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Virtus Femminile – Le pagelle di fine stagione

Le pagelle di fine stagione della Virtus Bologna femminile. Migliore in assoluto Zandalasini, capitana e trascinatrice

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Virtus Bologna
La Virtus femminile (© Virtus Segafredo Bologna)

Il cammino della Virtus femminile si è concluso da almeno un paio di settimane. Nella serie contro Ragusa vincono le siciliane alla meglio delle tre gare, costringendo la Segafredo a guardare da casa le due partite della Passalacqua contro Schio. La finale, come era pronosticabile all’uscita di scena della Virtus, sarà Venezia-Schio.
Gettando uno sguardo alla situazione in casa bianconera, è giunto il tempo di tirare le somme. Una stagione di alti e bassi, caratterizzata da momenti di up e di down, dove ci sono state tante note positive ma anche diverse che devono far riflettere.

Le pagelle della Virtus femminile

#24 Cecilia Zandalasini: la classe ’96 raccoglie il testimone lasciato da Sabrina Cinili diventando il capitano della Virtus femminile. Col carattere e il talento da campionessa che la contraddistinguono è sempre la ricercata numero 1 sul parquet contro le altre squadre. Qualche passaggio a vuoto in EuroLega, ma la Zanda è stata senza se e senza ma il volto di questa Virtus. Nella serie contro Ragusa è l’ultima a mollare, disputa 3 gare eccellenti e trascina la carretta nonostante le ruote siano bucate. Per lei c’è un altro anno di contratto (2026) all’orizzonte, ma adesso la testa è tutta oltreoceano, dove ha iniziato la stagione WNBA con le sue Minnesota Lynx. Meritato riposo, poi si vedrà. Voto: 8.

#18 Ivana Dojkic: la croata disputa una delle sue migliori stagioni coi colori della Virtus. Tanti punti nelle mani, quasi 3 assist di media smazzati alle proprie compagne nel corso della stagione. Manca a lungo nella fase clou della stagione, quando le gambe e la difesa di Ivana sarebbero servite come l’aria nel doppio impegno europeo e italiano, ma rientra alla grande rendendosi insieme alla compare col 24 la grande protagonista della serie contro Ragusa. Voto: 7,5.

#6 Francesca Pasa: stagione di grande crescita per la ’00, che si consacra definitivamente in una squadra come la Virtus e con le sue sgaloppate in contropiede si rende anche una pericolosa realizzatrice per tutti. Impiegata spesso a lungo da coach Vincent, ripaga la fiducia data con qualche canestro pesantissimo come quello al Palaromare contro Schio o coi 24 messi a segno nel dentro-fuori con Villeneuve. Contro Ragusa sparisce dai radar ma nel complesso la sua stagione è più che positiva. Voto: 7.

#22 Olbis Andrè: la lunga di Castel San Pietro alterna fasi dominanti ad altre più anonime, ma è da dire che offre tanta solidità in difesa e soluzioni “muscolose” sotto al ferro. Anche lei ferma ai box per diverse settimane, avrebbe fatto comodissimo in EuroLega contro Mersin o Praga. Molto sottotono ai quarti playoff, ma le va riconosciuto il merito di aver contribuito anche a tante vittorie come Sesto e Schio. Voto: 7.

#7 Haley Peters: l’americana arriva in sordina ma, facendo un bilancio tra Europa e campionato Lbf, dà una grossa mano anche quando non si vede. Profilo più “discreto” della compare texana, per lei tanto lavoro sporco sotto al canestro. A fine stagione: terza miglior rimbalzista della squadra e 10 punti di media. Una della “classe operaia” che a mio avviso ha portato tanta qualità sotto le plance e qualche pallone pesante nella retina in diversi appuntamenti scomodi. La sua esperienza è stata importante in questa annata, soprattutto in Eurolega. Voto: 6,5.

#12 Iliana Rupert: stagione molto altalenante la sua. La lunga francese inizia bene, si perde in corso d’opera, si riprende e si perde nuovamente. Fatica soprattutto in Europa, non trovando continuità (anche se con qualche fiammata positiva) e talvolta toppando anche in Italia. Non fraintendetemi: Rupert ha comunque disputato una buona stagione, ma non paragonabile al dominio assoluto che ha caratterizzato il suo arrivo con la casacca bianconera. 10,4 punti di media uniti ai 5,7 rimbalzi, Iliana resta una delle protagoniste della annata ’23-’24. Voto: 6.

#11 Lauren Cox: l’americana arriva a Bologna con il peso di essere “l’Arrivo” estivo. Fa meraviglie in SuperCoppa, dove viene eletta MVP, ma la sua stagione è caratterizzata da grande incostanza. Alterna a giocate miracolose momenti di grande nervosismo, diventando quasi un fardello per la squadra quando si incaponisce al tiro. Finale di stagione disastroso per lei, nella serie contro Ragusa sembra quasi non scendere in campo. Emblematica l’immagine di Milazzo contro di lei, dove nonostante la differenza di centimetri la texana non riesce a contenere la siciliana, forse troppo poco fisica rispetto a quanto sarebbe stato necessario. Voto: 6.

#15 Beatrice Barberis: trova poco spazio nelle rotazioni di coach Vincent, ma quando entra sul parquet dà tutto. Gran cuore e tantissima voglia, Barberis è l’incarnazione del duro lavoro e della “cazzimma” nonostante abbia nelle mani meno punti rispetto alle compagne. Sarebbe stato bello vederla di più in campo. Voto: 6+.

#1 Beatrice Del Pero: scompare dalle rotazioni andando avanti in EuroLega e nel campionato Lbf, non toccando quasi il campo nella serie contro Ragusa. Qualche tripla qua e là nel corso del campionato, ma l’impressione è che si tratti di un profilo che non si confà agli assetti della Virtus. Voto: 6.

#31 Chiara Consolini: la veterana si presenta alla Virtus femminile con grinta e voglia di fare. Trova 15’ di media con Vincent, partendo talvolta anche titolare e mettendo dentro qualche canestro pesante che urla esperienza. Mettendo sempre propositività nel proprio gioco fa il suo sin dalle prime partite, meritandosi anche la convocazione al Preolimpico di Debrecen con la nazionale 3×3. Voto: 6+.

#29 Alessandra Orsili: spesso oscurata dalla coppia di fuoriclasse in regia, la marchigiana riesce comunque a farsi notare nei momenti in cui viene chiamata in causa. Probabilmente l’elemento in uscita dalla panchina più brillante, capace spesso e volentieri di beffare le difese con qualche giocata di prestigio. Forse, altrove, riuscirebbe a esprimere meglio il proprio potenziale. Voto: 6,5.

Coach Pierre Vincent: l’allenatore francese arriva in estate come testa di serie ma, tirando le somme, non tutto è andato come avrebbe dovuto. Arriva il primo trofeo della storia per le Vu nere, ma manca la qualificazione alla seconda fase europea (dichiarata come obiettivo), esce anzitempo dalla Coppa Italia e il sogno playoff si interrompe ai quarti. Dati sui quali meditare, anche se il coach ha comunque un altro anno di contratto. Pecca di visceralità sulla panchina durante tutto il campionato (ma si tratta di un marchio di fabbrica del transalpino), in gara 3 sembra in grande difficoltà. Chi vivrà vedrà. Voto: 6.

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