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Virtus Segafredo: ora, la finale!

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Dice bene Scariolo: soddisfatti, ma non euforici, poiché il passo decisivo, quello fondamentale, è ancora tutto da compiere. La vittoria, ieri sera, a Valencia della sua Virtus Segafredo è una nuova impresa (impresa, certo, perché nel 2022 la Fonteta era ancora inviolata) di una squadra di cui è difficile non innamorarsi, per la qualità del gioco che esprime, per l’entusiasmo che riesce a trasmettere. Tuttavia, il fine ultimo, ovvero quello che conta davvero, rimane vincere la finale per garantirsi comunque, oltre a un ulteriore trofeo in bacheca, la partecipazione alla prossima Eurolega. Che peraltro ritengo, senza tema di smentita, che questa squadra meriti ampiamente, soprattutto se si paragonano le partite che sta giocando, e per ora vincendo, nell’attuale fase finale di Eurcocup con quanto stiamo vedendo nella principale competizione continentale. Chi ancora ricorda la pur meravigliosa cavalcata per lo scudetto della Virtus dello scorso anno  non può non rilevarne i miglioramenti, dettati, certo, dall’inserimento di nuovi giocatori sia italiani che stranieri, ma, secondo me, pure da una rinnovata guida tecnica che sta proiettando tutta la propria straordinaria esperienza su una formazione che rimane pur sempre un collettivo di nuova costituzione, con gli innesti di Hackett, Shengelia, Jaiteh, Sampson, Hervey, Cordinier e Mannion: 7 sui 12 a referto ieri. Notando, fra l’altro, che i due non entrati in campo sarebbero il play e il pivot della nazionale italiana… Ebbene, ieri è emersa una compattezza dell’organico, sia sul piano tecnico che morale, che ha permesso alla Segafredo di battere la squadra più forte nella storia dell’Eurocup, che ha già vinto quattro volte (l’ultima nel 2019, la penultima edizione), raggiungendo la finale in altre due. È pur vero che anche l’allenatore del Valencia, Penarroya, è arrivato in questa stagione, ma è altrettanto vero che cinque degli uomini a roster ieri erano già presenti nel 2019, fra cui i fondamentali Van Rossom, Dubljevic, Tobey e Labeyrie. Fra le altre cose, ricordiamo che il Valencia è, nel campionato spagnolo, attualmente terzo dietro solo a Real e Barcellona (davanti quindi al Baskonia, l’altra iberica in Eurolega) giusto per chi volesse sminuirne il valore. Dove potrà arrivare, dunque, questa Virtus Segafredo? Diciamo subito che la finale di mercoledì prossimo sarà il definitivo esame di maturità. Il Bursaspor è attualmente forse un po’ sottovalutato dai tifosi poiché non ha il nome altisonante di Partizan, Valencia o Cedevita, ma ricordiamo che è appena andato a vincere sia a Belgrado che a Lubiana, in questa fase finale, e subito prima aveva proprio castigato il Valencia con ottime prestazioni di Andrews, Needham e Dudzinski, ai quali si è nel frattempo aggiunto John Holland (qualcuno ricorda le sberle presa dal Kazan?) che ha conferito un’ulteriore dose di concretezza e intensità a una formazione di per sé già estremamente pragmatica. Probabilmente, il tipo di avversario più temibile, per una Virtus che soffre certa intensità fisica, trovandosi maggiormente a proprio agio contro squadre più forti tecnicamente, per quanto possa apparire un paradosso. Non so neppure se giocare in casa sia davvero un vantaggio, come dimostrano le vittorie in trasferta dei turchi fin qui; lo status della vittima designata può liberare la mente da certi spettri, consegnando la pressione tutta ai padroni di casa e il cosiddetto fattore campo potrebbe trasformarsi in un boomerang. Chiedere, in merito, a Partizan, Badalona, Gran Canaria, Andorra, Lubiana e, appunto, Valencia: almeno quattro di quelle che, ipoteticamente, avevano “già vinto” l’Eurocup sono state uccellate sul proprio parquet. Attenzione, allora, e bando ai trionfalismi prematuri: alla Segafredo Arena, a inizio marzo, il Bursaspor ha perso di 4 punti, 98-94, in virtù di un enorme secondo quarto delle Vu Nere ma vincendo i parziali di terzo e quarto periodo, con la Segafredo priva di Hackett, Shengelia e Cordinier, ma anche loro senza la spinta di Holland (con Andrews, peraltro, autore di 37 punti).

Ah, nel mezzo l’”incomodo” di due inutili, per le Vu Nere, partite di campionato, a Sassari e con Brescia, non proprio due passeggiate, insomma: sinceramente, spero in un forte turnover, anche a rischio di perderle entrambe, visto che tutta la concentrazione adesso deve essere indirizzata sulla finale europea. Nel caso peggiore, si prega di astenersi da pianti isterici e pessimistici lamenti. Farebbe parte dei giochi, l’onore qui non c’entra niente, vedasi la sconfitta di Milano di ieri con Treviso. Lasciamo l’eventuale sarcasmo a chi non vede l’ora di cogliere in fallo la Virtus Segafredo, con la consapevolezza che il primo posto in campionato è ormai blindato e prioritario rimane non arrivare a mercoledì con dita steccate, caviglie gonfie o fiato corto.

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