in casa Virtus e del basket rosa in Italia. A rimetterci sono tutti, ad averne colpa sono tutti, oppure nessuno?

La situazione è chiara e già ne avevamo parlato: a Basket City la pallacanestro femminile non fa notizia. Appare legittimo, quindi, che la società, nel momento in cui decida di tagliare alcune spese dal proprio budget, non abbia alcun dubbio. Rendita quasi nulla, risultati che evidentemente non arrivano: la Virtus femminile. Scelta legittima per le logiche del mercato, degli sponsor, dell’afflusso al botteghino.

Un movimento destinato a rimetterci

Ampliando la lente, però, le cose cambiano e non di poco. Il basket femminile vive ormai da anni mutilato stagione dopo stagione di qualche squadra che, ai box di partenza, si rende conto di non essere più in grado di mandare avanti la baracca. L’ultimo esempio? Lucca, che ha lasciato il campionato a un numero dispari di 13 squadre e costringendo i club, a turno, a osservare un weekend di riposo nel campionato. Niente di nuovo, quindi, sul fronte occidentale.
Purtroppo, l’unico a rimetterci per il ridimensionamento (continuiamo a chiamarlo così) della Virtus sarà il movimento del basket femminile stesso. Diminuisce la competitività del campionato, lo spettacolo, la credibilità agli occhi di chi, ormai, si è reso conto che così non si può andare avanti. La perdita di un talento come Cecilia Zandalasini per il campionato italiano, che ha diretto le sue doti verso la Turchia, superpotenza della pallacanestro in rosa, è solo l’ultimo zampillo di sangue di una ferita aperta da anni nel settore femminile. La verità è che si investe troppo poco, e quando si decide di investire in qualcosa di così poco affidabile in quanto a risultati e introiti, la soluzione resta solo una: tagliare.

Chiudendo

Ripeto: la Virtus femminile ci sarà. Una squadra giovane, italiana, forse allenata ancora da Vincent, coach che per quanto non sia stato all’altezza delle aspettative ha comunque un bagaglio di esperienze tale da poter guidare un giovane gruppo verso delle soddisfazioni. La pallacanestro al femminile resterà a Basket City. La sensazione non deve essere quindi quella di sconfitta, di fallimento, piuttosto di un’occasione persa. Quando si ha un patrimonio tra le mani, è un vero peccato non sfruttarlo al meglio lasciandolo stagnare nel silenzio. Seminando in profondità nascono le querce, disboscando e sradicando a seconda del vento, invece, non si può ambire a una foresta.

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