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VIRTUS – Finale Virtus Granarolo 77 vs Cimberio Varese 78 – 20 Apr

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Cammino bianconero interrotto: Varese si impone su Bologna al fotofinish.

 

Reduce da una serie di tre vittorie consecutive, Bologna ospita Varese nella speranza di poter continuare la propria marcia verso il lontano traguardo playoffs. L’avvio di gara sembra promettere bene per i colori bianconeri, che tentano da subito di allungare sugli avversari. Per farlo si affidano a Jordan. Il centro virtussino fa il bello e il cattivo tempo a suo piacimento. Bello quando ne mette sei di fila ed è attivo sotto le plance, brutto nel momento in cui le sue perse sono sanguinosi regali per la Cimberio. Il duo Polonara-Johnson ringrazia, correndo a finalizzare facili contropiedi con poderose bimani che mettono a dura prova la resistenza dei ferri bolognesi. Una Virtus confusionaria non riesce a tessere fluide trame di gioco: la palla circola lentamente e le molteplici perse ne sono l’amaro frutto. Varese non sta a guardare, ma aumenta i giri del proprio motore e chiude a più 9 la prima frazione. I primi 4’ del secondo periodo sintetizzano il motto americano di “I love this game”. La sagacia tattica di coach Valli inceppa l’attacco ospite che non trova le giuste contromisure ad una Granarolo ora in difesa a zona. E’ da questa che derivano i tanti recuperi che permettono a Bologna di ribaltare completamente la situazione con un netto parziale di 13-2. Il match dovrebbe decollare, in realtà il grande ritmo e l’agonismo sinora palesato calano di intensità. La confusione regna sovrana da ambo le parti regalando ai presenti una sagra degli e(o)rrori che premia però la più cinica Varese. Risicato vantaggio ospite (35-38) e squadre negli spogliatoi.

Al rientro in campo il sinora silente Hardy si ricorda di quanto sia fastidioso essere spettatore non pagante.  Servito da splendidi assists di Warren prima e mettendosi in proprio poi, ne realizza otto in fila riportando in vantaggio le V nere. Il suo compagno Walsh non è da meno e vuole anch’egli firmare la contesa. Retina bruciata dalla lunga distanza e gap incrementato.  Sulla sponda opposta De Nicolao e Banks non ci stanno e rispondono con la stessa moneta. Bologna ha però una marcia in più. I “tiri ignoranti” del solito Walsh, la fisicità di Ebi sempre presente in ambo le fasi di gioco e la difesa tutta cuore e polmoni di Gaddefors, fanno volare i padroni di casa sul più 8. A 26” dal termine del periodo ecco la svolta. Il fallo di Fontecchio a bonus esaurito ed il fiscalissimo tecnico fischiato alla panchina regalano ben quattro tiri liberi a Varese. La mano di Banks non trema, infilandoli uno dopo l’altro con estrema freddezza. Sul possesso seguente Rush trova i due punti sulla sirena. Al 30’ la rimonta è completata: parità a quota 67. L’inerzia ora sembra avere le tinte biancorosse varesine. La voce assordante di un’inviperita Unipol Arena tenta di destabilizzare gli ospiti, ma il match rimane intensamente sui binari dell’equilibrio. Le lotte su ogni pallone si fanno sempre più infuocate  accendendosi ad ogni possesso, ma è la Virtus ad esser sempre costretta a rincorrere. A 15” dal termine Cimberio avanti di una sola lunghezza e con palla in mano.  L’esito sembra già scritto, ma così non è. La difesa bianconera è un muro insormontabile, che frutta un insperato recupero ed offre nuova linfa ai cuori bolognesi. Ci si aspetta il canestro del sorpasso che sancirebbe la quarta vittoria di fila, ma le V nere optano per un incredibile harakiri. Il rivedibile schema offensivo progettato nel precedente time-out porta a un nulla di fatto che sancisce il successo ospite. Alla sirena finale Varese si impone per 77-78.

Occasione persa per le V nere che devono solo recitare mea culpa. Insufficiente l’apporto dei lunghi bianconeri che concedono troppe doppie chance agli avversari. Le molteplici perse e i contropiedi non concretizzati sono profonde ferite che non hanno tempo di rimarginarsi a dovere nell’arco della gara. Rimane tuttora inspiegabile l’intuizione tecnica decisa per l’ultimo possesso che avrebbe dovuto determinare la vittoria, ma che invece ha portato solo rimpianti. Avrebbe fatto decisamente comodo un certo Rasho Nesterovic, ricordato oggi per il proprio contributo ai successi bianconeri del nostalgico passato.

L’uovo racchiude un amara sorpresa, ci si augura che la Pasqua porti quella serenità che basket city, sponda Virtus, attende da tempo di poter rivivere.

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